sabato 3 novembre 2018

Sabato 3 novembre 2018  

Carissima S. e blog.
                                 nel sogno di questa notte ci sono stati riferimenti alla mia conoscenza della lingua francese, a qualche amico e conoscente, nulla che riguardi i miei cari, nonostante che questi giorni dovrebbero essere i giorni nei quali si visita il cimitero. Oggi parteciperò alle esequie di Cristian, il mio giovane amico di casa, che è morto in seguito ad un incidente al semaforo di Rivella. Sabato prossimo viene anche celebrata la S. Messa in suffragio della mia cara Maria, che da 16 anni mi ha lasciato, ma che vive dentro di me. Ripensando a lei, ritorno a quei giorni nei quali convivevo con Maria, ma anche con la sua morte e con il desiderio di vederla morire al più presto, per non vederla soffrire. Rivedo la mia sofferenza di quei giorni, al mio stato d'animo, alla solitudine in cui mi sono venuto a trovare, all'ansia di trovare qualcosa o qualcuno che riempisse il vuoto nel quale mi sono venuto a trovare. Queste ultime righe non sono sogni, ma la realtà che ho vissuto, che vivo,  desiderando la serenità. Dall'alba al tramonto di ogni giorno che passa, oltre alla quotidianità del risveglio, delle cose fatte per abitudine, scandite  dalle stesse ore nel medesimo orario, con l'aggiunta di sempre nuovi acciacchi e vecchi. Con tutto ciò devo cimentarmi ogni giorno, assieme agli imprevisti. Fino a qualche anno dicevo che ero una persona senza tempo, perché questo mi era cadenzato da cose che non spesso non dipendevano dal mio volere, ma da quello di altri. Oggi, che devo fare i conti con i miei acciacchi,  guardo più a me stesso e questo  mi allontana dagli altri per rinchiudermi nella mia vecchia fisicità.

Buona giornata!


IL TEMPO BUONO

In dono abbiamo ricevuto
il tempo da dedicare agli ammalati
che sono iI veri protagonisti
del nostro fare servizio.
Dobbiamo  ritornare ad essere
attori non comparse accanto al malato,
dobbiamo accettare le sconfitte,
dobbiamo ritornare a dare  gratuitamente
ciò che gratuitamente abbiamo ricevuto.
È tempo di volersi bene
volendo e facendo del bene,
i nostri problemi non sono problemi
Le vere necessità sono le sofferenze dei malati.
Per fare un buon servizio
di volontariato, oggi più di ieri
è necessario
Ricollocarsi
Ricollegarsi
Riconnottarsi
Rigenerarsi
Affrontare il senso di incapacità
come quello di rimanere accanto al malato.
Il Volontariato è bello
perché è il figlio primogenito
della solidarietà.
Dobbiamo ricreare in noi
la cultura della solidarietà,
con cuore sincero e aperto
doniamo ciò che possiamo,
ma doniamo
ricordando che è
meglio affrontare l’insidia del nemico
che l’invidia dell’amico.
Dobbiamo vivere il dono che ci è offerto
ed essere dono per i malati
attraverso
la solidarietà
la vicinanza
la condivisione
l’amore.


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