mercoledì 5 agosto 2020

Mercoledì 5 agosto 2020 

Carissima S. e blog. 
                                  mettersi in contatto con qualche ufficio sanitario, comunale, bancario, imposte ecc.., attraverso il telefono di casa o con il cellulare, era un'impresa già prima del Covid-19, immaginate ora con la situazione che stiamo vivendo. Da febbraio siamo stati in isolamento con la così detta fase 1, poi con la fase 2 ci hanno dato il via libera, ma mascherati e protetti da gel e quant'altro, ora siamo nella fase 3 dobbiamo, e anche se le restrizioni sono state allentate, ci sono uffici che ne approfittano alla grande, come le banche che la settimana scorsa ci avevano fatto entrare senza prenotazione, oggi mi sono trovato davanti la fila che aspettava la prenotazione. Sono tornato a casa e  ho provato a mettermi in contatto con il telefono, ma invano. Infatti ho provato 4 volte, ed ogni volta ho atteso fino al termine dei 17 squilli che davano segnale di libero, ma senza risultato. Devo pagare delle bollette che dovrebbero essere a fascicolo, che l'ultima volta che sono stato in banca  mi avevano assicurato di stare tranquillo e che era tutto a posto, ieri mi è arrivata la raccomandata della ditta fornitrice che mi ha inviato fatture insolute. Mi viene da pensare che ne approfittino davvero della situazione per fare solamente i propri interessi, e devo dare  ragione a quel mio amico che sulla sua Ape aveva scritto: - Paga e tasi mona -. Questa è solo una delle cose strane che mi stanno succedendo, la seconda è che ieri pomeriggio ho trovato la macchina ammaccata, la terza è che questa mattina mi sono misurato con la testa pesante e mi sono misurato la pressione che era 177/110 , la quarta ho accompagnato Gemma a fare la chemioterapia e lasciandola in reparto le ho detto di chiamarmi quando è pronta per tornare a casa, ma si è dimenticata il telefono a casa, ed ora sono qui che sto scrivendo in attesa della chiamata dall'Ospedale. Inoltre, da ieri non riesco a scrivere questa pagina con il mio consueto stile: diario - foto - pensiero poetico e in avevo anche iniziato a postare anche le pagine di Palmieri, ma mi è saltato il mio sistema abituale, perciò riesco solamente, a fatica, a scrivere queste cose.  W il tempo del coronavirus... Con tutto ciò oggi è l'ultima volta che scrivo al PC il mio Blog-diario, forse , vedrò se riesco a scriverlo a mano su un quaderno o sull'agenda. 

Carissima S. 
a malincuore termino
l'appuntamento quotidiano
con te e i lettori con 
della pagina del mio blog-diario
come  affettuosamente lo chiamo, 
perché non so cosa sia successo,
non riesco più a gestirla come
il mio solito, per questo motivo 
non voglio disturbarti e
mi ritiro da buon accolito.

                                                                



martedì 4 agosto 2020

Martedì 4 agosto 2020

Carissima S. e blog.
                                  Stanotte ho dormito con il lenzuolo, oggi si sta bene il temporale di ieri ha portato un po' di fresco. Ieri c'è stata l'inaugurazione del Ponte Morandi, crollato due anni con 43 vittime. Tra le lacrime dei parenti c'è stata la passerella dei politici di turno, poi le frecce tricolori hanno sfrecciato sopra il Ponte Genova San Giorgio, che così si chiamerà da oggi in poi. Mi sento in dovere di fare i complimenti all'Architetto Renzo Piano e a tutte le maestranze che hanno eseguito questi lavori in cosi brevi tempi e credo che ancora una volta, malgrado tutte le beghe, le polemiche e le chiacchiere su di noi Italiani, abbiamo dimostrato di essere consentitemi SUPER. Invece, anche oggi mi rattrista, sentire la situazione dei migranti che continuano incessantemente a sbarcare sulle nostre coste, e per loro e per noi mi rattristano i disagi e le risorse economiche che vengono spese in questi tempi che le  stesse risorse economiche dovrebbero essere spese per la salute pubblica, perché il coronavirus sta mandando a rotoli la nostra economia, il sistema sociale, con il pericolo di un aumento di tasse per fare fronte a tutto questo. Un altro pensiero mi viene dal periodo di agosto, che penso produca una tregua politica, ma il tempo corre veloce e arriva presto settembre con la riapertura delle scuole in condizioni precarie di stabili, mezzi e insegnanti. Inoltre, i partiti non stanno più nella pelle e si preparano a darsele di santa ragione con le elezioni amministrative dal sapore politico. W l'Italia!

                                                Continuo con il diario Palmieri

Riprendiamo il cammino, fa caldo anche se siamo circondati da  una bella foresta di pini, chiamata Foresta dei martiri, a ricordo dei sei milioni di ebrei, vittime del nazismo. Per la strada rischiamo di perderci e decidiamo di salire fino al villaggio di Nevé Shalom per mangiare e bere qualcosa. La salita è aspra e faticosa, Zeudi scivola, suo marito Fabiano esclama: “…non ti sei fatta male, hai solo appoggiato le tue grazie posteriori per terra”, ci siamo fatti una bella risata e continuiamo a salire. Passiamo davanti a vari cippi che ricordano i martiri dell’Olocausto. Più su incontriamo un gruppo di ebrei che erano saliti in autobus per visitare il luogo. Un bar con delle persone gentili ci rifocilla e possiamo ripartire rinfrancati. Poco prima di mezzogiorno il caldo è opprimente, la strada bianca e sassosa non ci aiuta di certo, anche se sostiamo con più frequenza sotto gli alberi, dove sono  poste numerose panchine e ci possiamo veramente riposare.

Durante una di queste soste recitiamo le Lodi del giorno:

 

Salmo 86 Gerusalemme , madre di tutti i popoli – le sue fondamenta sono sui monti santi; + il Signore ama le porte di Sion * più di tutte le dimore di Giacobbe. Di te si dicono cose stupende, * città di Dio. Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono; + ecco, Palestina ed Etiopia: * tutti là sono nati. Si dirà di Sion: “L’uno e l’altro è nato in essa * e l’Altissimo la tiene salda”. Il Signore scriverà nel libro dei popoli: “ Là costui è nato”. E danzando canteranno: “sono in te tutte le mie sorgenti”.

                            

Mala tempora
dicevano gli antichi,
e brutti tempi quelli che stiamo
vivendo e il detto di oggi.
Il nostro ieri si è inabissato
in un periodo virale
difficile da estirpare,
tanto che è d'uso comune
dire che nulla sarà come prima.
Si cerca, si attende, si spera
in un vaccino che risolva
la situazione e curi il coronavirus,
ma la prospettiva è lontana.
Quelli che dicono di essere
a buon punto e di sperimentare
il vaccino su dei volontari,
dicono che non sarà pronto
prima della fine del 2021.
Pertanto, un altro detto popolare
dice - Aspetta e spera -.
 






lunedì 3 agosto 2020

Lunedì 3 agosto 2020

Carissima S. e blog.
                                 anche stanotte il temporale ha imperversato con lampi e tuoni tenendomi sveglio. Stamattina il cielo è coperto da nuvole tra le quali danza il sole, e quando s'affaccia emana tutto il calore. Io che stanotte non ho molto dormito ho riposato, ora sto danzando non tra le nuvole, ma tra un acciacco e l'altro, che mi accompagneranno durante questa nuova giornata che mi è sta regalata dal Paron, e lo ringrazio di cuore nonostante tutto, perché mi da la forza per convivere con me stesso, le mie magagne e il coronavirus che non demorde e nel mondo sta ancora facendo migliaia di vittime. Credo che dobbiamo convivere anche con questo virus molto a lungo, almeno fino a quando, se Egli vorrà, gli scienziati troveranno il vaccino. C'è però una cosa che mi intristisce nella ricerca del vaccino, cioè la lotta tra le multinazionali farmaceutiche, tra gli scienziati e sopratutto la mano lunga dei politici, che invece di cercare di mettere fondi e buoni auspici nelle mani dei ricercatori, sembra che mettano zizzania, favorendo  uno scienziato all'altro, mettendoli così l'uno contro l'altro, e provocando lo scontento rallentano le loro capacità scientifica, perché anche gli scienziati sono esseri umani con tutti i propri difetti...


Latrun

Una mezz’ora di strada in autobus, siamo all’incrocio che porta a Ramallah attraverso Emmaus. Giriamo verso l’Abbazia dei Trappisti francesi. Siamo a Latrun e cominciamo l’ascesa verso il monastero. La salita dolce è relativamente breve, passa tra ulivi e bougainville di tutte le tonalità di colore, ci conduce alla porta del monastero. A l’ingresso, sulla destra, un book shop nel quale fanno bella mostra parecchie qualità di bottiglie di vino, che i Padri stessi  producono. Più avanti si entra in un piccolo piazzale abbellito da altre meravigliose piante e giganteschi cespugli di fiori, nel retro una maestosa scalinata ci fa salire all’ingresso della chiesa. Il tempio è a una sola navata, abbastanza grande, spoglio, ma pieno di storia. Un Padre, che stava suonando all’organo, ci vede e si avvicina, conversiamo in lingua francese. Ci racconta di questo posto la cui storia risale a prima di Cristo. Si sofferma in particolare a descrivere l’Abbazia, detta dei sette dolori, e alle alterne vicende che l’hanno accompagnata nel corso dei secoli, in particolare al tempo delle Crociate.  Essa sorge ai piedi della collina oggi chiamata Nevé Shalom. Qui a Latrun, nel 508,  il monaco S. Saba, costruì il Cenobio di Nicopoli. Nel XII sec. su questo luogo sorgeva un castello fortificato dai Templari, chiamato Toron des chévaliers, da cui prese il nome di Latrun. Nel XV sec. dei pellegrini sparsero la voce che questo fosse il paese dove è nato il buon Ladrone che fu crocefisso con Gesù (Lc 23,39). Nei pressi dell’Abbazia sorge una foresteria che può ospitare i pellegrini. Le informazioni si prendono al book shop.

NOTE: NEVE’ SHALOM (Oasi di pace) fondata dal domenicano P. B. Hussar nel 1959 è luogo di incontro e di dialogo tra ebrei-mussulmani e cristiani. Dal 1973 è sede anche di un centro agricolo nei pressi di Latrun, dove convivono, lavorano, parlano e pregano nella pace, i fedeli delle tre principali religioni monoteiste.


Ti cerco
 negli angoli antichi
Ti cerco
tra i fiori di maggio
Ti cerco
nei colori in festa nei giardini
Ti cerco
negli occhi mascherati
dal coronavirus
Ti cerco
sulla cime dei monti
Ti cerco
dentro la mia anima
ma solo sulla croce
grondante di dolore
Ti trovo..



domenica 2 agosto 2020

Domenica 2 agosto 2020

Carissima S. e blog. 
                                  agosto, tempo di vacanze, di caldo e di temporali, come quello di stanotte. Stamattina è un po' più fresco, ma sono le sette e fa già caldo. Per quanto riguarda le mie vacanze non ho molto entusiasmo, non so nemmeno se riuscirò ad andare almeno un giorno al mare o in montagna. Però ho molti appuntamenti con visite mediche con la speranza di riuscire a trovare rimedio all'anca che da oltre un mese mi fa combattere, non riesco nemmeno a raccogliere qualcosa da terra. Dunque, anche senza il coronavirus, soffro e mi abbandono a vivere alla giornata alla meno peggio. A volte mi chiedo se vivere così è vita, penso a quanti anni sono passati e a tutto quello che ho fatto, ho visto, ho vissuto e mi sembra impossibile che dopo solo 79 anni mi debba arrendere per mancanza di forze, mentre i desideri continuano a trovare strade da percorrere, cose da vedere e da fare. In questo tempo strano da vivere, nemmeno la tecnologia mi soddisfa più di tanto, mi piace vedere alla Tv qualche bel filmino d'azione e le gare ciclistiche, che hanno da ierri iniziato a farcele vedere con le Strade bianche sulle crete e i calanchi senesi, dove sono passato anche io a piedi nell'anno 2000. Ha vinto un ragazzo straniero, ma Formolo, un ragazzo veronese, è arrivato secondo. Mi sono fermato a scrivere questa pagina del mio blog-diario per andare alla S. Messa del Perdon d'Assisi. Ora ho ripreso a scrivere e sono andato a ritroso nel 1996, perché in questo giorno, io e Padre Leone eravamo proprio sul  Monte del Pardon  in cammino verso Santiago di Compostella, altri tempi che non ritornano più, ma è bello ricordarli e pensare ad un'altra cosa bella che ho fatto.


Gelati...gelati...gridava
il gelataio che passava
per le vie con il suo carrettino.
Da bambini lo accerchiavamo
per gustare il cono gelato
che mangiavamo, aspettandolo
tutte le estati. 
Noi non andavamo
al mare e la nostra piscina
e la spiaggia era sull'argine
del canale Bisatto.
Altri tempi, altre possibilità,
nei quali ci  accontentavamo
e ci bastava poco per divertirci.
Oggi abbiamo tutto di più,
ma non ci accontentiamo facilmente, 
e per calmare la nostra onnipotenza
ci ha pensato il covid-19
che ci costringe a vivere una vita diversa
che non sarà mai più come prima.

11 ottobre 2007

…A SAN GIOVANNI IN DESERTO (EVEN SAPPIR)

LODI
         Inno: Al sorger della luce, ascolta, o Padre santo, la preghiera degli umili…

1 ant. Di te si dicono cose stupende, città di Dio.

 Sono le quattro e mezza circa, dal vicino minareto, l’altoparlante diffonde la sua sacra nenia. Si racconta, che Napoleone Bonaparte, durante la sua campagna militare in Terrasanta, abbia soggiornato proprio qui a Ramla, in questo luogo, e al mattino quando è stato svegliato dalle invocazioni del muezzin, abbia tirato fuori la sua pistola e lo abbia fulminato.
Alle sei e mezza entriamo in chiesa  a recitare le lodi e ad ascoltare la S. Messa, concelebrata dai PP. Leone e Abdel, con noi c’erano sr. Barbara (polacca) e sr, Ailin (indiana) e un signore anziano.
La chiesa è titolata a San Nicodemo e a San Giuseppe di Arimatea (da cui Ramla). Nella sua semplicità è molto bella, ha molte statue e una  bellissima deposizione di Tiziano Vecellio, (donata ai frati francescani dal re di Spagna).
La parrocchia ha la chiesa, il patronato, le scuole, il convento e un piccolo chiostro dove ci sono molte piante ben curate, tra le quali anche la pianta di acanto, nel vederla Paolo se ne esce con una delle sue battute: “ …se fùmea”.
Dopo una foto di gruppo, sr. Barbara ci accompagna alla stazione degli autobus per raggiungere Latrun, da dove inizieremo il cammino ( autobus: costo 5 sheq cr. a testa, invece per il pernottamento e la colazione, abbiamo lasciato una offerta.)



sabato 1 agosto 2020

Sabato 1 agosto 2020

Carissima S. e blog. 
                                 è terminato anche il mese di luglio con la coda solare infuocata, e agosto si presenta più caldo che mai e porta con se gli strascichi del coronavirus che ancora si annida in ogni parte del mondo e con la globalizzazione circola avido di morte. Questa è anche la stagione dei migranti, che trovano il mare calmo, adatto per approdare sulle nostre coste. L'Italia è la più vicina, la più accogliente, ha migliaia di chilometri di costa dove sbarcare senza essere visti. Le Nazioni Unite e l'Europa difronte a tutti questi sbarchi si rifugiano nei loro confini e si girano da un'altra parte, anzi approfittano del covid-19 per dirci che devono pensare ai loro concittadini e l'Italia che si arrangi arrangi. Dal canto mio, ho sempre pensato di aiutare i migranti, perché anche io lo sono stato, ma con delle regole e senza rischi, ma oggi è ora di fare qualcosa, perché arrivano in Italia, migranti che pagano fior di quattrini per un posto in un barcone. Mi chiedo allora, perché sono così stupidi di rischiare la vita o di essere rimpatriati, o è tutto un disegno dei loro governi islamici per diffondere la loro religione? Allora, se le altre nazioni ci lasciano soli a fare fronte a questa ulteriore calamità, cominciamo a tenerci i denari che dobbiamo pagare per rimanere nel contesto internazionale e impieghiamoli per fronteggiare questa piaga, mi sembra sia l'arma da usare contro l'egoismo delle altre Nazioni, perché con i migranti stiamo affondando anche noi.


Gridiamo...ci guardano,
ma non ci ascoltano.
Dobbiamo imparare a volare
da soli e cercare altre soluzioni.
Noi Italiani abbiamo 
sempre avuto mille intuizioni
per fronteggiare anche
i peggiori mali, e certamente
non sarà il coronavirus 
e nemmeno i migranti
che ci faranno naufragare. 


…A RAMLA

Dopo una mezzora circa, raggiungiamo Ramla  e andiamo, chiedendo in lingua inglese ai passanti, verso la chiesa di San Nicodemo, che si trova in via  Rehov Bialich. Padre Abdel, di origine egiziana, ci viene incontro e ci dà il benvenuto, ci mostra la nostra stanza, dove avremo dormito con il sacco a pelo. Verso sera   siamo andati in chiesa e abbiamo recitato i vespri “…Dio nostra gioia e nostra speranza, Salmo 125). Al termine, P. Abdel ci ha accompagnati a un piccolo ristorante, dove abbiamo assaggiato il primo cibo locale, molto buono e poco costoso (circa 30 sheq a testa).  Prima di ritornare in parrocchia, abbiamo fatto un giro per la città, che abbiamo trovata molto vivace e abbastanza pulita.
         
 RAMLA = sabbia, fu fondata dal califfo omayyade Solimano nel 716 e divenne la capitale della Palestina dopo la distruzione di Lidda. La tradizione indica in questo luogo l’antica Arimatea, la patria di quel Giuseppe, discepolo di Gesù, che cedette il suo sepolcro nuovo per seppellirvi il corpo del Signore (Lc 23,51 – l’Arimatea evangelica , più probabilmente, corrisponde all’attuale Rentis). I francescani vi hanno edificato un piccolo convento e una chiesa dedicata a San Giuseppe d’Arimatea. Durante le crociate fu fortificata da Riccardo Cuor di Leone.