mercoledì 30 aprile 2014

Ciao Sandra, doman ghe xé n'altro ponte. Speremo che no piova, parché za semo soto aqua. Go visto l'acanpamento dei ponpieri davanti al municipio. Pori cristianima anca pori animai, e ora par tuti i amisi dei animai go pensà de mardare in jro sto spensierin


RANDAGIO

Pelo rossastro rasato
triste e impaurito.

Era piccolo e magro
certo non era allegro.

Povero cane abbandonato
lungo la via l'ho incontrato.

Mi sposto a destra per proseguire,
muove sul mio passo come a dire
son quì ho bisogno di una carezza,
m'avvicino, mi scruta con diffidenza.

Immobile rimane, scondinzola la coda,
nel mezzo della sua realtà vera e cruda.

Sì! Solo povero cane è rimasto,
cerca affetto e un buon pasto.

Cara Sandra, se devo dire agli amici di guardare il blog, che cosa devo dirgli? Buona Giornata.


lunedì 28 aprile 2014



Ieri è stata una giornata di FEDE, oggi è una giornata di PIOGGIA, e questo pensiero poetico è il frutto odierno. Un abbraccio a tutti e buona giornata comunque!

Il Monte Maggiore e il Colle minore
sono avvolti dalla nebbia.
La pioggia sta per arrivare!
 
Monselice piange!
Le pietre continuano
a rotolare,
frutto d'incuria e abbandono,
negli anni e a seguire.
Quando tutto questo cesserà
forse troppo tardi sarà
e al tempo la colpa si darà,
ma non è così che si vuol bene
alla nostra bella città.

domenica 27 aprile 2014



Grande Onnipotente e Misericordioso, così xé el PARON. Jù el xé Grande parché el ne ga da dei grandi Papi, do i xé vivi e i fa Santi i altri do. EL PARON co a so Onipotensa e co a so Misericordia el ne fa caminare nea via justa co do Papi ncora in vita. Se questa no a xé na roba GRANDA ONIPOTENTE E MISERICORDIOSA....Bona domenega !

Perché sono santi? Ecco i miracoli di Papa Giovanni Paolo II e Papa Giovanni XXIII.
Che domenega tosi!
La canonizzazione di Wojtyla e Roncalli domenica 27 aprile è celebrata da Papa Francesco in piazza San Pietro. Ad assistere alla cerimonia c’è anche il Papa Emerito Benedetto XVI.
E’ un evento storico perché vede la presenza di 4 papi, due defunti e due viventi.
La Chiesa è viva e unita, attraverso la Misericordia di Dio: Sempre spera – Sempre perdona – Sempre ama, così ha detto Papa Francesco nella sua omelia.
E’ l’AMORE a tutto campo che deve illuminare il cammino del cristiano; in ogni suo pensiero, in ogni sua azione, ci deve essere SEMPRE AMORE. E’ solo attraverso l’AMORE che si può vivere nella pace e nella serenità.
             
 
  
Papa Giovanni Paolo II e Papa Giovanni XXIII sono Santi della Chiesa Cattolica al termine di un lungo e complesso iter che nel caso del Papa polacco è stato fra l’altro notevolmente accelerato («santo subito» chiedevano i fedeli subito dopo la morte del Pontefice). Qualche giorno fa in un briefing in Vaticano i postulatori delle Cause di canonizzazione dei due Beati, padre Giovangiuseppe Califano dei Frati Minori per Papa Roncalli, e il presbitero polacco, monsignor Slawomir Oder per Papa Woityla, hanno spiegato quella che loro stessi hanno definito «una strada fatta di tappe». Tappe non sempre facili da superare, non immuni nemmeno da polemiche: basti pensare che anche oggi, al termine del cammino verso la canonizzazione, un editoriale del New York Times, dal titolo “A Saint, He Ain’t” (Un Santo non lo è) analizza in maniera critica il percorso e l’opera di Giovanni Paolo II.
I miracoli di Papa Giovanni XXIII
La santità di queste due figure spirituali di grande rilievo ha avuto storie molto diverse unite da un particolare. Sia dopo la morte di Woityla che dopo quella di Papa Roncalli, morto il 3 giugno 1963, i fedeli chiesero a gran voce la santità. Per il “papa buono” la causa ebbe una svolta con la storia di suor Caterina Capitani. Aveva 23 anni quando una emorragia gastrica la portò in ospedale d’urgenza e, poi, attraverso atroci sofferenze e numerosi interventi chirurgici. Per la giovane Caterina quando sembra non ci sia più niente da fare viene disposto il trasferimento nella sua città natale, Potenza. Poi, invece, un drammatico peggioramento delle condizioni di salute della giovane religiosa la porta di nuovo in ospedale, a Napoli a quello che un tempo si chiamava “ospedale della Marina”. E allora “dove aveva terminato la scienza comincia la sua opera la fede” racconta suor Adele, testimone del miracolo. Sul corpo di Caterina Capitani viene poggiata una reliquia di papa Roncalli in prossimità di un fistola che era la maggiore causa delle sofferenze. Poi è lo stresso Giovanni XXIII ad apparire a suor Capitani. La invita ad alzarsi dicendo: “Mi hai pregato tanto, e anche una tua sorelle in particolare. Me lo avete strappato proprio dal cuore questo miracolo. Ora non temere, tutto è finito. Tu stai bene, non hai più nulla”. Era 25 maggio del 1966, Caterina era in coma e si risvegliò, guarita. La religiosa delle Figlie della Carità è morta pochi anni fa, a 68 anni.
I miracoli di Papa Giovanni Paolo II
La donna miracolata da Giovanni Paolo II è ancora viva e sarà in piazza San Pietro domenica 27 aprile per la canonizzazione. Si chiama Floribeth Mora Diaz, è del Costarica ed è guarita grazie all’intercessione del papa polacco da un male incurabile. Racconta lei stessa il calvario iniziato l’8 aprile del 2011 con un forte dolore di testa e la fatale diagnosi di un aneurisma. Tre ore di intervento chirurgico e la sentenza: serve un centro specializzato per lunghe e costose cure. È il primo maggio del 2011 quando la donna, sofferente, accende la tv per vedere la cerimonia della beatificazione del Papa. Ad un certo punto vede Benedetto XVI con la reliquia di Wojtyla. “Poi sento una voce: Alzati e non avere paura”. È la voce di Giovanni Paolo II. Floribeth Mora Diaz si alza dal letto sta bene e dagli esami medici risulterà poi che l’aneurisma si è inspiegabilmente riassorbito
Il cardinale Angelo Comastri tratteggia il profilo di: Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, tre grandi papi che hanno cambiato il volto della Chiesa. Con l'indizione del Vaticano II, Angelo Giuseppe Roncalli dava il via a una stagione nuova nel rapporto tra la Chiesa e il mondo. Con fedeltà Paolo VI proseguiva l'evento conciliare e coraggiosamente collocava la Chiesa nel mondo contemporaneo. L'ondata di contestazione indusse molti a guardare al passato. Il pontefice esortò i cattolici ad affrontare il mare aperto nella fede verso il suo Fondatore. Venuto da lontano, Giovanni Paolo II fu un papa Carismatico che guidò con determinazione la Chiesa verso il nuovo millennio. Rivolgendosi all'umanità la esortò a non avere paura e a spalancare le porte a Cristo, e negli ultimi anni lasciò una testimonianza di sofferenza che è ancora nel cuore di molti. I tre capitoli - uno per ogni papa, a cui si aggiunge un ricordo di Giovanni Paolo I - sono suddivisi in due parti: la prima rievoca alcuni episodi della vita dei pontefici, la seconda è invece costituita da un lungo brano antologico.

sabato 26 aprile 2014

carissimi, ieri era il 25 aprile, festa della liberazione. Ora vorrei farvi partecipare al ricordo di un amico che ha passato anni in campo di concentramento e che è recentemente scompatrso. Piero è anche stato il mio mentore per quanto riguarda la scrittura dialettale.
Ciao e buona giornata!


Caro Piero,
                                                                           è mattina, fuori il cielo è illuminato dal sole di questa inaspettata e magnifica primavera. Sono seduto nel mio piccolo studio e giro la piccola pagina del calendario da tavolo che tu mi hai donato all’inizio dell’anno. Ti sfoglio e mi sembra di stringerti la mano. Penso a te  nel letto d’ospedale, agitato e sofferente. Più volte sono venuto a trovarti,  ma al mio saluto hai borbottato qualcosa senza riconoscermi. Accanto a te, tuo figlio era commosso, sembrava manifestarmi tutta la gravità del tuo male. Stamattina ho trovato la tua cara moglie Vanna, seduta davanti alla tua stanza, dentro c’erano i medici, lei mi ha guardato e ha scosso la testa, e io non mi sono sentito di rimanere più a lungo.
Caro Piero,
                    se conosemo da tanti ani, da quando sò vegnù da ti a domandarte: come che se ciama i corbezzoli in diaeto, e ti te me ghe risposto che i se ciama  ‘sgolmare’. Da ch’el dì a no ghemo pì  smeso de incontrarse, comunà come che semo nea pasion del diaeto. 
Caro Piero, te vedo sentà sol to tavoin a batare sui tasti dea to letara 22. Al dì de un cò, te sì uno dei pochi che poe scrivare i ricordi de guera che te ghe visù da  prizoniero nei canpi de concentramento in Germania; Te si un maestro nel descrivare i coi, Este, Calaon e ea Natura che te conosi a ea perfesion fin da puteo. Da quando te - te ghe trasferìo a Moseese,  te descrivi co tanto afeto tute e beese dea nostra cità. E ‘ncora, te scrivi dei profii dei to amisi e conosenti metendoghe tuto el to amore. Anca a mi te me ghe dedica ‘na bea leterina dal titoo: Jancarlo fijoo del moeta.  In te sti ultimi ani, quando vegnevo a trovarte a casa tua, te piaseva farme lezare e to ultime storie e poesie, e me pare vedarte co’ quanto gusto te me scoltavi. Grasie caro Piero, parchè te me ghe dà ea to  bea, vera e sana amicisia.
Spero che un dì se incontraremo in calche canton a farse QUATRO CIACOE.
                                                                            Ciao Piero!
Moseese 24 febraro 2014