sabato 26 aprile 2014

carissimi, ieri era il 25 aprile, festa della liberazione. Ora vorrei farvi partecipare al ricordo di un amico che ha passato anni in campo di concentramento e che è recentemente scompatrso. Piero è anche stato il mio mentore per quanto riguarda la scrittura dialettale.
Ciao e buona giornata!


Caro Piero,
                                                                           è mattina, fuori il cielo è illuminato dal sole di questa inaspettata e magnifica primavera. Sono seduto nel mio piccolo studio e giro la piccola pagina del calendario da tavolo che tu mi hai donato all’inizio dell’anno. Ti sfoglio e mi sembra di stringerti la mano. Penso a te  nel letto d’ospedale, agitato e sofferente. Più volte sono venuto a trovarti,  ma al mio saluto hai borbottato qualcosa senza riconoscermi. Accanto a te, tuo figlio era commosso, sembrava manifestarmi tutta la gravità del tuo male. Stamattina ho trovato la tua cara moglie Vanna, seduta davanti alla tua stanza, dentro c’erano i medici, lei mi ha guardato e ha scosso la testa, e io non mi sono sentito di rimanere più a lungo.
Caro Piero,
                    se conosemo da tanti ani, da quando sò vegnù da ti a domandarte: come che se ciama i corbezzoli in diaeto, e ti te me ghe risposto che i se ciama  ‘sgolmare’. Da ch’el dì a no ghemo pì  smeso de incontrarse, comunà come che semo nea pasion del diaeto. 
Caro Piero, te vedo sentà sol to tavoin a batare sui tasti dea to letara 22. Al dì de un cò, te sì uno dei pochi che poe scrivare i ricordi de guera che te ghe visù da  prizoniero nei canpi de concentramento in Germania; Te si un maestro nel descrivare i coi, Este, Calaon e ea Natura che te conosi a ea perfesion fin da puteo. Da quando te - te ghe trasferìo a Moseese,  te descrivi co tanto afeto tute e beese dea nostra cità. E ‘ncora, te scrivi dei profii dei to amisi e conosenti metendoghe tuto el to amore. Anca a mi te me ghe dedica ‘na bea leterina dal titoo: Jancarlo fijoo del moeta.  In te sti ultimi ani, quando vegnevo a trovarte a casa tua, te piaseva farme lezare e to ultime storie e poesie, e me pare vedarte co’ quanto gusto te me scoltavi. Grasie caro Piero, parchè te me ghe dà ea to  bea, vera e sana amicisia.
Spero che un dì se incontraremo in calche canton a farse QUATRO CIACOE.
                                                                            Ciao Piero!
Moseese 24 febraro 2014                                                                                   


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