giovedì 30 aprile 2020

Giovedì 30 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                               
Apro la pagina del mio diario con una lettera che ho trovato sulla Rivista Africa dei Missionari Padri Bianchi d’Africa, tra i quali sono stato ospite a Treviglio (BG) nel lontano 1951: Qui nella Repubblica Democratica del Congo le cose cambiano repentinamente e la pace, la democrazia sono chimere. Ho scritto questo pensiero, che ricalca la situazione di uno dei Paesi più ricchi dell’Africa, per mettere nero su bianco, quello che ha scritto Padre Giovanni Marchetti Missionario d’Africa. La speranza è l’ultima  a morire e noi qui continuiamo  sognare un Congo migliore. Nel frattempo, però, ci si accontenta delle piccole gioie del presente: guai a lasciarsele scappare! Non sono poi così frequenti. Per festeggiare il 2020, chi è riuscito ad avere un pollo. Accompagnato da birretta, si può ritenere fortunato e può dire di essere entrato nel nuovo anno con un cenone ricco. Alla messa mattutina di capodanno, la chiesa era gremita. Ciò che conta è cominciare con la benedizione di Dio: le cose possono andare per il verso sbagliato, ma la grazia divina aiuta a tener duro!
      Ho iniziato così questo giornaliero appuntamento con il mio diario, perché ora noi viviamo un brutto periodo della nostra vita, che ha rivoluzionato e sconvolto il nostro ricco tenore di vita. Noi abbiamo avuto tutto e questo coronavirus, ci ha tolto tutto, mentre quella povera gente non ha mai avuto niente e il covid-19 è arrivato anche da loro, che sono senza mezzi per curarsi, e noi abbiamo ancora il coraggio di lamentarci per la clausura nella quale siamo costretti. Diciamo allora con Padre Giovanni: le cose possono andare per il verso sbagliato, ma la grazia divina aiuta a tener duro!

Buona giornata!





Mi sono svegliato
ed è una bella giornata.
Il mattino è fresco, ma bello.
Mentre faccio colazione
rimango con il boccone in bocca
ascoltando quello che dice
la televisione: il mondo è in confusione,
i rapporti dell’Italia con l’Europa traballano
per l’indifferenza dei
tedeschi, olandesi e danesi,
verso l’Italia, che sta lottando
contro il Coronavirurs.
L’economia va a rotoli,
le fabbriche chiudono,
operai disoccupati,
tanta gente  che muore sola
e senza l’ultima carezza dei familiari.
Una bella estate si prepara,
penso che chi è al potere
pensi meno alle elezioni
e faccia qualcosa  per liberarci
dalla reclusione forzata in casa.
In un  solo giorno più di mille morti
ci dovrebbero far riflettere,
ma l’egoismo ad altro pensa.
Penso che sia ora di pensare
a chiudere le fabbriche di armi
e aprire quelle di respiratori
e di mascherine, ritirare i soldati
da tutti i territori all’estero
e metterli a disposizione delle Regioni,
dire ai parlamentari  di chiacchierare meno
e di lavorare di più, scarpinare
per andare ad ascoltare la gente
nelle città, paesi, strade e piazze,
ed ora nei pressi delle loro case, 
attraverso i le finestre far sentire
la loro vicinanza,
e chissà che non venga fuori
qualche buona idea da gente
che si è impratichita al sacrificio
di tutti questi mesi.


mercoledì 29 aprile 2020

Mercoledì 29 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                 l'amica Lina ha preso il coronavirus. Ieri mattina ho letto il suo messaggio agli amici, che comunicava la sua felicità e quella di suo marito Sandro, perché sono finalmente guariti dal Covid-19. Ho voluto così inviarle il mio messaggio personale. Nel pomeriggio, con gioia ho ricevuto la sua telefonata, nella quale mi ringraziava. Mi ha raccontato la sua mala esperienza che è cominciata con Sandro, il quale a casa ha accusato mancanza di respiro e soffocamento, per questo è stato subito ricoverato e diagnosticato la polmonite interstiziale da coronavirus e messo sotto la maschera d'ossigeno nel Reparto terapia intensiva, al Madre Teresa, divenuto Covid-Hospital. Lei invece, solo dopo qualche giorno ha avuto i primi sintomi di febbre, diarrea e male le ossa, e anche lei è stata ricoverata, ma non le è stato necessario  metterle la maschera, per lei è stato sufficiente l'erogazione dell'ossigeno per via nasale. Lina è stata in una stanza con un'altra paziente, la quale non riusciva a cogliere alcuna parola, dalle sue labbra uscivano  solo suoni incomprensibili. Ha saputo dalle infermiere che si chiama Teresa e nulla più, una persona senza identità, come tante che erano in quel reparto Covid. Lina è rimasta ricoverata una decina di giorni e ha visto morire Teresa, assistita amorevolmente da qualche infermiera, ma da tante altre senza un briciolo di umanità, come fosse un qualsiasi pezzo d'auto da aggiustare. Con suo marito Sandro, ha potuto comunicare telefonicamente, solo nei momenti quando gli toglievano la maschera d'ossigeno. Passata l'urgenza è stata mandata a casa, ma non guarita e bisognosa di assistenza, per sua fortuna aveva i figli vicini a casa sua e gli portavano il cibo passandoglielo dalla finestra, e si è ripresa pian piano. I figli, le nuore e i nipoti contagiati da loro, non hanno avuto bisogno di ricovero, ma solo di quarantena. Invece suo marito Sandro è rimasto più a lungo in ospedale, ma se l'è cavata anche lui. Ora sono a casa e si sono ripresi abbastanza bene, tant'è che Sandro è uscito per andare a prendere le pianticelle da piantare nell'orto. Ci siamo lasciati pregando el Paron e con la speranza di rivederci presto.


I se e i ma oggi non contano,
la salute è più importante.
Ma 
sembra che a molti, che per loro 
fortuna non hanno avuto
a che fare con il coronavirus,
e non hanno avuto perso i loro cari,
abbiano la smania di uscire
e di riprendere la vita di prima.
Sembra che questa lezione
no sia bastata per riflettere
su i nostri comportamenti di ieri
e fare tesoro delle cose buone
fate e non fare più errori commessi, 
allora si che i SE e i MA
possono davvero renderci
più umani e con i piedi 
ben piantati per terra.


martedì 28 aprile 2020



Martedì 28 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                 In questi giorni sono molte  le voci, i pareri, i giudizi, le esternazioni, non c'è alcuna concordanza, ma credo che dentro di noi ci sia del buon senso. Lo abbiamo dimostrato in questi mesi di IORESTOACASA e spero che continuiamo a usarlo, perché non c'è ancora certezza che il coronavirus sia debellato o abbia perso la sua forza distruttiva. Pazienza e prudenza, anche, e a maggior ragione tra i fedeli cristiani, questi però credo che siano pazienti e prudenti, e quelli che non ce la fanno, mi sento di dire loro - Confidate nel Cristo salvatore - Ho letto stamattina e ve la propongo questa bellissima e poetica preghiera di

San Tommaso d'Aquino (1225-1274)


Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
Pane vivo, che dà vita:
non vi è canto che sia degno.
Veramente fu donato
questo è tema del tuo canto, oggetto della lode.
Lode piena e risonante,
agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena. gioia nobile e serena
nuova Pasqua, nuova legge;
sgorghi oggi dallo spirito... È il banchetto del nuovo Re, e l'antico è giunto a termine.
Cristo lascia in sua memoria
Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l'ombra: luce, non più tenebra. ciò che ha fatto nella cena:
Mangi carne, bevi sangue;
noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza... ma rimane Cristo intero
ugualmente lo ricevono:
in ciascuna specie. Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, mai è consumato...
in Isacco dato a morte,
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev'essere gettato. Con i simboli è annunziato, nell'agnello della Pasqua,
Tu che tutto sai e puoi,
nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. che ci nutri sulla terra,
nella gioia dei tuoi santi.
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo



Tu che tutto sai e puoi,
aiutaci in questi brutti momenti
che stiamo vivendo quaggiù
a causa di un virus,
che sta producendo dissensi
e malumori in tutti.
Fa che che questo tempo
ci rende più lenti nell'agire,
più riflessivi e sopratutto
più felici di esserci.
Fa che riusciamo ad aprire
il nostro cuore alla condivisione
di ciò che abbiamo, con tutti
coloro che nulla hanno
e mai hanno avuto.
Sii consolazione per tutti
coloro che sono in lutto
e tieni accanto a Te
tutti i nostri defunti che
abbiamo perduti.





lunedì 27 aprile 2020

Domenica 26 e lunedì 27 aprile 2020

Carissima S. e blog. 
                                 ho proprio la teresina accanto, ieri credevo di avere scritto e invece oggi apro la pagina e non c'è niente di domenica. Stamattina sono uscito per fare la spesa e per andare al cimitero a portare dei vasi di gerani, ma al ritorno a casa mi accorgo di non avere le chiavi di casa e l'ansia mi assale. Comincio a pensare dove posso averle messe e guardo dappertutto, poi faccio la strada a ritroso e sono andato al supermercato, dove ho lasciato il mio numero di telefono se qualcuno dovesse trovarle. Vado in un altro negozio e mentre sto chiedendo alla commessa se ha trovato delle chiavi, entra per far compere, la mia amica Rosa, che ha sentito quello che dicevo e mi dice che le chiavi le ho perse in chiesa ieri mattina, l'ho ringraziata e sono andato nella chiesa di San Giacomo, guardo attorno, dove Rosa mi ha detto che le avevano appoggiate, ma non ci sono. Guardo il Crocifisso e mentre cerco i soldi per accendere un lumino, abbasso gli occhi e vedo un lumino a terra sopra a un biglietto dove c'era scritto - Se hai perso le chiavi in questo luogo stamattina 26 aprile, chiamami che ti dico dove trovarle -, ho digitato il n. e mi ha risposto Annalisa, che non ho subito riconosciuta, mentre lei mi ha subito chiamato per nome,   e con la mia teresina le ho anche chiesto chi è. Così è andata questa mattinata, ho trovato le chiavi assieme a degli amici che ringrazio di cuore. Se, come ha detto Papa Francesco - il pellegrino cammina dietro a passo lento - mi viene da dire che il vecchio  lentamente perde la memoria, si perché, anche a causa di questo coronavirus e la forzata clausura, mi devo sforzare per ricordare le cose più recenti, e i ricordi riaffiorano prepotenti, dalle mie recondite celle memoriali della mente, e come un naufrago sono in balia delle onde marine, e vado alla ricerca di un porto gioioso da tempo perduto. Ecco un'altra delle disgrazie che porta con se questa pandemia, perché si sta portando via i vecchi, che sono la memoria che non si trova scritta nei libri, e che solo loro possono raccontare il passato. Per fortuna il presente ci aiuta, attraverso la scienza e  tecnologia, a mitigare la strage della storia, nella mente di noi vecchi, che siamo i veri scrigni della memoria,. Inoltre, i moderni mezzi di comunicazione ci permettono anche di comunicare con amici lontani e separati da lunghe distanze, come mi capita in questi giorni, di scambiare foto e saluti con Henry dal lontano Brasile.


Nuvole scure si raddoppiano
specchiandosi sull'acqua,
aumentano il desiderio di libertà,
che questo coronavirus
ci ha tolto, ma che ci sprona 
a tenere duro e a combatterlo
dentro le pareti delle nostre case.
Quando potremo, finalmente
andare a passeggiare,
duelleremo 
mantenendo le distanze 
mascherati, ma liberi
di vedere e non guardare alla tv
la meravigliosa fioritura
delle rose di maggio.


sabato 25 aprile 2020

Sabato 25 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                  75 anni anni fa siamo stati liberati dalla dittatura nazi-fascista. Cinque anni di guerra, di soprusi, sottomessi, impauriti, umiliati e impoveriti. I cimiteri si sono riempiti delle spoglie mortali dei nostri cari. La liberazione che ogni 25 aprile commemoriamo, oggi la stiamo ricordando chiusi in casa dal coronavirus, un nemico invisibile molto difficile da combattere. Oggi come allora, i nostri cimiteri sono riempiti non di spoglie mortali, ma di contenitori...piccole bare con le ceneri dei nostri cari, ultimi sopravvissuti alla guerra. Stamattina hanno riaperto i cimiteri che erano stati chiusi dall'inizio della pandemia e. mascherato e con un bocciolo di rosa rossa nella mano guantata, sono andato al camposanto a trovare i miei cari. Negli anni a venire, i nostri figli ricorderanno il 25 aprile,  come il giorno della liberazione dalla 2^ Guerra mondiale, ma anche il giorno che questo coronavirus ci tiene ancora sotto scacco, impauriti e depressi, senza sapere quando di questo ci potremo liberare.


Quanto male te ghemoi fato
caro Paron
quando te si sta uno de nialtri
ma no te ghemo capio e gnanca scoltà.
Un co' semo qua a domandarte
un poca de pietà.
Ti che Te sì Paron Te prghemo
de torne da sta condission
piena de magagne e de morte.
Caro Paron
no finiremo mai
de domandarte perdon
e de inplorare a to misericordia,
Te preghemo
co' tanta devossion
de darne a to benedission,
parché vegnemo presto
 liberà da sto coronavirus.

venerdì 24 aprile 2020

Venerdì 24 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                il sole splende nel cielo azzurro e posso solo vederlo dalla finestra, costretto alla clausura da un niente dal bel none di corona-virus. Le previsioni optano per una riapertura graduale e in sicurezza con mascherine, gel igienizzante, guanti, distanza di due metri, per il prossimo 4 maggio. Speriamo che sia così per molti e in special modo per i bambini, ma per noi vecchi l'apertura è prolungata a una data più lontana, tanto ormai l'età ci ha già costretti a lunghi periodi casalinghi, a brevi passeggiate, a spostamenti accompagnati. Posso ancora vedere lembi di cielo tra un tetto e l'altro delle case e con tristezza, penso alle mie belle passeggiate sull'argine, che ora profuma di erba fresca, non posso bearmi della bellezza dei fiori selvatici e delle saltellanti corse delle lepri sui campi arati, sentire il piacere del calore dei raggi del sole e la piacevole dolce carezza dell'arietta primaverile. Tutte queste privazioni  e belle sensazioni si sono affievolite col tempo, ma oggi ancora di più, costretto dal coronavirus a rinunciare a tutte queste semplici e belle cose. Comunque sia ho un tetto dove posso ripararmi, una piccola pensione con la quale posso acquistare il poco cibo che mi necessita e ringraziando el Paron ho anche un poca di salute. Penso invece con tristezza, a tutti quelle povere persone, che rischiando la vita, sono approdate in Italia per trovare lavoro, casa e  cibo, ma che qui invece hanno trovato solo sfruttatori, che speculano perfino sui loro miseri guadagni di € 3,90 per un'intera giornata di lavoro, e che gli vengono levati da affitti esosi per una piccola e misera stanza. Tutti questi poveri disgraziati, non pensano certo al coronavirus quando sono curvi sulla terra a raccogliere le verdure di stagione, essi pensano solo a come fare per tirare a campare e, nonostante il  misero salario, riescono ancora a mettere da parte centesimo su centesimo per mandarlo a casa loro, dove i loro cari muoiono di fame. Se per noi il Covid-19 è una tremenda disgrazia, per loro è una delle loro tante innumerevoli disgrazie.

Buona giornata!


La panchina vuota
aspetta che io mi sieda,
la bella e fiorente primavera
aspetta che io l'ammiri,
l'erba verde e soffice aspetta
le corse e le grida dei bimbi.
Certo che farò tutto questo,
e cercherò di riconoscere
parenti, amici e conoscenti
guardandoli negli occhi
per riconoscerli, perché
il coronovirus ci ha
mascherati e distanziati.
Spero e sono fiducioso
che tornerò...torneremo...
al'aria aperta a leggere il giornale
su quella panchina vuota,
a inebriarci dei profumi primaverili
ed ad ascoltare le grida
dei bambini che giocano.

giovedì 23 aprile 2020

Mercoledì 22 e Giovedì 23 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                 ieri il computer non mi funzionava bene, ma ricordo di aver scritto la mia pagina di diario, e non so dove sia finita, forse non l'avrò salvata, il fatto sta che non c'è nel blog, me ne rammarico e cercherò di ricordare quello che ho scritto ieri e scrivo lo scrivo nella pagina di oggi, come a dire 2 piccioni con una fava...mah!
                                   Questa pandemia di coronavirus sta producendo non solo morti, ma anche tanti parolai, tutti vogliono dire la sua ei mass-media (per me esagerando) danno loro spazio. Ho letto da qualche parte che in Italia serve una classe dirigente per la ricostruzione, come a dire che quelli che ci sono (e sono tanti), sono degli incapaci. Ma anche i dirigenti di tutto il mondo che dirigono le organizzazioni come ONU - OMS - e tutte gli altri acronimi che dovrebbero  aiutare, vigilare e sorreggere le sorti del mondo intero sono tanti. Io capisco che bisogna davvero essere in tanti per dirigere al meglio le sorti dell'Umanità, ma mi sembra che si occupino solo dei Paesi dove hanno un tornaconto, mentre i Paesi che hanno milioni di persone che nascono e , vino e muoiono nella povertà, vengono da sempre dimenticati, oggi più che mai che il coronavirus imperversa senza confini, spazio e tempo. Credo che basti leggere  quello che succede in queste aree povere del mondo, dove questa pandemia sta mietendo  centinaia , se non migliaia di vittime, e i cadaveri non si trovano negli ospedali  e negli obitori, ma per le strade. Credo che non sia sufficiente per avere la coscienza a posto, elencare numeri, percentuali e grafici, che sono il già accaduto, ma bisogna tutti propio tutti rimboccarsi le maniche e remare per portare la barca in un porto sicuro. Anche l'economia dei paesi deve fare la sua parte, e lascerei la responsabilità di tutelare la sicurezza di uomini,mezzi e ambiente, ai titolari delle aziende, piccole o grandi che siano, di manufatti, servizi, commercio e quant'altro, con meno burocrazia, aiuti e anche con sanzioni se si sottraggono alle loro responsabilità. Io ho fiducia nel Creatore, che ha mandato quaggiù suo Figlio per dirci come dobbiamo comportarci, oggi credo ai necessario più che mai seguire le sue indicazioni, se vogliamo uscire dalle tenebre e ritrovare la luce. Tutti questi pensieri gli rivolgo ai potenti della terra, affinché abbandonino le rivalità e capiscano, che se vogliamo salvare il pianeta, DEVONO AVERE PIU' SOLIDARIETA' E AMORE VERSO  LA TERRA IN CUI ESSI VIVONO, ASSIEME AI MILIARDI DI ESSERI UMANI COME LORO.

Buona giornata!


Oggi brancoliamo nel buio
che il signore delle tenebre
ha fatto scendere sulla terra
attraverso il coronavirus,.
 Ne usciremo, ne sono certo ce la faremo
a illuminare questa oscurità,
solo affidandoci alla Luce
della Parola che ci insegna 
come fare a sconfiggere 
questa infinitesimale malasorte
nella quale siamo precipitati
anche per colpa nostra,
avendo dimenticato il rispetto
per noi stessi e la Terra 
che ci ospita.

mercoledì 22 aprile 2020


Martedì 21 aprile 2020
      Stamattina Gemma ha dovuto sottoporsi al quarto ciclo di chemioterapia, come da protocolli post intervento. Infatti, è stato causato dall’Intruso che si è annidato nel suo seno l’anno scorso. Ma l’avvento di un invisibile carognetta, chiamato coronavirus, ha fatto diventare Covid-Hospital tutto il nuovo Ospedale Madre Teresa, e di conseguenza il reparto di oncologia è stato trasferito a Piove di Sacco. Siamo  partiti da casa, attrezzati con mascherine e guanti verso le 7 e un quarto e siamo arrivati in quella cittadina verso le 8 e 20. Per entrare abbiamo dovuto declinare le nostre generalità, farci misurare la temperatura e disinfettarci le mani. Ho lasciato Gemma salire al Reparto provvisorio di oncologia e io sono andato a prendere un caffè alle macchinette. Ho atteso che Gemma mi chiamasse al cellulare per dirmi a che ora avrebbe terminato la seduta, poi mi sono incamminato verso il centro per prendere il giornale quotidiano. Ho fatto una bella passeggiata sotto i portici fino in centro dove c’è il Duomo, che ho visto aperto e sono entrato. La chiesa era buia e deserta, ma sull’altare era esposto il Santissimo Sacramento, pian piano  mi sono avvicinato e mi sono seduto di fronte al Paron, al quale ho confidato tutta la mia amarezza per tutto quello che sta succedendo a noi e all’Umanità intera. Dopo una ventina di minuti di colloquio con Lui, ho fatto il giro della chiesa ad ammirare le bellissime vetrate colorate con le immagini della Via Crucis. All’uscita ho guardato e ammirato il Duomo con la sua bella facciata, la torre quadrata e le pertinenze tutte in mattoni a faccia a vista, che si allungavano in una bella piazza. Ho passato dall’altro lato della strada e ho ripreso la via del ritorno sotto gli altri portici, che ogni tanto si interrompevano per farmi ammirare delle belle piazzette in stile moderno, che si intrattenevano  con delicatezza con i bei vetusti e alquanto cadenti palazzi signorili. Sulla facciata di una di queste magioni ho letto una sbiadita lapide, ove era scritto che in quel luogo aveva soggiornato Monsignor Sarto, poi divenuto Papa Pio X. Nel silenzio della cittadina sono arrivato al parcheggio dove avevo la mia auto, e dopo una mezzoretta Gemma mi ha chiamato al telefono per dirmi che stava uscendo, erano le 11. L’attesa è passata, ma mi ha permesso, seppur  velocemente, di vedere una Città, che pur essendoci stato moltissimi anni fa, quando ero dipendente dell’ULSS 23, non l’avevo mai girata e non pensavo certo che fosse così carina. Mascherato, arrabbiato e nell’ansia, anche questa giornata è terminata e vi do la buonanotte.



Nella Tua casa sono entrato,
era tutta buia e silenziosa.
Ho visto una luce sull’altare,
eri Tu nell’Eucarestia.
Forse mi aspettavi e
io volentieri mi sono fermato
a parlare con Te.
Ti ho confessato la  mia pochezza
nell’essermi affidato
alla vanità delle cose, che
un’insignificante particella
chiamata coronavirus,
mi ha scompaginato la vita
e annullate tutte le mie certezze.
Ti ho chiesto perdono
per avere contribuito a metterti in croce.
 Solo ora capisco quello che ho fatto.
A lungo Ti ho pregato e spero
nella Tua divina Misericordia
di far cessare questa pandemia
e ristorare l’anima mia.


lunedì 20 aprile 2020

Lunedì 20 aprile 2020

Carissima S. e blog. 
                                  stamattina piove e ci voleva un po' di pioggia...Almeno il cielo e la terra si liberano dalle impurità che l'uomo sparge nell'uno e nell'altra. Siamo al 60° giorno di prigionia obbligatoria, ma per le strade c'è più movimento, è forse una lenta ripresa per ritornare alla normalità, così il mio pessimismo viene sbugiardato dalla realtà. Ben venga, perché da quel che sento alla Tv, mi sembra che ci siano grosse incertezze, ma che penso siano dettate dalla prudenza e dalla paura di un ritorno di fiamma del coronavirus. Mi sconcerta l'atteggiamento dei politici, nonostante il Papa, stamattina, abbia detto che la politica è un'alta forma di carità e  ci ha invitati a pregare per gli uomini e le donne che si occupano di politica. In questi giorni ho sentito che in Inghilterra è deceduto un'altro giovane italiano, il quale nonostante abbiano chiesto di essere curati in Ospedale, sono stati rinviati a casa, dove poi sono morti. Penso che anche questo modo di comportarsi degli inglesi, sia una cosa da valutare nei rapporti con quella nazione, dopo il termine della pandemia. Come pure la nostra permanenza nell'Unione Europea  debba essere messa in discussione, dal momento che molti Paesi che ne fanno parte, non accettino di condividere questa tragedia, perché proprio di questo si tratta, e non dovrebbero esserci ostacoli per condividere tutto quello che serve per venirne fuori. D'altronde non si dice sempre che viene prima la salute e poi le valute...

Buona giornata!


Mi piacerebbe sapere
quel che accade
dietro la porta
nel chiuso delle case.
Quali sono i pensieri e i sentimenti
delle persone che ci vivono.
Quali sono le occupazioni
e i loro desideri.
Quali sono i rapporti
di questa convivenza forzata. 
Quali saranno le nostre reazioni
quando si apriranno le porte,
ma sopratutto quali e come 
saranno i nostri pensieri,
desideri e azioni.
Saremo capaci di ricordare,
di riflettere su quanto nulla siamo,
che basta un insignificante 
coronavirus
per annientare la nostra grandezza
e tutte le nostre cattiverie 
e i nostri egoismi.

domenica 19 aprile 2020

Domenica 19 aprile 2020

Carissima S. e blog. 
                                 stamattina c'era silenzio per la strada, le case avevano gli scuri ancora chiusi, mi sono incamminato verso la Chiesa di San Giacomo, che è la mia chiesa parrocchiale, ho visto la porta  aperta e sono entrato. C'era Don Marco seduto su un banco con il breviario in mano. Mi sono seduto su  un banco,  a tre quattro metri di distanza da lui e mi sono messo a pregare Dio che faccia cessare la pandemia di coronavirus,che ci sta affliggendo. Dopo una decina di minuti è arrivato Luca e ho capito che c'era la S. Messa in streaming. Infatti anche Don Marco si è alzato e girandosi ha  salutato, ma non verso di me, mi sono girato e la chiesa era vuota, rigirandomi ho sentito che diceva: - ah Ciao, ci sei anche tu...Allora ho capito che salutava i suoi parrocchiani anche se non erano presenti. Mi sono fermato in un angolo nascosto, e ho assistito alla celebrazione. Con lui c'erano Don Renzo e Padre Danilo, dietro l'altare c'era il giovane organista e un altro giovane che hanno animato la funzione. Ho assistito rapito alla S. Messa, con la bella musica e il bel canto dei due giovani. Sono stato molto contento e ho anche potuto ricevere la Comunione sacramentalmente. Questa prova del coronavirus non allenta la Fede, anzi per avvalorarla, riporto una delle letture di quest'oggi

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo  1,3-9

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con -, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la meta della vostra fede: la salvezza delle anime.
                          Parola di Dio.



Anima mia

questo tempo di coronavirus
non passa e  rischi di
sprofondare nel buio 
della solitudine,
ma non sarai mai sola
se a me penserai
con AMORE
più che mai.

sabato 18 aprile 2020

Sabato 18 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                Il COVID-19  sta sconvolgendo l'Umanità, ma ho la certezza che DIO, non ci abbandonato all'oscuro morbo maligno. DIO, attraverso suo Figlio Gesù ha rincuorato la Maddalena che piangeva il  Risorto, ma  Gesù le appare e la chiama per nome MARIA! Ecco la novità più bella, nella quale io credo fermamente, e quando sarà giunta la nostra ora,a causa del coronavirus,  Egli ci chiamerà tutti per nome, come starà chiamando per nome tutti coloro che ci hanno lasciato e che ora saranno, ne sono certo, accanto a Lui. Franchezza, coerenza coraggio sono le parole di Papa Francesco, che gli sono state suggerite dalle scritture di questa mattina a Santa Marta. In questi giorni è la Santa Messa che inizia e accompagna le mie giornate, e spero che sia così per molti cristiani. Quando tutto questo finirà, spero di conservare questa abitudine con Fedeltà, che è anche questa una parola detta da Papa in questi giorni. Le mie giornate iniziano così, poi ascolto la Tv e mi siedo al computer, per un paio d'ore, a scrivere questa pagina di diario. Nel pomeriggio recito il Rosario e poi ancora qualche ora al computer, dove cerco di mettere in ordine le tante cose che ho scritto in questi anni, ma più spesso scrivo ancora nuovi pensieri. Non so chi li leggerà, ma perché non vadano perduti, cerco di raccoglierli in libri, che prima o poi il mio figlioccio Matteo me li stamperà. In questo tempo di clausura ripenso alla mia vita, a quello che ho fatto e non fatto e se lo rifarei, ma poi penso alle tante cose che non potrò più fare e a quanti anni ho, che questo morbo non mi permette più di fare progetti, perché a me e a quelli della mia età che sono ancora vivi, ci ha tolto anche la possibilità di muoverci. Inoltre, è previsto che noi vecchi saremo gli ultimi ad avere la libertà di andare dove vogliamo e fare quello che vogliamo. Eravamo liberi, ora non più.

Buona giornata!



Getto lo sguardo
su d'una bianca nuvoletta
Mi arrampico sugli specchi 
a ripensare la vita, ma
vedo buio e una luce lontana
sospiro e con il pensiero
vado oltre!
Dalla finestra a sbarre
Vedo sterpaglie secche
in una terra incolta,
là dov'era il mio solo
anelito di libertà.
Canto le mie liriche
come melodie,
Ma nessuno,
proprio nessuno
Le ascolta.
Come più  non odo il garulare
delle ripetenti tortore
all’alba sui tetti,
odo solo le sirene delle ambulanze
mi commuovo all'opra
degli operatori sanitari
dii tutti i livelli, piango
sui lutti e sulla ignavia dei potenti,
che ancora in questa pandemia
trovano il tempo di combattere tra di loro,
chiudo gli occhi e sogno la bellezza.
Mi passa accanto lei,
con i suoi capelli castani,
lunghi come fili di seta,
ha la pelle bianca
come il fiore di magnolia
e il suo corpo agile
di gazzella. Mi accorgo
che sono ancora capace di sognare.

venerdì 17 aprile 2020

Venerdì 17 aprile 2020

Carissima S. e blog. 
                                  da dove possono cominciare a scrivere questa pagina del diario, se non pensando a quello che ci sta facendo questo flagello di coronavirus. Stiamo vivendo in una situazione che non siamo né carne né pesce, come si suol dire. Infatti siamo vivi, ma è come se fossimo morti: Mangiamo, dormiamo, vediamo il giorno e la notte, ma chiusi in casa e se per necessità usciamo nemmeno ci riconosciamo, mascherati come siamo. Sento parlare della fase 2 e la fase 1 non è ancora terminata, come sempre anche in questa fase si stanno facendo ipotesi per distoglierci dalla catastrofica situazione reale. Bisogna guardare avanti, però bisognerebbe anche esaminare e riflettere su ieri e sul passato di tutta la storia dell'umanità. Non mi dilungo nell'esaminare e non voglio essere pessimista, ma voglio fare un pensiero e una riflessione, su cosa succederebbe se rimanessimo, a causa di questo morbo, senza persone che lavorano nel campo energetico, e non avessimo pensato di conservare per iscritto le conoscenze acquisite finora, a che cosa ci servirebbero i computer, i tablet, gli smart, le app e tutti gli altri mezzi con i quali comunichiamo. A cosa servirebbero tutti i mezzi di trasporto se mancasse la manodopera per farli e per caricarli, ma di che cosa che operai che lavorano nei campi, nei vari mestieri dimenticati. A cosa servono le belle parole e le scuse, se non a imbambolare e a mascherare gli egoismi che abbiamo. Non ci accorgiamo che ora bisogna avere pazienza, aspettare, non correre, ma ESSERE più che AVERE, e quello che bisogna avere è il buon senso e il rispetto per la vita sotto qualsiasi forma. Se un abitante notturno come il pipistrello ha prodotto tutto questo, è perché NOI ABBIAMO INQUINATO tutto il cibo che gli serviva per sopravvivere e allora, ha mangiato tutti nostri sporchi scarti e le nostre porcherie hanno infettato il pipistrello e l'umanità intera. Se continuiamo a infestare i fiori e le piante con la micidiale chimica, le api ci saranno per impollinare....

Buona giornata!



Ieri
 c'era la povertà,
ma anche tanta dignità.
Il senso del dovere,
la fatica del mestiere
fatto con precisione
che dava soddisfazione.
L’artigiano era un vero artista
che presentava in bella vista
i suoi capolavori
con gusti, bellezza e sapore.
Il territorio  era naturale
e veniva trasformato con arte
dalle mani callose dell'uomo
e dall'incessante lavorio
di tutti gli animali che
per questo sono stati creati.
ed essi rendevano le cose preziose
 Oggi
La tecnologia esasperata
aiuta sì, ma in maniera esagerata
e le capacità artigianali
sono state dimenticate e
 private del suo volto umano.
Le opere sono meno preziose
più fragili e vanitose.
La bramosia del guadagno
è sì un risultato ma 
la qualità ha trasformato
in un bene usa e getta,
dall’aparenza perfetta,
ma privo di quel valore
di mani artigiane fatte
con  testa e cuore.

Domani
chissà se questa pandemia
così letale ci farà fare
una vita più normale.







giovedì 16 aprile 2020

Giovedì 16 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                 ieri pomeriggio ho inforcato la bicicletta per andare all'Agrimons a comperare della verdura, arrivato al Duomo mi sono fermato a guardare i necrologi. La bacheca era stracolma e perfino debordavano le locandine con i volti dei tanti defunti, tra i quali c'erano persone che ho conosciuto e che ho frequentato. Ho ripreso la bicicletta e  ho guardato i giardini vuoti, le serrande abbassate dei bar e dei negozi a destra e sinistra ini via Roma, in Piazza Mazzini e  in via 28 Aprile    un silenzio spettrale. In giro c'era solo qualcheduno che portava a spasso il cane, e le persone che ho viste le ho potute contare su una mano, come pure le auto. Anche all'Agrimons ho trovato poche persone e pochi banchi aperti. Ho osservato, che in giro non c'erano nemmeno gatti e in cielo volavano pochi uccelli. Questa pandemia di coronavirus sta spopolando ogni attività lavorativa e sociale, senza avere la benché minima percezione di quando finirà. Le notizie che arrivano dalle Tv e si leggono sui giornali, sono solo un elenco di numeri, tra i quali spiccano le oltre ventimila persone che sono decedute solo qui in Italia, ma in tutto il mondo ci si avvicina al milione di vittime conosciute, ma non si contano quelle sole che sono morte in casa e in giro, perché nessuno le cerca. In tutto questo, quello che mi fa più dispiacere, è sentire i politici che invece di abbassare la cresta e lavorare uniti per trovare soluzioni per ora e per il domani, si scagliano uno contro l'altro con parole e toni offensivi. Cari politici vi prego, abbandonate l'antagonismo e mettete il meglio di voi per accordarvi sul da farsi.

Buona giornata!



Dicevano i vecchi
-in Aprile non ti scoprire-
Perché il tempo
fa quello che vuole.
I prati sono una meraviglia
pieni di fiori e di erba verde,
il frumento è  già bello alto,
la Natura  continua il suo ciclo.
Però essa può essere crudele 
nei nostri confronti,
perché l'uomo la sta sfruttando 
senza nessun rispetto.
Ed ecco cosa ci succede, dobbiamo
fare i conti con il Covid-19, 
che per qualche verso è
il segno che la Natura si sta ribellando
alla contaminazione e alla distruzione
che da molti anni stiamo
perpetrando contro di essa. 
Speriamo che tutto finisca presto,
ma quando questo accadrà
dobbiamo ricordarci a cosa
il nostro comportamento egoistico
può portarci.