venerdì 17 aprile 2020

Venerdì 17 aprile 2020

Carissima S. e blog. 
                                  da dove possono cominciare a scrivere questa pagina del diario, se non pensando a quello che ci sta facendo questo flagello di coronavirus. Stiamo vivendo in una situazione che non siamo né carne né pesce, come si suol dire. Infatti siamo vivi, ma è come se fossimo morti: Mangiamo, dormiamo, vediamo il giorno e la notte, ma chiusi in casa e se per necessità usciamo nemmeno ci riconosciamo, mascherati come siamo. Sento parlare della fase 2 e la fase 1 non è ancora terminata, come sempre anche in questa fase si stanno facendo ipotesi per distoglierci dalla catastrofica situazione reale. Bisogna guardare avanti, però bisognerebbe anche esaminare e riflettere su ieri e sul passato di tutta la storia dell'umanità. Non mi dilungo nell'esaminare e non voglio essere pessimista, ma voglio fare un pensiero e una riflessione, su cosa succederebbe se rimanessimo, a causa di questo morbo, senza persone che lavorano nel campo energetico, e non avessimo pensato di conservare per iscritto le conoscenze acquisite finora, a che cosa ci servirebbero i computer, i tablet, gli smart, le app e tutti gli altri mezzi con i quali comunichiamo. A cosa servirebbero tutti i mezzi di trasporto se mancasse la manodopera per farli e per caricarli, ma di che cosa che operai che lavorano nei campi, nei vari mestieri dimenticati. A cosa servono le belle parole e le scuse, se non a imbambolare e a mascherare gli egoismi che abbiamo. Non ci accorgiamo che ora bisogna avere pazienza, aspettare, non correre, ma ESSERE più che AVERE, e quello che bisogna avere è il buon senso e il rispetto per la vita sotto qualsiasi forma. Se un abitante notturno come il pipistrello ha prodotto tutto questo, è perché NOI ABBIAMO INQUINATO tutto il cibo che gli serviva per sopravvivere e allora, ha mangiato tutti nostri sporchi scarti e le nostre porcherie hanno infettato il pipistrello e l'umanità intera. Se continuiamo a infestare i fiori e le piante con la micidiale chimica, le api ci saranno per impollinare....

Buona giornata!



Ieri
 c'era la povertà,
ma anche tanta dignità.
Il senso del dovere,
la fatica del mestiere
fatto con precisione
che dava soddisfazione.
L’artigiano era un vero artista
che presentava in bella vista
i suoi capolavori
con gusti, bellezza e sapore.
Il territorio  era naturale
e veniva trasformato con arte
dalle mani callose dell'uomo
e dall'incessante lavorio
di tutti gli animali che
per questo sono stati creati.
ed essi rendevano le cose preziose
 Oggi
La tecnologia esasperata
aiuta sì, ma in maniera esagerata
e le capacità artigianali
sono state dimenticate e
 private del suo volto umano.
Le opere sono meno preziose
più fragili e vanitose.
La bramosia del guadagno
è sì un risultato ma 
la qualità ha trasformato
in un bene usa e getta,
dall’aparenza perfetta,
ma privo di quel valore
di mani artigiane fatte
con  testa e cuore.

Domani
chissà se questa pandemia
così letale ci farà fare
una vita più normale.







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