mercoledì 1 aprile 2020

Mercoledì 1 aprile 2020

Carissima S. e e blog. 
                                    oggi è il primo di aprile, ma non c'è tanta voglia di fare scherzi, lo scherzo del pesce d'aprile ce l'ha fatto e ce lo sta facendo il coronavirus, ormai da 40 giorni. Comunque chiudo gli occhi e vado indietro negli anni quando a scuola elementare ci tiravamo i cancellini sulla schiena, o pian piano attaccavamo i pesciolini di carta sulla schiena di amici e parenti. Attraverso questi pensieri mi rilasso, accenno un sorriso, la fronte corrugata si distende e gli occhi ridono. Ieri mi e ci è stato fatto il pesce d'aprile anticipato dall'ULSS 6 Euganea, che ha convocato Gemma a proseguire la chemioterapia all'Ospedale di Piove di Sacco. Ecco un'altra conseguenza dell'invisibile morbo, che oltre  alla sofferenza del cancro, è stato aggiunto anche il disagio del viaggio. L'Ospedale lo conosco perché faceva parte  del mio lavoro alll'Ulss 23 e poi quando ci sono andato 18 anni anni fa  a fare la chemioterapia di Maria, ieri mattina ci sono ritornato per lo stesso motivo con Gemma. Siamo partiti alle 10 circa e in meno di un'ora siamo arrivati, perché per la strada c'era pochissimo traffico, a causa sempre dei Decreti emanati per contenere il diffondersi del Covid-19. Abbiamo fatto oltre 70 Km tra andata e ritorno.  Ho trovato il nuovo Ospedale di Piove di Sacco, ma la chemioterapia è ancora nella vecchia struttura, che è stata mantenuta accanto a quella nuova. Infatti, come siamo arrivati, abbiamo fatto fatica a trovare il reparto perché non era ben segnalato. Sono dovuto scendere dall'auto un paio di volte e chiedere dove dovevamo andare, e così hanno fatto anche tutti i pazienti che erano stati convocati prima di mezzogiorno come noi.Dopo avere girato nei meandri del vecchio Ospedale,  che naturalmente non ricordavo, siamo  finalmente arrivati alla porta d'ingresso dove c'era il Reparto oncologico, Sulla porta c'era un cartello dov'era scritto di entrare uno alla volta. Dentro c'erano due operatrici sanitarie vestite con camici, mascherine ed occhiali, che prendevano e scrivevano i dati relativi ad ogni persona che entrava, sia che fosse paziente o accompagnatore. Esse prendevano la temperatura e mettevano del gel sulle mani, poi una  accompagnava il paziente fino alla stanza dove doveva fare la chemioterapia, mentre all'accompagnatore veniva indicata la sala d'attesa, dove non c'erano le POLTRONCINE ROSSE E I DIVANETTI BLU e ho preferito uscire e starmene seduto in auto. Gemma è rimasta dentro poco più di due ore, perché la terapia è ormonale, e il prelievo del sangue le era già stato fatto una quindicina di giorni prima all'Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia IN PIENO PERIODO DI CORONAVIRUS. Mentre sono rimasto fuori ho guardato attorno a quel vecchio luogo dove sono riemersi i tristi ricordi. Gemma è molto positiva e si adatta a tutto, ma mi ha raccontato che faceva freddo. non c'erano poltrone, l'hanno fatta sedere su una sedia e con il braccio appoggiato su un letto e non c'era acqua da bere. Io credo, che quando passerà l'emergenza (se passerà...  non sono pessimista ... ho solo dubbi)  qualcuno ci darà delle spiegazioni per questa immeritata scelta su pazienti già pieni di dolore.

Buona giornata!


Volavo libero
con tutto me stesso
sulle ali della giovinezza.
Poi venne il tempo
catapultato nella maturità
con le gioie, gli  affanni e i pensieri
della famiglia e del lavoro.
Sognavo una vecchiaia felice ma,
improvvisamente dall’Oriente
sei arrivato  tu… coronavirus
e, con tutta la tua malvagia potenza,
mi hai  tolto la quiete del riposo,
hai invaso tutta la terra,
ti sei scagliato con violenza
su tutta l'umanità
e hai fatto strage di innocenti.





1 commento:

  1. Molto Bella !Toccante!Dalla partenza alla fine delle Viaggio! Ciao

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