venerdì 24 aprile 2020

Venerdì 24 aprile 2020

Carissima S. e blog.
                                il sole splende nel cielo azzurro e posso solo vederlo dalla finestra, costretto alla clausura da un niente dal bel none di corona-virus. Le previsioni optano per una riapertura graduale e in sicurezza con mascherine, gel igienizzante, guanti, distanza di due metri, per il prossimo 4 maggio. Speriamo che sia così per molti e in special modo per i bambini, ma per noi vecchi l'apertura è prolungata a una data più lontana, tanto ormai l'età ci ha già costretti a lunghi periodi casalinghi, a brevi passeggiate, a spostamenti accompagnati. Posso ancora vedere lembi di cielo tra un tetto e l'altro delle case e con tristezza, penso alle mie belle passeggiate sull'argine, che ora profuma di erba fresca, non posso bearmi della bellezza dei fiori selvatici e delle saltellanti corse delle lepri sui campi arati, sentire il piacere del calore dei raggi del sole e la piacevole dolce carezza dell'arietta primaverile. Tutte queste privazioni  e belle sensazioni si sono affievolite col tempo, ma oggi ancora di più, costretto dal coronavirus a rinunciare a tutte queste semplici e belle cose. Comunque sia ho un tetto dove posso ripararmi, una piccola pensione con la quale posso acquistare il poco cibo che mi necessita e ringraziando el Paron ho anche un poca di salute. Penso invece con tristezza, a tutti quelle povere persone, che rischiando la vita, sono approdate in Italia per trovare lavoro, casa e  cibo, ma che qui invece hanno trovato solo sfruttatori, che speculano perfino sui loro miseri guadagni di € 3,90 per un'intera giornata di lavoro, e che gli vengono levati da affitti esosi per una piccola e misera stanza. Tutti questi poveri disgraziati, non pensano certo al coronavirus quando sono curvi sulla terra a raccogliere le verdure di stagione, essi pensano solo a come fare per tirare a campare e, nonostante il  misero salario, riescono ancora a mettere da parte centesimo su centesimo per mandarlo a casa loro, dove i loro cari muoiono di fame. Se per noi il Covid-19 è una tremenda disgrazia, per loro è una delle loro tante innumerevoli disgrazie.

Buona giornata!


La panchina vuota
aspetta che io mi sieda,
la bella e fiorente primavera
aspetta che io l'ammiri,
l'erba verde e soffice aspetta
le corse e le grida dei bimbi.
Certo che farò tutto questo,
e cercherò di riconoscere
parenti, amici e conoscenti
guardandoli negli occhi
per riconoscerli, perché
il coronovirus ci ha
mascherati e distanziati.
Spero e sono fiducioso
che tornerò...torneremo...
al'aria aperta a leggere il giornale
su quella panchina vuota,
a inebriarci dei profumi primaverili
ed ad ascoltare le grida
dei bambini che giocano.

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