sabato 11 aprile 2020


Venerdì Santo 10 aprile 2020

Carissima  S. e blog.
                                 Questa mattina mi sono alzato alle 6.30. Come il mio solito, mi sono fatto il caffè con la cuccumae, ho recitato il Rosario, ascoltandolo alla TV che lo trasmetteva in differita, dal Santuario della Madonna di Pompei.  Al termine ho fatto colazione e poi sono uscito di casa per andare in farmacia a prendere delle medicine, al ché Gemma mi ha richiamato per dirmi: dove vai senza mascherina – . Infatti, non mi sono ancora abituato a questo importante regola e sono ritornato per metterla. Davanti alla farmacia c’era già la fila, ho contato una decina di persone ordinatamente in fila e mi sono accodato. Arrivato il mio turno, prese e pagate le medicine, sono andato, come invece è mia abitudine, a guardare le epigrafi e, mi sono intristito nel vedere tra quelle esposte, i necrologi di due persone che conosco abbastanza bene e che considero amiche. Maria di anni 101 ospite del CSA di Monselice e Stelio 93 anni che vive nella sua casa di via Valli. La prima Maria,  non l’ho più vista da quando non frequento più la Casa di riposo come volontario; Stelio invece l’ho visto prima  che accadesse questa pestilenza. Altri due pezzi di storia, che se anche hanno un’età importante e con gli acciacchi dovuti all’età, erano persone lucide e volentieri mi intrattenevo con entrambi quando ne avevo l’occasione. Maria e Stelio hanno vissuto le tragedie dell’epoca fascista, della II Guerra Mondiale e delle varie epidemie che si sono succedute nel ‘900. Maria parlava poco del suo passato, ma  da lei a spizzichi, ho saputo  che era stata governante della famiglia più importante di Predappio, ed ho immaginato quale era, perché lei non si sbottonava più di tanto. Col tempo ho cercato di sapere qualcosa da Patrizio suo figlio che è anche marito di Sandra una mia volontaria A.V.O. ma anche lui è stato restio a parlarmene. Stelio, classe 1927, invece parlava volentieri del suo passato di ferroviere e di Partigiano. Ora dei vecchioni, come li chiama Roberto un mio coetaneo, èche spesso con Stelio si trovano rimasto in vita  solo Felice – Domenico classe 1923, mentre Bruno classe 1919, Pietro classe 1924  e Giuseppe classe 1918, che li riuniva tutti in un piccolo bar, dove lui, più vecchio dei vecchioni, gli piaceva conversare dei loro ricordi e qui io  andavo spesso per  ascoltarli ammirato. Con questa pagina termino la mia lunga giornata DI iorestoacasa.

Buona serata!
  


Amici che hanno vissuto
momenti bruttissimi nella loro vita,
ma che sonno anche vissuto a lungo,
ed ora non sono più.
Essi rimarranno sempre nel mio cuore,
e riandrò con la memoria
ai tanti ricordi che mi hanno raccontato
e alle tante cose che mi hanno lasciato.
Pietro le sue poesie in dialetto, Bruno
I suoi meravigliosi disegni,
Giuseppe e Stelvio i loro libri
sulla vita, la guerra e la prigionia
nei lager tedeschi e
Maria la sua triste dolcezza.

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