domenica 13 aprile 2014

Ciao Sandra, grazie per gli auguri. è bellissima. Buona Domenica delle Palme!
Ea Pasqua a xé na grande festa
a casca nel tenpo che a Natura se desta
a xé na bomba de coori
fora e dentro aguroa ti e a tuti
tanta serenità dei ai vostri cuori.
Bona Pasqua!


VISITA A MONSELICE


      Tra le tantissime pubblicazioni,carte topografiche e guide, alle soglie del 2000, vorrei offrire il mio contributo alla città, con questo breve itinerario per visitare Monselice nel centro storico.

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                       Le origini di Monselice si perdono nel tempo, pertanto, accenno alcuni dati storici. A seguito di scavi, condotti sul colle della Rocca, furono ritrovati dei refusi di anfore di terracotta, risalenti al VI secolo. Da questo periodo, per la città di Monselice, inizia un'espansione che lascia stupefatti. Riscontri bizantini, longobardi e in particolare federiciani, sono visibili anche oggi. Col passare dei secoli , Monselice, fu per molte nobili casate, quali gli Scaligeri, i Carraresi, i Pisani, i Mocenigo, i Duodo, i Balbi Valier, i Cini e tante altre ancora, una città che offriva loro sicurezza, per questo motivo si costruirono le loro dimore, sia per brevi soggiorni che,  per lunghi periodi. Infatti, innumerevoli sono le costruzioni che ne testimoniano il retaggio.

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             Cominciamo il nostro itinerario dalla Piazza di Monselice dove si può ammirare la stupenda Torre dell'orologio, dalla parte opposta della piazza, inizia la salita al colle della Rocca, alla destra si trova la Chiesa di San Paolo della fine dell'XI secolo. La chiesa, da una recente campagna di restauro, si suppone sia sorta sui resti di un tempietto dedicato a Giove. Inoltre è stata trovata una piccola nicchia, dove, dagli affreschi rinvenuti, si pensa si sia fermato San Francesco.

             Alla sinistra, della salita, si trova l'ottocentesca Loggetta dei mercanti, ora sede della biblioteca, ma in procinto di traslocare, perche la stessa è bisognosa di radicali restauri.

             Si sale l'acciotolato e sulla destra iniziano le mura che recintano il magnifico Castello di Monselice, chiamato anche Cà Marcello, la turrita casa d'Ezzelino da Romano che si fece costruire nel pieno dell'età medioevale (1157). Nel complesso architettonico, non sfigurano affatto, costruzioni di epoche diverse volute dai Carraresi. Il Castello di Monselice è ora amministrato dalla Società La Rocca ed è aperto al pubblico. Questa Società amministra anche il colle della Rocca e con lungimiranza, ha intrapreso delle opere di restauro del " Mastio Federiciano" e delle sue adiacenze. Durante tali lavori sono stati rinvenuti dei preziosi reperti Longobardi, la società ha ora provveduto ad allestire, sotto la sala della biblioteca del Castello, un bellissimo " Antiquarium Longobardorum", che è già visitabile.

             Continuando a salire si incontra Villa Nani, impreziosita dalla eccitante scalinata, che sembra incunearsi nel ventre della Rocca. L'alta mura è ornata da grottesche figure di nani. La villa è del settecento e così pure le scuderie ch si trovano alla destra della strada.

              La romanica sagoma del Duomo Vecchio ci viene incontro, salendo la via, questo magnifico manufatto risale al 1200. L'aggraziato proteo ci accoglie e ci invita ad entrare nel Duomo, formato da un'unica navata, una grande abside centrale e due piccole laterali,alle quali si accedeva salendo una breve scalinata a tutto campo.
Il Duomo è spoglio, ma stupendo nella sua imponenza, lo arreda dei grandi quadri alle pareti laterali, lasciati all'incuria; di pregevole fattura un piccolo quadro della "Madonna del latte" del Bellini.

               Uscendo dal Duomo Vecchio, il marciapiede, che lo affianca, ci conduce all'ariosa "Rotonda", dopo aver sorpassato due alte colonne, di fattura ottocentesca, con alla sommità due leoni comitali. La Rotonda si affaccia sul "Belvedere" della città e del territorio a sud della stessa.

               Dopo aver percorso il breve tratto rotondo, si arriva all'ingresso della Porta Romana, cosidetta perchè ci introduce, come si rileva dalla scritta latina sul frontespizio, "Romanis Basilicis Pares". Infatti, varcandola ci troviamo di fronte alla salitella delle "Sette Chiesette", esse si possono ammirare dal basso, salendo il marciapiede, oppure  intraprendendo gli scalini, che passo dopo passo ci fanno ammirare le piccole preziose chiesette e il loro interno, nel quale si trovano, in s sequenza, le tele di Jacopo Palma il Giovanee del Loth , che raffigurano la titolarità delle chiesette dedicate alle Basiliche romane. La prima chiesetta ricorda: La Basilica di Santa Maria Maggiore - la seconda la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme - la terza la Basilica di San Lorenzo fuori le mura - la quarta la Basilica di San Giovanni in Laterano - la quinta la Basilica dedicata a San Sebastiano - la sesta a San Pietro e Paolo - la settima chiesetta era l'oratorio della Famiglia Duodo e si trova sulla destra, un pò staccata dalle altre, ed è tuttora dedicata a San Giorgio, ma è anche chiamata dei "Santi", nella tradizione popolare dei Monselicensi. In essa sono contenute numerose teche in legno, dentro alle quali ci sono le "Ossa" dei Martiri, che la nobile famiglia ha portato a Monselice, su concessione del Papa Clemente XI, o della Santa Congregazione. Tali "Resti Sacri" furono ritrovati, durante scavi di manuntenzione effettuati in diverse località e Chiese di Roma. Il più conosciuto di questi martiri e senz'altro San Valentino, che si venera il 14 febbraio di ogni anno. Durante questa festa, giornata permettendo, le mamme portano i loro bambini alla Chiesetta dei Santi per la Benedizione e per ricevere la "chiavetta" di San Valentino, perchè come vuole la tradizione, i bambini possano aprire le porte del paradiso ,e siano protetti dal "malcaduto", attraverso l'intercessione di San Valentino. Questo Santo è venerato anche nella vicina Este, in altre località ed in particolar modo a Terni, ove lo festeggiano quale protettore degli innamorati. Oggi alle soglie del 2000, anno Giubilare e di pellegrinaggi penitenziali, voglio quì ricordare che nel luglio 1605, a Pietro Duodo, figlio di Francesco Duodo, che si trovava a Roma, quale ambasciatore di Venezia presso la Sede Pontificia, fu concessa, da Papa paolo V oltre all'autorizzazione  della costruzione delle sei cappelle, anche l'Indulgenza , accordata ai pellegrini romei che si recavano a visitare le Basiliche di Roma. La Bolla Papale di questa indulgenza è conservata nel "Tesoro di Santa Giustina" di Monselice e porta la data del 12 novembre 1605. Per ricordare ai miei concittadini, ai visitatori e ai pellegrini, che passeranno per Monselice, per recarsi a Roma , che le "Sette Chiesette di Monselice e il suo Duomo vecchio, sono stati inseriti negli itinerari giubilari come meta di pellegrinaggio, dal Comitato per il Giubileo, dalla Diocesi di Padova  e dal Vescovo di Padova Antonio. Questo mi è stato comunicato con lettera del 22 marzo 1999, dallo stesso Vescovo Antonio. Pertanto, con benefico intuito, coloro che con Devozione visiteranno questi Sacri Luoghi, potranno ricevere l'Indulgenza concessa nell'anno 1605 da Papa Paolo V.
        
                Da questo luogo, il visitatore può ammirare la stupenda Villa Duodo, da questi commissionata al famoso architetto Scamozzi e rifinita dal Tirali - la bellissima esedra di San Francesco Saverio - la scalinata che porta al "Mastio"- I giardini pensili, sotto la Chiesetta di San Giorgio e i resti delle " mura " di Monselice, dalla parte Est. Tutto ciò in un piccolissimo spazio, che sembra lo scenario di un teatro, ma che è stato sapientemente elaborato dai costruttori del secolo XVI e anni seguenti, i quali l'hanno costruito per le varie nobili famiglie committenti. Dobbiamo essere loro grati per averci conservati questi gioielli del passato.




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