Ea Pasqua a xé na grande festa
a casca nel tenpo che a Natura se desta
a xé na bomba de coori
fora e dentro aguroa ti e a tuti
tanta serenità dei ai vostri cuori.
Bona Pasqua!
VISITA A MONSELICE
Tra le tantissime pubblicazioni,carte
topografiche e guide, alle soglie del 2000, vorrei offrire il mio contributo
alla città, con questo breve itinerario per visitare Monselice nel centro
storico.
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Le origini di Monselice
si perdono nel tempo, pertanto, accenno alcuni dati storici. A seguito di
scavi, condotti sul colle della Rocca, furono ritrovati dei refusi di anfore di
terracotta, risalenti al VI secolo. Da questo periodo, per la città di
Monselice, inizia un'espansione che lascia stupefatti. Riscontri bizantini,
longobardi e in particolare federiciani, sono visibili anche oggi. Col passare
dei secoli , Monselice, fu per molte nobili casate, quali gli Scaligeri, i
Carraresi, i Pisani, i Mocenigo, i Duodo, i Balbi Valier, i Cini e tante altre
ancora, una città che offriva loro sicurezza, per questo motivo si costruirono
le loro dimore, sia per brevi soggiorni che,
per lunghi periodi. Infatti, innumerevoli sono le costruzioni che ne
testimoniano il retaggio.
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Cominciamo il nostro itinerario
dalla Piazza di Monselice dove si può ammirare la stupenda Torre dell'orologio,
dalla parte opposta della piazza, inizia la salita al colle della Rocca, alla
destra si trova la Chiesa di San Paolo della fine dell'XI secolo. La chiesa, da
una recente campagna di restauro, si suppone sia sorta sui resti di un
tempietto dedicato a Giove. Inoltre è stata trovata una piccola nicchia, dove,
dagli affreschi rinvenuti, si pensa si sia fermato San Francesco.
Alla sinistra, della salita, si
trova l'ottocentesca Loggetta dei mercanti, ora sede della biblioteca, ma in
procinto di traslocare, perche la stessa è bisognosa di radicali restauri.
Si sale l'acciotolato e sulla
destra iniziano le mura che recintano il magnifico Castello di Monselice,
chiamato anche Cà Marcello, la turrita casa d'Ezzelino da Romano che si fece
costruire nel pieno dell'età medioevale (1157). Nel complesso architettonico,
non sfigurano affatto, costruzioni di epoche diverse volute dai Carraresi. Il
Castello di Monselice è ora amministrato dalla Società La Rocca ed è aperto al
pubblico. Questa Società amministra anche il colle della Rocca e con
lungimiranza, ha intrapreso delle opere di restauro del " Mastio Federiciano"
e delle sue adiacenze. Durante tali lavori sono stati rinvenuti dei preziosi
reperti Longobardi, la società ha ora provveduto ad allestire, sotto la sala
della biblioteca del Castello, un bellissimo " Antiquarium
Longobardorum", che è già visitabile.
Continuando a salire si incontra
Villa Nani, impreziosita dalla eccitante scalinata, che sembra incunearsi nel
ventre della Rocca. L'alta mura è ornata da grottesche figure di nani. La villa
è del settecento e così pure le scuderie ch si trovano alla destra della
strada.
La romanica sagoma del Duomo
Vecchio ci viene incontro, salendo la via, questo magnifico manufatto risale al
1200. L'aggraziato proteo ci accoglie e ci invita ad entrare nel Duomo, formato
da un'unica navata, una grande abside centrale e due piccole laterali,alle
quali si accedeva salendo una breve scalinata a tutto campo.
Il Duomo è spoglio, ma
stupendo nella sua imponenza, lo arreda dei grandi quadri alle pareti laterali,
lasciati all'incuria; di pregevole fattura un piccolo quadro della
"Madonna del latte" del Bellini.
Uscendo dal Duomo Vecchio, il
marciapiede, che lo affianca, ci conduce all'ariosa "Rotonda", dopo
aver sorpassato due alte colonne, di fattura ottocentesca, con alla sommità due
leoni comitali. La Rotonda si affaccia sul "Belvedere" della città e
del territorio a sud della stessa.
Dopo aver percorso il breve
tratto rotondo, si arriva all'ingresso della Porta Romana, cosidetta perchè ci
introduce, come si rileva dalla scritta latina sul frontespizio, "Romanis
Basilicis Pares". Infatti, varcandola ci troviamo di fronte alla salitella
delle "Sette Chiesette", esse si possono ammirare dal basso, salendo
il marciapiede, oppure intraprendendo
gli scalini, che passo dopo passo ci fanno ammirare le piccole preziose
chiesette e il loro interno, nel quale si trovano, in s sequenza, le tele di
Jacopo Palma il Giovanee del Loth , che raffigurano la titolarità delle
chiesette dedicate alle Basiliche romane. La prima chiesetta ricorda: La
Basilica di Santa Maria Maggiore - la seconda la Basilica di Santa Croce in
Gerusalemme - la terza la Basilica di San Lorenzo fuori le mura - la quarta la
Basilica di San Giovanni in Laterano - la quinta la Basilica dedicata a San
Sebastiano - la sesta a San Pietro e Paolo - la settima chiesetta era
l'oratorio della Famiglia Duodo e si trova sulla destra, un pò staccata dalle
altre, ed è tuttora dedicata a San Giorgio, ma è anche chiamata dei
"Santi", nella tradizione popolare dei Monselicensi. In essa sono
contenute numerose teche in legno, dentro alle quali ci sono le
"Ossa" dei Martiri, che la nobile famiglia ha portato a Monselice, su
concessione del Papa Clemente XI, o della Santa Congregazione. Tali "Resti
Sacri" furono ritrovati, durante scavi di manuntenzione effettuati in
diverse località e Chiese di Roma. Il più conosciuto di questi martiri e
senz'altro San Valentino, che si venera il 14 febbraio di ogni anno. Durante
questa festa, giornata permettendo, le mamme portano i loro bambini alla
Chiesetta dei Santi per la Benedizione e per ricevere la "chiavetta"
di San Valentino, perchè come vuole la tradizione, i bambini possano aprire le
porte del paradiso ,e siano protetti dal "malcaduto", attraverso
l'intercessione di San Valentino. Questo Santo è venerato anche nella vicina
Este, in altre località ed in particolar modo a Terni, ove lo festeggiano quale
protettore degli innamorati. Oggi alle soglie del 2000, anno Giubilare e di
pellegrinaggi penitenziali, voglio quì ricordare che nel luglio 1605, a Pietro
Duodo, figlio di Francesco Duodo, che si trovava a Roma, quale ambasciatore di
Venezia presso la Sede Pontificia, fu concessa, da Papa paolo V oltre
all'autorizzazione della costruzione
delle sei cappelle, anche l'Indulgenza , accordata ai pellegrini romei che si
recavano a visitare le Basiliche di Roma. La Bolla Papale di questa indulgenza
è conservata nel "Tesoro di Santa Giustina" di Monselice e porta la
data del 12 novembre 1605. Per ricordare ai miei concittadini, ai visitatori e
ai pellegrini, che passeranno per Monselice, per recarsi a Roma , che le
"Sette Chiesette di Monselice e il suo Duomo vecchio, sono stati inseriti
negli itinerari giubilari come meta di pellegrinaggio, dal Comitato per il
Giubileo, dalla Diocesi di Padova e dal
Vescovo di Padova Antonio. Questo mi è stato comunicato con lettera del 22
marzo 1999, dallo stesso Vescovo Antonio. Pertanto, con benefico intuito,
coloro che con Devozione visiteranno questi Sacri Luoghi, potranno ricevere
l'Indulgenza concessa nell'anno 1605 da Papa Paolo V.
Da questo luogo, il visitatore
può ammirare la stupenda Villa Duodo, da questi commissionata al famoso
architetto Scamozzi e rifinita dal Tirali - la bellissima esedra di San
Francesco Saverio - la scalinata che porta al "Mastio"- I giardini
pensili, sotto la Chiesetta di San Giorgio e i resti delle " mura "
di Monselice, dalla parte Est. Tutto ciò in un piccolissimo spazio, che sembra
lo scenario di un teatro, ma che è stato sapientemente elaborato dai costruttori
del secolo XVI e anni seguenti, i quali l'hanno costruito per le varie nobili
famiglie committenti. Dobbiamo essere loro grati per averci conservati questi
gioielli del passato.
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