mercoledì 3 giugno 2020

Mercoledì 3 giugno 2020
  
Carissima S. e blog. 
                                 stamattina il sole scalda, ma nell'area umida di via Del Borgo, sotto gli alberi frondosi che qui sorgono incolti, si sta bene sotto le loro chiome. Passeggio e mi immergo nel silenzio di questo selvatico luogo fuori porta. Odo il fruscio delle foglie soffiate da un venticello leggero, ascolto il canto degli uccelli e il gracchiare delle ranocchie. Ho passato davvero un'ora bellissima in mezzo alla Natura. Poi ho ripreso la mia quotidianità, ho preso il giornale e nella cronaca locale ho trovato una notizia triste, è deceduto Natalino, un'ospite della Casa di Riposo, che ho frequentato diversi anni, con il quale avevo instaurato un dialogo, non con le labbra, perché non parlava quasi mai, ma solo attraverso gli occhi e ai tanti suoni di uccelli e animali che Natalino sapeva imitare. Sul quotidiano non è scritto  se sia deceduto a causa del coronavirus, ma presuppongo di sì, dal momento che tutti gli ospiti di quella residenza sono stati colpiti dal virus. Ero in Ospedale in attesa di Gemma che era andata a fare la terapia e sono andato in cella mortuaria per dare l'ultimo saluto a Natalino, ma il necroforo mi ha detto che era partito da poco con il carro funebre, ho chiesto dove sarà sepolto e mi ha detto che sarà tumulato al cimitero di Motta d'Este. Nel fra tempo Gemma mi ha chiamato per dirmi che ne aveva ancora per un'oretta, così sono andato a Motta. Per arrivare al  camposanto ho fatto una stradina stretta con due fila di cipressi, al cimitero il cancello è chiuso, ma spingendolo si è aperto e sono entrato. Il cimitero è piccolo e ho guardato dove ci fossero dei fiori freschi, ma non ne ho visti, però c'era un tumulo di terra smossa con una croce di legno e mi sono avvicinato, è proprio do ve è sepolto Natalino nato il 29.12.1937, deceduto il 17.05.2020 e sepolto oggi 03.06.2020. Mi sono trattenuto un po' a dire una preghiera e mi sono ripromesso di portargli un fiore e di fargli dire una Santa Messa  di suffragio. Con le lacrime agli occhi sono uscito, poco distante nel parcheggio, c'è un signore con un bambino, lo saluto e gli chiedo se aveva visto arrivare il carro funebre e se ci fossero dei familiari, ma lui mi risponde che c'erano i necrofori e i  funzionari del Comune di Este. Continuando parlare mi ha detto che lo conosceva e che proprio in questi giorni aveva parlato con la moglie, chiedendosi se, in questo tempo di pandemia, siano ancora vivi degli amici e dei conoscenti, come Natalino appunto. Continuando a dialogare ho saputo che si chia Lino Vettorato, allora gli ho chiesto se è imparentato con Rino Vettorato, che era campanaro al Duomo vecchio di Monselice, lui mi risponde che era suo zio. Una parola tira l'altra e mi dice che conosce diversi amici buoni, care persone semplici, come Sergio Abrianello che vende bastoni alle fiere, e io gli dico che è mio cognato e che si trova spesso con lui, l'ho mandato a salutare. Capita spesso che parlando gli uni gli altri, si scopre che il mondo è piccolo e che scava e scava si trova che siamo tutti legati in una maniera o nell'altra.




Ricordo che un tempo si diceva
-è morto solo come un cane -
ma oggi i cani non sono soli
e vengono trattati come figli.
Tutti quelli che sono morti
in questo tempo di coronavirus
come Natalino 
hanno capovolto il detto che si deve dire
- è morto solo come un uomo -
Confesso che in questi giorni
ho pensato a Natalino e 
a tutti gli amici del C.S.A.
che ho saputo che il covid-19
ne ha recisi oltre una trentina,
ma certamente stamattina
non pensavo di leggere
sul giornale la dipartita
di Natalino. Egli era un
uomo semplice, parlava poco
e si esprimeva solo imitando
animali e uccelli e ci faceva sorridere.
Natalino se ne è andato solo, come 
solo ha vissuto. Prego el Paron
che gli faccia trovare un posto
in cielo, accanto a tutti i suoi amici
animali che in terra gli sono stati
vicini sulle sue labbra.
Ciao Natalino!


  

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