domenica 7 giugno 2020

Domenica 7 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  i temporali di questi giorni hanno portato acqua ai campi, ma anche grandine che ha distrutto interi raccolti. Questo tempo di coronavirus, in  tante famigliecome un fiume gonfio di acqua ha gonfiato i volti di lacrime di quelle famiglie che hanno perduto i loro cari, senza nemmeno dare loro l'ultimo abbraccio.  Un nuovo modo di vivere i nostri giorni è l'imperativo per tutti onde evitare il ritorno di nuovi contagi. Lo sto constatando giorno dopo giorno, perché dappertutto c'è più calma nell'affrontare qualsiasi cosa. Sembra che tutti abbiano capito che è inutile avere fretta, arrabbiarsi per le code, accaparrarsi beni di consumo e quant'altro, perché questo coronavirus ha messo paura a tutti e ci ha messi difronte alla nostra fragilità. Non ci rimane che vivere alla giornata e ogni giorno ringraziare el Paron. Quello che mi fa rabbia è vedere il comportamento dei politici, che pur di portare avanti le proprie idee, sembra non facciano caso a quello che questo morbo sta combinando, perché imperterriti vanno avanti per la loro strada. Se non si mettono d'accordo, dovranno fare i conti con la mancanza di risorse e con la conseguenza del malumore del popolo, che potrebbero produrre cattivi consiglieri che lo aizzano a ribellarsi. Inoltre, vedo che l'economia stenta a ripartire, perché tutti quelli che dovrebbero darsi da fare per ripartire, nicchiano e strepitano, per portarsi a casa i soldini che sono stati messi a disposizione, ma che potrebbero fare crollare le borse come è già successo nel 1929. Allora sì che tutti i  sacrifici che i poveri hanno fatto per risparmiare qualcosa, per loro non saranno altro che carta straccia, mentre per i capitalisti è una bambana  che non vogliono lasciarsi sfuggire. Così la storia ripeterà tutti gli errori commessi nel passato, ma solo per i poveri, e chi è nato povero lo sarà ancora di più. Delirio, pessimismo, no! Metto le mani avanti come fanno i bugiardini delle medicine, che ti dicono che ti aiutano, ma bisogna stare attenti, perché leggendoli ti danno più controindicazioni che beneficio.


Se poso lo sguardo sulla
 città la vedo sempre uguale, 
ma sono le abitudini della gente 
che sono cambiate. 
La movida dei giovani
che prima affollavano
i bar del centro, sembrano 
essersi scomparsi, come pure
non si vedono in piazza
e accanto alla Banca,
i gruppi di pensionati
che passano ore a raccontarsi,
resiste al mattino il rito
della brioche e cappuccino, 
ma  la mascherina e la distanza
lo penalizzano, 
Il coronavirus ha sconvolto 
la vita sociale perfino
dei ragazzi che scorrazzavano
di qua e di là, seduti sui
gradini di San Paolo, della fontana 
e della Loggetta o negli angoli
nascosti degli antichi manufatti.
Tutto è cambiato e mi chiedo 
se ci sarà mai un ritorno
alla vita di prima.



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