lunedì 22 giugno 2020

Lunedì 22 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  ieri pomeriggio sono passato per via Moraro dove sono nato, la via era silenziosa, come del resto tutta Monselice, silenziata dal coronavirus ormai da quattro mesi,  eccettuata Via Argine destro, dove c'erano dei ragazzi che stavano suonando per la Giornata della Musica. Mi sono fermato davanti all'uscio della casa dove sono nato, ho chiuso gli occhi e ho pensato alla vita rumoreggiante di questa via ai miei tempi. In questa schiera di case c'erano famiglie con almeno cinque figli, oggi ci sono molte case disabitate e in quelle abitate ci saranno  , 2 o 3 membri al massimo in ogni casa. Ricordo che in questi giorni d'estate le porte delle case erano tutte aperte e all'uscio ci stavano le nonne sedute su una seggiola che si raccontavano le proprie vicende, questa via era una grande famiglia allargata e tutti partecipavano agli eventi di gioia e di sofferenza le une le altre. Il covid-19 ha messo il silenziatore alla vita sociale delle città, e non si sa quando si ritornerà alla vita frenetica e rumorosa degli anni scorsi. Continuo a pensarla così, ma d'altra parte non vedo nessuno spiraglio in fondo al tunnel che stiamo percorrendo. In tutto il mondo ci sono gli stessi pensieri che sto facendo io, e le notizie che arrivano dal Brasile e dall'India sono drammatiche.  Nel settimanale Famiglia Cristiana go letto la triste testimonianza di uno dei soldati che hanno guidato i camion con le bare dei morti per coronavirus della zona di Bergamo, il quale ha detto che mentre guidava in cabina con accanto un suo commilitone sentiva che non erano soli, ma avevano altri 5 compagni che essi accompagnavano all'ultimo viaggio e dei quali non sapeva nemmeno il loro nome, ma si augurava un giorno, di incontrare i loro familiari e dire che non erano soli. Questa testimonianza è triste, ma più tristi sono le immagini che ho visto in Tv che mi hanno fatto vedere i cadaveri bruciati per le strade delle città dell'India. Non ci rimane che affidarci alla Misericordia di Dio, perché ci aiuti ad uscire da questa pandemia.


Muti e silenziosi sono i miei luoghi antichi,
e limacciose sono le acque del Bisatto,
dove un tempo scorrevano con l'acqua,
i barconi carichi di mercanzia.
Oggi iI coronavirus ha messo il silenziatore
agli uomini, si sente solo il vuoto rumore
dei palazzi, delle cave del Montericco e
il ponte di ferro non si apre più 
per fare passare le barche.
Forse questo periodo storico
sarà raccontato o sarà dimenticato
dalle nuove generazioni? 

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