venerdì 3 luglio 2020

Venerdì 3 luglio 2020

Carissima S. e blog.
                                 allentare le restrizioni e voglia di evadere dal coronavirus non è ancora venuto il momento. Oggi ci possiamo muovere, andare a passeggiare singolarmente o insieme mantenendo le dovute distanze e anche senza mascherina, ed è già cosa buona. Ma quello che mi dispiace è che non abbiamo il tempo per andare a passeggiare a causa dell'esagerazione, lo ribadisco ancora una volta, all'accesso ai servizi pubblici e sottolineo servizi pubblici, che dovrebbero essere al servizio nostro e che invece siamo noi al servizio dei servizi. Infatti, se hai bisogno di una impegnativa, di pagare una bolletta, di andare in banca, di avere una qualsiasi spiegazione, ti devo mettere al telefono per delle ore, e se ti va bene riesci a parlare con qualcuno, ma il più delle volte ti ritrovi a parlare con una voce registrata che ti dice cosa devi fare per potere avere una qualsiasi risposta alle tue innumerevoli esigenze, che oggi volenti o nolenti devi sottometterti, spesso al telefono senti la vocina che ti dice di attendere (anche una ventina di volte) per non perdere la priorità acquisita, per poi sentirti dire che a causa dell'intenso traffico  sarai richiamato (se sei fortunato) qualcuno ti chiama e ti indica il giorno e l'ora in cui dovrai presentarti, ma non per espletare quello di cui hai bisogni, ma solo per avere l'appuntamento. Poi arriva il giorno e ti trovi davanti la coda. Io capisco che la paura di essere contagiati è tanta, ma non mi risulta che il personale sia stato licenziato, messo in aspettativa o quant'altro. Faccio un'esempio di un  appuntamento che mi è stato dato a voce dal medico all'ultimo controllo, nel quale mi ha detto che quando arriva la protesi, devo ritornare da lui  per il collaudo senza la prenotazione nei giorni  e negli orari stabiliti di ambulatorio, bene! Dopo un mese circa , arriva  la protesi nel negozio dove l'ho ordinata, la commessa la prova e mi consegna un documento che devo portare dal medico per il collaudo e poi devo riportaglielo, soddisfatto e con la mia protesi torno a casa. Il giorno dopo comincio a telefonare all'ambulatorio per sapere quando devo andare per il collaudo, all'infermiera (c redo) che mi risponde chiedo quando posso andare e mi risponde indicandomi ora e giorni. Telefono nell'ora e nel giorno stabilito e mi chiede se sono in ospedale, ma la mio diniego mi dice se ce la faccio di arrivarci entro mezz'ora. In fretta, prendo l'auto e parto, arrivo all'ospedale e i varchi per entrare sono ancora più complicati, comunque ho trovato la novità che mi viene misuratala temperatura passando sotto un'apposita entrata come negli aeroporti e dopo altri controlli e munito di un braccialetto vado verso i poliambulatori, che sono silenziosi e deserti, trovo l'ambulatorio e un'infermiera mi dice di aspettare che deve sanificare l'area, entro e il medico con la mascherina (come io del resto), è seduto, mi fa un cenno di saluto, io gli porgo il documento me lo riconsegna dopo averlo timbrato e mi saluta, questo sarebbe  stato il così detto collaudo...per terminare mi chiedo quando ho il tempo per andare a passeggiare...


Spazi pubblici inutilizzati, deserti da sempre
e non solo oggi a causa del coronavirus, 
è ciò che si vede osservando
quello che ci sta attorno. 
Come pure gli operatori 
dei vari vari uffici pubblici,
che si trovano provati e stanchi
dietro le scrivanie, e che per 
la maggior parte del tempo 
sono attaccati al telefono
o che in silenzio guardano 
non so che cosa, al computer.
Non voglio essere critico,
ma purtroppo se questo è normale, 
pensate oggi quello che succede
a causa del coronavirus.
Mi dispiace per le migliaia di attività
che lavorano a singhiozzo
e per i tanti lavoratori che 
sono in Cig, ma che quando terminerà,
cosa mai succederà.

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