domenica 5 luglio 2020

Sabato 4 luglio 2020 

Carissima S. e blog. 
                                 nonostante 133 giorni vissuti con la morte, il desiderio di vivere prevale su di essa. Non tutto è ritornato come prima, anzi osservo che  la gente ha ancora paura del coronavirus. E' vero che le strade sono più trafficate, i bar, i ristoranti e le pizzerie sono più frequentate, nelle spiagge si vedono tanti ombrelloni aperti, però ho osservato che molti preferiscono le passeggiate o le uscite fuori porta, per poi rimanere nelle proprie case. Tutto ciò è dovuto alla paura del covid-19, ma se andiamo a verificare, si osserva che la gente si è accorta che si correva troppo, si consumava più del necessario, si riposava di meno e si era sottoposti allo stress dell'essere e dell'avere, per paura di non essere alla moda, si sperperava il denaro e si intaccavano i risparmi. Oggi la pandemia ci costringe ad essere più prudenti e mi chiedo se sia un bene o un male. Da un lato è un bene perché ci riappropriamo  della nostra vita familiare, ma è anche un male perché la vita sociale ha perduto la sua ragione d'essere che era fatta di sorrisi e abbracci, mentre oggi è delegata alla virtualità tecnologica. Così se prima le persone anziane, ammalate e sole,  erano coccolate dai Volontari, oggi questi non possono più essere loro accanto e non si sa quando potranno riprendere il loro Servizio Volontario, perché il coronavirus li ha allontanati e la paura di un ritorno pandemico li tiene fuori dagli Ospedali e dalla Case di Riposo. Dal canto mio, che da trent'anni e oltre faccio il Volontario A.V.O. mi dispiace ancora di più, perché questo virus ci ha letteralmente messi fuori dal nostro Ospedale Madre Teresa di Calcutta e non sappiamo nemmeno quando ci lasceranno rientrare per portare il nostro sorriso ai malati. Inoltre, ho paura che non possiamo più dare ai malati, quel poco che donavamo in termini di compagnia umana, sociale e spirituale, perché i malati rimarranno solo patologie, numeri, utenti e clienti .


Come farfalle volavamo
tra i malati, e come farfalle
portavamo loro  vicinanza, calore umano,
tenerezze e sorrisi,
che sono bellezze che la 
scienza medica non può loro dare.
Il coronavirus ci ha tarpato le ali,
ma non riuscirà mai 
a farci allontanare dall'affetto
e dal calore umano che il 
nostro Fondatore Erminio Longhini
ci ha infuso, e a Lui chiediamo
di venire, da lassù in nostro aiuto 
per farci rientrare nel nostro 
Ospedale Madre Teresa di Calcutta
e poter come farfalle a
 donare a i malati la nostra vicinanza 
e il nostro Amore.















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