mercoledì 18 luglio 2018

Mercoledì 18 luglio 2018 

Carissima S, e blog.
                                  stamattina mi sono alzato presto e ho fatto la passeggiata facendo un percorso diverso dal solito. La città era ancora addormentata, solo poche auto sfrecciavano per le strade, sono passato davanti al Parco Buzzaccarini, che era naturalmente, dato l'orario ancora chiuso  ho visto i cigni e le anatre anche loro mezze addormentate sdraiate sull'erba. Con dispiacere ho notato la mura che circonda il Parco che presenta diverse crepe in più parti del suo perimetro, ma solo in qualche tratto c'era una transenna che segnava il pericolo di crollo, spero che ci sia presto un intervento. Ho continuato la passeggiata in circonvallazione e dove c'era la filiale Fiat Bernacchi, ora c'è un cantiere in atto e da quello che so, sembra che stiano costruendo un altro supermercato...non ho parole! Posso capire che è meglio costruire di sana pianta che restaurare l'esistente, ma così facendo si cementa ancora, si svuota il centro città, si consuma terreno. Allora, la riflessione che faccio oggi è sul degrado in cui si lascia morire  le tante attività commerciali e artigianali che c'erano nelle vie del centro, ora i negozi di intere vie sono chiusi e abbandonati, dove sono appesi solo manifesti, scritte e locandine. Ecco che il passato riaffiora alla mia mente,  rivedo tutte le botteghe,i laboratori e le piccole officine artigianali, delle quali ho già scritto numerose volte nei miei piccoli libretti di ricordi su Monselice. Perché parlo e scrivo di queste cose - perché stamattina mi sono fermato da un giovane sportivo e laureato, il quale ha scelto di continuare ad occuparsi della bottega di artigiano iniziata dal padre. Egli ha rinunciato alla professione per la quale ha studiato e assieme alla moglie, anche lei laureata, si alzano molto presto al mattino per lavorare nella propria attività. Egli mi raccontava, non senza enfasi che i giovani d'oggi non vogliono più apprendere nessun vero mestiere, anzi sono i loro genitori che nell'accompagnarli a chiedere lavoro, per prima cosa chiedono quanti soldi guadagneranno i loro figlioli, al che gli rispondono che prima devono dimostrare di avere voglia di imparare il mestiere sporcandosi le mani e non guardare all'orario di lavoro e poi sarà pagato come merita - Da questo si vede che voglia hanno di far bene e magari  preferiscono di lavorare nei call center o nei grandi centri commerciali, accontentandosi di poche centinaia di euro. Scusate, ma beati i tempi di mio padre, quando egli mi accompagnava  dall'artigiano e gli chiedeva se per favore mi insegnava il mestiere dietro il compenso che gli dava mio padre stesso.......altri tempi!

Buona giornata!


I giovani d'oggi 
come farfalle vivono 
la loro vita,
le ragazze sculettando
nei bar a portare bicchieri tra i tavoli, 
i ragazzi pavoneggiandosi seduti
come figli di papà,
salendo nelle loro auto costose
con cellulari e vestiti alla moda.
Purtroppo è questo il  
Carpe diem
che poi si riversa non proprio 
positivamente
 nei  veri valori della vita.


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