lunedì 16 luglio 2018

Lunedì 16 luglio 2018

Carissima S. e blog.
                                  non mi stanco di stupirmi di quante cose posso fare nell'arco di una giornata, per non parlare nella vita di tutti i giorni che fino ad oggi mi sono stati concessi. Allora,  riesco solo raccontarle in sintesi, come del resto  le faccio nel giro di un giorno se non di qualche ora.
Ecco dunque la descrizione della giornata di ieri domenica, alla mattina sono andato alla Casa di Riposo alla S. Messa dove ho svolto il mio compito di chierichetto, al termine sono andato a leggermi il giornale seduto ai giardini difronte al Municipio, dopo di che sono andato al boschetto dei frati, volevo vedere l'albero che è stato dedicato ad una studiosa di origini monselicensi che si era dedicata ad aiutare gli altri, attraverso l'Associazione Amnesty Intarnational. Accanto all'albero c'era una piccola panchina rossa, che immagino rappresenti il sangue innocente che viene versato per guerre, fame e schiavitù, sai piedi dell'albero c'era un medaglione di pietra con su scolpito il suo nome ed una scultura sempre su pietra, credo che siano state fatte dal bravo  maestro Travaglia. Ho passeggiato fino al piccolo orto botanico allestito dagli Amici del Gruppo micologico locale, nel quale c'è anche il percorso poetico dei Poeti della Rocca in Fiore, mi sono poi seduto su d'una panchina sotto un albero e davanti a me avevo  il verde prato del parco Buzzaccarini, dove bambini con i genitori e molti cani correvano qua e la, il campanile di San Giacomo, la Rocca e il Montericco, una meraviglia fuori porta in questa caldissima estate. Qui ho anche incontrato Massimo, un bravissimo pittore, con il quale ho dialogato sulle vicissitudini poco piacevoli della politica, della salute, del lavoro e dell'incuria con cui viene tenuta la nostra città. Discorsi che di solito si fanno, anche contro voglia, ma che purtroppo mi accorgo che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce, una bella citazione per dire che è molto facile giudicare. Nel pomeriggio ho fatto una scorpacciata di TV tra ciclismo e calcio mondiale, quest'ultimo è terminato con la vittoria della Francia sulla Croazia per 4 a 2, con mio rande dispiacere, perché avrei voluto che vincesse la Croazia. Alla sera, dopo cena, sono andato a fare il mio giretto in bici, sono andato in Piazza Mazzini dove le Majorettes stavano facendo le prove per l'esibizione per la festa del loro 50° anniversario di fondazione, poi sono andato alla Chiesa del Carmine, dove è stata allestita la sagra della Madonna del Carmine che cade oggi. Dopo sono ritornato in Piazza, ma nell'attesa mi è venuto in mente di avere letto che nella Cava delle More c'era un concerto. Alla cava c'ero stato da piccolo, non mi ricordavo com'era e allora sono andato a curiosare. In bici oggi faccio fatica ad arrivarci  in sella, sono sceso per salire a piedi, dietro di me si è fermata un'auto, perché ila strada è stretta e una ragazza che guidava mi ha chiesto dov'è, ho risposto che non manca molto, ma per me è faticoso salire, lei mi ha offerto un passaggio. Ho lasciato la bici appoggiata  a bordo strada e sono salito in auto. Arrivati abbiamo imboccato il portone d'entrata aperto e dopo un centinaio di metri abbiamo trovato un bel parcheggio dove c'erano già numerose autovetture. Nel mezzo del sentiero c'era un ragazzo seduto ad un tavolino che fungeva da cassiere, gli ho chiesto di entrare a curiosare, ma che non mi sarei trattenuto e sono entrato camminando per qualche altro centinaio di metri in un bel sentiero pulito, sono sbucato difronte ad un chiosco dove venivano serviti aperitivi e quant'altro, a fianco  c'era di una bella casa recintata, altri due sentieri che entravano nel bosco, quello a destra un po in salita portava ai bagni, quello a sinistra scendeva verso il bosco con una scaletta di pochi gradini interra battuta e con il corrimano in legno. Fatti una cinquantina di passi mi sono incantato a guardare il sole che tramontava dietro il colle dove è adagiato il paese di Arquà Petrarca, un prato pulito e spianato c'era gente seduta sull'erba, altri seduti su delle panchine e attorno altri tavoli con un chiosco che mesceva bibite  patatine, olive e altro ancora. ....al termine di questa grandissima spianata c'era uno spazio pianeggiante  dove era stato postato un palco con un pianoforte. In questo stupendo luogo che può contenere qualche migliaio di persone, lo spettacolo della Natura, tra boschi di piante selvatiche, ulivi, alberi da frutta, con sullo sfondo i Colli Euganei e in quest'ora magica del tramonto è già un regalo inaspettato che mi sono fatto oggi, anche se per me è stato un mordi e fuggi, mi sono deliziato ad ascoltare le note che uscivano dal pianoforte con le mani  della bravissima pianista Giulia De Paoli.


Mai come oggi 
il detto 
tempo fugit
mi fa esclamare
carpe diem
Lo sguardo verso la catena
dei Colli Eguanei
al tramontare del sole
seduto sul prato 
ad ascoltare le note divine
di Chopin e Debussy
suonate da mani d'artista
mi hanno riempito di 
gioia  ed emozione indescrivibili
e ancor più incompoarabili
nel ritornare sui miei passi
nella flebile luce che traspariva
tra il fitto fogliame boschivo
mi fa ringraziare Carlo e Marta
che hanno saputo crare
questa meraviglia
che tanti sguardi fa incantare.




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