martedì 30 giugno 2020

Martedì 30 giugno 2020

Carissima S.e blog. 
                                 sei mesi fa non immaginavamo di dovere affrontare questa tempesta di coronavirus, che anche se qui oggi la sua forza si è attenuata, in tante altre parti del mondo sta mietendo vittime a migliaia. Da più parti ci viene detto di fare attenzione, perché la pandemia non è ancora sconfitta, ma la voglia di vivere alla giornata è più forte, e la gente si è riversata nelle spiagge spesso senza le dovute precauzioni. Quello che mi fa rabbia sono anche i comportamenti dei politici che continuano a litigare, che marcano il cartellino (come si sul dire) dove possono pur attirare consensi (leggi Salvini a Mondragone); che dire poi della vergogna per le centinaia di bare accatastate da mesi nei magazzini di Palermo è il totale disprezzo per i defunti. Ieri sera dopo cena,  sono andato in bici in piazza per incontrare Paolo, un amico che da tempo non vedo, perché è stato molto male e non per il coronavirus, ma per altre patologie, che ha dovuto curare in vari ospedali, perché la nostra Bassa padovana è stat dichiarata covid-hospital, e siamo rimasti senza ospedali per le altre patologie, ed anche questa cosa è vergognosa. Comunque mentre vado versoi il luogo dell'incontro intorno c'è un silenzio spetrale, le strade sono deserte, le finestre chiuse, arrivo in centro e i bar aperti con tutti i tavolini sparsi ovunque hanno pochi avventori, mi sembra che ci sia il coprifuoco come in guerra, e ancora una volta penso a quanta paura produce ancora il coronavirus. Arrivato al luogo dell'appuntamento trovo Ruggero un'altro amico, il quale mi dice che Paolo questa sera non verrà e che salvo imprevisti viene domani sera. Me ne torno a casa sotto un cielo coperto da nuvole, sono le 21. 2'0 ed è ancora chiaro nonostante il sole sia tramontato. 


Mentre nel mondo il coronavirus 
non accenna a diminuire 
la sua forza distruttrice, 
qui da noi sembra si sia calmato,
ma dobbiamo continuare
a mantenere tutte le precauzioni
che finora e siamo alla fine di giugno,
ci sono state utili.
L'estate è arrivata e si ha voglia
di andare in vacanza, 
ma la prudenza non ce lo consiglia
e nelle famiglie ci si consola
con della carne alla griglia.


lunedì 29 giugno 2020

LUNEDì 29 GIUGNO 2020

Carissima S. e blog. 
                                  oggi è il giorno dedicato ai Santi Pietro e Paolo, ma il coronavirus ha messo da parte anche questa festa. Infatti, come tante altre sagre, anche quella di San pietro Viminario e di MontegrottoTerme sono state annullate. Però quella di San Pietro Viminario la ricordo ancora da quando ero piccino, che mio padre Aurelio, mi faceva salire sul bastone della sua bicicletta e mi portava da Ferruccio, un suo caro parente che abitava appunto a San Pietro. Questi aveva dei campi dove coltivava uva, mele, pere , pesche, albicocche, grano e mais. Pertanto, venire a trovarli significava mangiare, che noi  abitanti in città, non ce lo potevamo permettere. Ricordo le scorpacciate di tutte le buone cose che ci preparavano a pranzo e a cena, in particolare ricordo  i pereti de san Piero, le corse che facevo per i campi e m'incantavo seduto sul bordo dei fossi a guardare i  verdi ramarri che veloci si nascondevano tra l'erba. Con il passare degli anni la parentela si è affievolita, perché i vecchi sono passati ad un'altra vita nell'aldilà, i giovani se ne sono andati in cerca di fortuna, io ho fatto la mia vita, ma l'affetto e il ricordo, nemmeno il coronavirus me li può togliere. 



San Paolo, come San pietro
sono ricordi indelebili
del tempo spensierato
e del caldo di questa stagione, 
era all'esterno della vecchia Chiesa
di San Paolo, perché dentro era fresca,
perché costruita con sagacia 
dagli antichi muratori.
Oggi ripenso a questa stagione
con dei pensieri
in dialetto, per ricordarmi
l'afflato particolare che avevo
con i luoghi della .mia infanzia...
No ghe xe riussio el coronavirus,
ma ghe pensa  el sole
a tegnerme in casa
fora dal calore dell’istà
che me sofega.
Trovo ristoro al boscheto
dove solo soleto, soto  i albari,
leso el libro  Venezia che racconta,
scrito da Bruno un me amigo venessian
che go tra i Amissi de Santiago,
dal quale copio un pensiero
che parla de la luce che go bisogno
 in te sto periodo scuro
…de note, ora ai teatri ora al Redutto
son quel che col feral serve de lume;
e pur che i paga mi so andar par tutto…
come a dire che solo i schei
a pare che i possa salvarme da sta calamità,
che anca sensa el coronavirus
prima o dopo ndarò par de à.














domenica 28 giugno 2020

Domenica 28 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  ieri sera al parco Buzzaccarini (per me il Bosco dei frati), ho notato che la vita piano piano sta riprendendo e che la paura del coronavirus stia allentando la sua presa. Infatti, c'era molta gente seduta a mangiare la pizza, in giro per il prato e alle giostrine c'erano molti bambini che giocavano. Ci sono andato perché il Gruppo DUE PUNTI mi ha invitato a recitare dei miei pensieri poetici. I ragazzi, in un angolo del parco hanno preparato magnificamente l'accoglienza degli ospiti, con delle coperte e dei cuscini colorati distesi sul tappeto verde d'erba. Mentre la luce del giorno lasciava spazio al buio della notte è risuonata la musica suonata con la chitarra da un  bravo cantautore, poi è venuto il momento della mia recita e ho letto con piacere agli spettatori. quasi invisibili seduti sul prato. Era dall'anno scorso che non uscivo di sera e ho passato un paio d'ore in serenità. Avevo bisogno di questa parentesi senza pensare al coronavirus e ai vari acciacchi alla schiena e alle gambe, che da più di un mese mi perseguitano e questa notte ho riposato bene fino al mattino. Stamattina siamo andati alla S. messa domenicale e il celebrante, nell'omelia ci ha parlato  e interpretato il Vangelo, nel quale alla fine Gesù ha detto che è una cosa ben fatta se doniamo un bicchiere d'acqua ai piccoli e mi è venuto un groppo alla gola nel pensare alla mia Associazione A.V.O. che è fondata proprio sul dono di un bicchiere d'acqua ai malati, ma che a causa del covid-19, non possiamo entrare nei reparti dell'Ospedale e non si sa nemmeno se ci faranno ancora rientrare. Comunque io e i Volontari siamo ancora motivati e restiamo in  attesa, sperando che presto ci lascino compiere il nostro servizio.



Da quando sono andato in pensione 
sono più tranquillo. 
Con semplicità cerco di scrivere e di descrivere, 
quello che vivo durante le mie giornate 
di vita  da pensionato.  
Inoltre, cerco di vivere 
nel migliore dei modi, 
donando agli altri ciò che ho, 
non possiedo ricchezze, 
ma possiedo un cuore 
che cerco di donare, 
attraverso il mio sentire 
e il mio pensare.

sabato 27 giugno 2020

Sabato 27 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  nella vita ci portiamo appresso due valige, una contiene le gioie, l'altra le tristezze. Questo periodo malsano di coronavirus ha fatto sì, che la prima valigia è leggera, invece la seconda è molto più pesante. Ma samattina ho aperto la prima e con gioia ho trovato l'invito a partecipare questa sera, al Parco Buzzaccarini, all'evento - MUSICA E POESIA DELPAESAGGIO, organizzato dai ragazzi del Gruppo DUEPUNTI. Dopo 126 giorni, sarà la prima volta che esco di sera, perché con questo invito poetico-musicale, cercherò di bilanciare il peso delle due valigie. Piano piano si cerca di uscire dall'isolamento e dalla paura del covid-19, e chi se non i giovani con il loro entusiasmo, possono avere la forza per superarlo e aiutare noi anziani a portare più dolcemente il peso della valigia che contiene tutti gli acciacchi della vecchiaia. Grazie dunque, ai giovani DUEPUNTI per questa bella iniziativa e per tutte le prossime che elaboreranno con la loro fervida mente.



 …vardo incantà dele rose che incornisà ‘na mura vecia,  le xe bele che pì no se poe. profumà che inpiena l’aria. Questa la xe la vera belessa, che tien su core, anema e sentimenti …
          …
… ammiro delle rose che adornano una mura antica, belle più che mai, e odorose che profumano l’aere.  Questa è la vera  bellezza che sostiene il cuore, i sentimenti e l’anima….



venerdì 26 giugno 2020

Venerdì 26 giugno 2020

Carissima S. e blog.
                                  leggo sul quotidiano di oggi che famiglie intere vivono con € 900 al mese di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) e allora, mi viene davanti il viso triste di Antonio che è a casa dal lavoro da 3 mesi. Egli ha la moglie Cosetta e i due figli Marco e Giorgio che frequentano ancora le scuole elementari, ma che a causa del coronavirus hanno interrotto la scuola, e che per il primo mese non sono riusciti a frequentarla con il PC, perché la famiglia non se lo poteva permettere. Per loro fortuna la scuola in qualche maniera li ha muniti dei computer necessari. Antonio mi confessa che con i 900 € deve pagare l'affitto, le bollette delle utenze, comperare da vestire per i ragazzi e con quello che gli rimane (poco) mangiare e per questo qualche volta va alla Caritas. Prima lavorava e percepiva circa 1400€ al mese e nel tempo libero faceva qualche lavoretto di giardinaggio per amici e conoscenti. Anche Cosetta lavava e stirava la biancheria per amici e conoscenti, così loro potevano  mandare avanti la famiglia dignitosamente, questa famiglia è lo specchio di migliaia di famiglie italiane. Continuando a leggere il quotidiano trovo un articolo dove leggo che la proposta di togliere i vitalizi ai deputati  senatori è saltata perché è stato ripristinato il diritto. Allora, cari onorevoli, dove è il diritto di tante famiglie italiane di sopravvivere......


L'effetto coronavirus  è
che ogni famiglia è cambiata,
ogni cosa è cambiata,
il ritmo quotidiano della vita
è cambiato,
questa mia pagina di diario
è cambiata, perché 
l'ho iniziata stamattina
e la sto terminando ora
che è sera, perché
è cambiato tutto il programma
della mia giornata.
L'unico impegno che non
ho cambiato è la  S. Messa
in suffragio dell'amica Carmela
che è stata celebrata post mortem
nel pomeriggio  senza la
benedizione della sua bara,
ma ho pregato per lei
e sono certo che Carmela da lassù
pregherà per me.

giovedì 25 giugno 2020

Giovedì 25 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                 stanotte è caduta la pioggia e stamattina c'è una bella e buona arietta fresca. Ancora una volta la Natura ci dimostra che l'uomo non può fare nulla contro di essa, nemmeno le previsioni sono veritiere, altrimenti non si chiamerebbero così. Se anche potessimo prevedere il nostro futuro, nulla potremo fare contro la Natura. Potremo però pensare a quello che potrebbe fare e cercare di essere pronti ad ogni eventualità, invece di distruggerla come stiamo facendo. Mi viene a mente uno slogan - il consumo fa il guadagno - che oggi con l'avvento del coronavirus, ci siamo calmati nel consumare e stiamo attenti come spendere il denaro risparmiato. Pertanto, se non si consuma allegramente come abbiamo fatto fino all'inizio di quest'anno, nessuno guadagna e gli speculatori studiano come poterci fregare i nostri risparmi. Stiamo vivendo un periodo sospeso e incerto, ma tutte quelle persone che vivono da sempre nella povertà, non se ne accorgono, per loro la vita continua nella maniera di sempre, invece in noi si incunea il timore di perdere quello che abbiamo. Con l'incertezza del domani, noi che abbiamo affidato la nostra esistenza all'avere e non ci siamo preoccupati dell'essere soffriamo  più dei poveri questa pandemia. Ecco che la Natura ci viene in aiuto nel donarci le sue meraviglie e ci invita a  goderle, ma sopratutto a rispettarle e per fare questo, dobbiamo cambiare radicalmente il nostro quotidiano.


Per l'umanità ingorda
nulla sarà come prima, 
per l'umanità povera
sarà tutto uguale di sempre,
come per la Natura
che espanderà i suoi profumi
e i suoi colori per allietare
la terra, che noi consumiamo,
e per questo se riflettiamo,
che guadagno ne abbiamo.


mercoledì 24 giugno 2020

Mercoledì 24 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  vacanze col fiato sospeso...saranno così quest'anno a causa del coronavirus che sta ancora aleggiando sul mondo. Anche qui in Italia dobbiamo stare accorti e né essere troppo ligi, ma nemmeno liberarsi di tutto e comportarci come prima, ma del resto non ne saremo più capaci, perché il covid-19 ha intaccato e modificato il nostro modo di vivere.  Forse mi ripeto, ma ho il timore che questa pandemia, inneschi la fame dei profittatori sul campo economico e sociale, come già stiamo vedendo e vivendo in ogni ufficio del quale abbiamo bisogno, perché per accedervi siamo obbligati a telefonare e ritelefonare per prenotare e poi magari ti dicono che non puoi fare l'operazione. Ancora di più ho paura per lo Stato e l'INPS che non riusciranno, il primo a fare fronte a tutte le richieste di aiuto che gli vengono da più parti, e peggio ancora, pensate se l'INPS non ce la facesse a pagare la CIG e le Pensioni, cosa succederebbe...non voglio nemmeno immaginarlo, ma la storia ci insegna che la fame genera ogni sorta di ribellione. Ecco perché ho iniziato con il dire che saranno vacanze col fiato sospeso. 


Quando vado a passeggiare,
per la mia via Moraro
mi piace passare e ricordare
la mia fanciullezza povera,
ma piena di desideri
di gioia di vivere, che 
solo l'immaturo vigore
covava nel corpo e nella mente.
Mi soffermo volentieri 
accanto alla porta della casa
dove sono nato e vissuto, 
perché la via Moraro
non è molto cambiata.
Chi sono cambiati sono gli abitanti
delle case, quelle poche 
ancora abitate, ma ho visto
con piacere, che alcune sono 
state risistemate e riabitate
e mi fa ben sperare nella vita 
che nonostante il coronavirus continua.
Anche le ginestre sull'argine 
sono rifiorite, dopo un paio d'anni
che le avevo viste rinsecchite,
E allora, spero che l'uomo 
come la Natura rinasca a nuova vita.



martedì 23 giugno 2020

Martedì 23 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  le restrizioni e il distanziamento sociale se non vengono usate con il buon senso portano inevitabilmente alla ribellione, ed è quello che è successo ieri a Stoccarda in Germania, dove a dei giovani è stato imposto l'ordine con la forza, ma questi si sono ribellati e hanno innescato la miccia della guerriglia urbana, che non si fermerà molto facilmente, come è accaduto nel secolo scorso (leggi il 68) in Francia e poi in Italia e in tutta Europa.  Questa pandemia di coronavirus sta facendo tanti morti, ma i danni che potrebbero essere provocati dai disordini sociali, condanneranno alla morte sociale le generazioni do oggi e quelle di domani. A tutto questo vanno aggiunti i tanti morti tra i migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo. Penso che i governi debbano trovare presto delle soluzioni anche per queste tragedie. Oggi stringiamo i denti, siamo cauti, guardiamo a come spendiamo i soldi e restiamo più a casa, chissà che tutto questo non ci faccia riscoprire l'amore della famiglia unica e unita, perché negli ultimi anni si è esagerato in questa vita sociale troppo allargata, senza alcun ritegno abbiamo dato sfogo alle nostre libertà che oserei in qualche caso, chiamare perversioni. Credo che tutti dobbiamo fare la nostra parte per uscire da questa brutta storia, ma farlo presto, perché le cose stanno precipitando e le vedremo dopo la pausa estiva.


I nostri nonni ne hanno viste
e passate di tutti i colori, 
ma le hanno affrontate, si sono rimboccati
le maniche e a viso aperto hanno combattuto
micidiali tragedie come le emigrazioni 
le pestilenze e le due guerre mondiali.
La mia generazione si è gettata
a capofitto sulla ricerca del benessere
e ha messo nel cassetto
tanti ricordi, che se anche sono
stati dolorosi, è pur sempre 
storia vera e vissuta, che avrebbe 
dovuto insegnarci ad evitare
eccessi di ogni genere e a tenere 
gli occhi aperti per essere pronti
e in grado di affrontare qualsiasi
evento  improvviso e imprevisto.
Invece ci siamo curati più di noi stessi
che del Bene Comune.
E' ora di darci da fare, per riprenderci
la vita, senza dimenticare di riflettere
sul passato nostro e dei nostri avi.

lunedì 22 giugno 2020

Lunedì 22 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  ieri pomeriggio sono passato per via Moraro dove sono nato, la via era silenziosa, come del resto tutta Monselice, silenziata dal coronavirus ormai da quattro mesi,  eccettuata Via Argine destro, dove c'erano dei ragazzi che stavano suonando per la Giornata della Musica. Mi sono fermato davanti all'uscio della casa dove sono nato, ho chiuso gli occhi e ho pensato alla vita rumoreggiante di questa via ai miei tempi. In questa schiera di case c'erano famiglie con almeno cinque figli, oggi ci sono molte case disabitate e in quelle abitate ci saranno  , 2 o 3 membri al massimo in ogni casa. Ricordo che in questi giorni d'estate le porte delle case erano tutte aperte e all'uscio ci stavano le nonne sedute su una seggiola che si raccontavano le proprie vicende, questa via era una grande famiglia allargata e tutti partecipavano agli eventi di gioia e di sofferenza le une le altre. Il covid-19 ha messo il silenziatore alla vita sociale delle città, e non si sa quando si ritornerà alla vita frenetica e rumorosa degli anni scorsi. Continuo a pensarla così, ma d'altra parte non vedo nessuno spiraglio in fondo al tunnel che stiamo percorrendo. In tutto il mondo ci sono gli stessi pensieri che sto facendo io, e le notizie che arrivano dal Brasile e dall'India sono drammatiche.  Nel settimanale Famiglia Cristiana go letto la triste testimonianza di uno dei soldati che hanno guidato i camion con le bare dei morti per coronavirus della zona di Bergamo, il quale ha detto che mentre guidava in cabina con accanto un suo commilitone sentiva che non erano soli, ma avevano altri 5 compagni che essi accompagnavano all'ultimo viaggio e dei quali non sapeva nemmeno il loro nome, ma si augurava un giorno, di incontrare i loro familiari e dire che non erano soli. Questa testimonianza è triste, ma più tristi sono le immagini che ho visto in Tv che mi hanno fatto vedere i cadaveri bruciati per le strade delle città dell'India. Non ci rimane che affidarci alla Misericordia di Dio, perché ci aiuti ad uscire da questa pandemia.


Muti e silenziosi sono i miei luoghi antichi,
e limacciose sono le acque del Bisatto,
dove un tempo scorrevano con l'acqua,
i barconi carichi di mercanzia.
Oggi iI coronavirus ha messo il silenziatore
agli uomini, si sente solo il vuoto rumore
dei palazzi, delle cave del Montericco e
il ponte di ferro non si apre più 
per fare passare le barche.
Forse questo periodo storico
sarà raccontato o sarà dimenticato
dalle nuove generazioni? 

domenica 21 giugno 2020

Domenica 21 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                   è domenica, giorno di festa, giorno di riposo, giorno dedicato a Dio con la partecipazione alla Santa Messa per rinnovare la fiducia in Cristo, che è morto per donarci la vita eterna dell'anima, perché il corpo ha un tempo finito e oggi può finire da un momento all'altro con il coronavirus. A che ci è servito accumulare beni che un infinitesimale particella ci costringe a lasciarli, invece la sequela di Cristo e i suoi insegnamenti ci donano la felicità eterna, che non sarà data dai beni terreni, ma da quelli eterni. Non sappiamo come sarà la vita eterna, perché nessuno è resuscitato ed è tornato per raccontarcela, ecco la traduzione della parola FEDE, credere nella Parola di un Dio fattosi uomo, per raccontarci che il Paradiso esiste e lo ha dimostrato con segni, e miracoli. dunque l'avvento di questo morbo non ci deve far paura, se  tutti  viviamo in questo mondo con gli mocchi rivolti al cielo, non dobbiamo avere paura di nulla, perché solo LUI sa di cosa abbiamo bisogno e quanti capelli abbiamo in testa. Noi ci fidiamo troppo di noi stessi, come potessimo essere immortali, ma invece in questo periodo stiamo sperimentando quanto nulla siamo. Quanto ci sta accadendo ci deve far riflettere e comportarci di conseguenza per potere affrontare la nuova vita che dobbiamo vivere oggi e domani.


Un mese avrei visto con gioia vera
la tappa del Giro d'Italia
nella nostra città della Rocca
illuminata con il suo color rosa,
ma il coronavirus  ci ha avvolti
del colore nero della morte,
riavrò questa gioia? 
Sì! Perché  si dice che la speranza
 è l'ultima a morire,
anche se prevedo che ciò 
presto non accadrà finché
la Rocca ancora di rosa
non si illuminerà.





sabato 20 giugno 2020

Sabato 20 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  stiamo combattendo la dura battaglia del vivere, dopo il contenimento dei contagi di coronavirus. Siamo in mezzo al guado, la forza dell'acqua corrente è forte e remare diventa sempre più difficile, ma tutti ci mettiamo impegno e senz'altro raggiungeremo la sponda opposta, dove ci attende una vita nuova in luoghi già conosciuti, ma mai abbastanza apprezzati. Se le location sono sempre quelle di ieri, noi non siamo più quelli di ieri, siamo cambiati nel corpo e nell'anima. 
Siamo impacciati dalla mascherina, dalla distanza fisica e da più attenzione all'igiene. E ancora quello che preoccupa è - la paura che non accenna a diminuire - la distanza sociale che ci rinchiude in noi stessi - un nuovo modo di vivere controllati e meno liberi. Se da una parte abbiamo rallentato la nostra corsa, dall'altra parte dobbiamo avere tanta e tanta pazienza per contenere lo stress che ci viene dalla convivenza con i call center già di per se difficili, che siamo costretti a contattare per prenotare qualsiasi cosa di cui abbiamo bisogno. Se questo è vivere, ditemelo voi, ma purtroppo sarà così,  la vita è  davvero cambiata, è come rinascere un'altra volta. Per noi e per le abitudini, buone o cattive che avevamo, è una dura prova che dobbiamo superare se vogliamo continuare a vivere, mentre le nuove generazioni si troveranno a convivere con tutto ciò che troveranno. Noi siamo passati dalla fame a volere dare ai nostri figli tutto quello che noi non abbiamo avuto, poi abbiamo cominciato a volerci bene e fare ciò che ci piace e abbiamo infranto le buone regole  famigliari, abbiamo educato i nostri figli a rapporti intra-familiari e a vivere alla giornata, ora è la paura che ci detta le regole e noi abbiamo perso la nostra identità.


La Natura ha fatto maturare il grano
che è pronto per essere mietuto.
Macinato diviene farina
e questa impastata con acqua
diventa pane che dovrebbe
sfamare l'intera umanità,
ma che solo pochi esseri umani
si cibano, e con il loro egoismo
lasciano morire di fame 
milioni di persone sparse nel mondo.
La Natura, con il coronavirus
miete tante vittime umane,
tra loro ci sono gli sfamati
e gli affamati, perché 
la Natura non fa distinzioni.




venerdì 19 giugno 2020

Venerdì 19 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                   dire che va tutto bene è una bugia, perché  il coronovarius, fa ancora paura, ci sono ancora troppe restrizioni e ostacoli da superare per vivere bene quotidianamente, in primis avere bisogno della sanità e di tutti gli altri uffici sia pubblici che privati, sembra quasi che vadano in cerca di aumentare i disagi, invece di venirci incontro per attenuare i nostri timori e la nostra ansia. Anche ieri mattina per andare a fare delle visite al Madre Teresa la coda era molto lunga, perché le addette all'accoglienza hanno iniziato il loro servizio alle 8, mentre i pazienti avevano l'appuntamento per le 8, naturalmente tutti si sono preoccupati di arrivare prima, ma purtroppo prima delle 8 non sono arrivate le impiegate in appalto, e le lamentele c'erano e come. Tutto questo per dire che in questi momenti si dovrebbe organizzare meglio i servizi per non fare aumentare lo stress alla gente, ma questo non sembra sia nel buon senso delle Istituzioni. Non va bene nemmeno sul fronte socio-politico, perché aumenta la domanda di cassa Integrazione, perché molte attività chiudono, perché ci sono meno consumi e la richiesta di denaro viene da tutte le parti, mentre l'Europa sta a guardare e a procrastinare la liquidità, perché cerca di darci soldi con interessi sempre maggiori, e questa non è certamente un buona politica sociale e solidaristica. Io penso, e non so se sono fuori di senno, ma se l'Italia non è seconda a nessuno come capacità produttiva, specialmente nella bontà dei nostri manufatti che tutti cercano e vogliono, perché non diciamo agli organismi europei, che se non ci danno gli aiuti che ci sono necessari, noi non gli diamo i nostri prodotti e mene che meno se vogliono venire in Italia non gli facciamo pagare salate le nostre bellezze...E noi italiani dobbiamo imparare a goderci la nostra meravigliosa Patria. Questo non è nazionalismo, ma ribattere colpo su colpo ai NO europei. Noi siamo troppo buoni e tra di noi ci sono tropi furbi, caro Governo è ora di suonare le nostre campane, e le opposizioni la smettano di dire le stesse cose che la maggioranza sta cercando di attuare, e facciano fronte comune per risollevare davvero il BENE COMUNE da entrambe le parti auspicato.


Covid o no covid i bei tramonti
continuano ad esserci,
e pure ci sono i giorni belli 
che illuminano la nostra 
bellissima Italia.
Cerchiamo di tenerla bella e pulita,
da fare invidia e renderla appetibile
ai nostri detrattori, e se 
vogliono venire a goderla
la devono pagare, non cercare
di rubarcela imponendoci
prestiti a tassi esorbitanti.
Sveglia Popolo Italico
e mostriamo quello che sappiamo fare
mostrando un Italia e un Popolo
da invidiare.




Giovedì 18 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  comincia il caldo estivo, sudore, mosche insetti, desiderio di evadere, ma il coronavirus il desiderio di andare in vacanza, tant'è che i programmi di ieri sono saltati in attesa che questo morbo venga dichiarato inconsistente. Speriamo che questo accada presto, perché l'economia sta soffrendo, e ancora di più soffrono i lavoratori che sono senza lavoro. Se è vero quello che dicono i mass media, che qui in Italia c'è già oltre un milione di disoccupati, le cose cominciano davvero essere serie. La mancanza di risorse finanziarie non fa bene alle imprese è fa molto più male a chi non ha lavoro, e questo vale per gli imprenditori, come per i lavoratori. Per di più in giro per il mondo si sentono suonare campane di scontri, per ora verbali tra popoli confinanti, che mal digeriscono la vicinanza e che la pandemia sta alimentando il fuoco dell'odio. Ho anche sentito che ci sono rigurgiti di focolai di covid-19 non solo in Cina, ma anche qui in Europa, e se c'erano aperture, ora richiudere diventa ancora più difficile, perché si stava respirando con la ripartenza anche dello sport, e richiudere certo non fa bene al morale già debilitato. 


Le cose brutte a nessuno piacciono,
ma essere dissennati nel
fare largo uso delle cose belle,
a lungo andare portano
ad esagerare e quando ci si trova
difronte a degli imprevisti
sconosciuti come il coronavirus,
si tralascia l'attenzione anche le cose più utili,
come l'acqua, che è una delle 
necessità più grandi per l'uomo
e per la terra. 

mercoledì 17 giugno 2020

Mercoledì 17 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  passano i giorni, passano i mesi, ma la paura del coronavirus non ha ancora cambiato l'abitudine di rimanere a casa, sembra quasi che abbiamo il callo. Oggi a pranzo, per la prima volta, abbiamo parlato di vacanze, ma non al mare o in montagna, solo qualche giorno da parenti, ma sempre con il punto di domanda, perché continuo a fare code e telefonate senza riuscire a fare dei veri programmi. In questi giorni ho sentito il commento di un attore su questo vivere non vivere, che ha detto- il teatro è aperto, io sono sul palcoscenico, ma senza spettatori -  E ho pensato che è come il mio scrivere libri senza lettori, penso però che se non scrivessi mi porterei a spasso per la casa tanta malinconia. Mi mancano i miei amici Volontari, i poeti, gli incontri, la partecipazione agli eventi (attraverso la tv) del Giro d'Italia, del Tour de France e  di tutte le altre agre ciclistiche mi piacciono. Mi consolo scrivendo, rileggendo tutto quello ho scritto io e quello che hanno scritto gli amici Poeti, in attesa che si ritorni alla vita di prima, ma da più parti sento dire che non sarà davvero come prima, perché dovremo fare i conti, non solo con il timore che ci sia una recrudescenza dei contagi,  ma con i tanti disagi che stiamo sopportando ora e che saranno più accentuati in seguito. La ripresa è davvero lontana, e speriamo non sia una chimera.


Il profumo dei fiori e la bellezza
della Natura mi aiutano
a non cadere nell'apatia
nella quale siamo caduti
con il timore del covid- 19.
Il sole e la pioggia cade
sui buoni e sui cattivi,
sui giusti e sugli ingiusti,
e se nulla sarà come prima
la Natura lo è da sempre 
e sempre lo sarà,
per quanti virus ci colpiranno 
la Natura  combina ma anche copre 
ogni malanno.

martedì 16 giugno 2020

Martedì 16 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                 si dice che la prudenza non è mai troppa, e in questo periodo è necessaria, ma secondo me, trovo che si stia esagerando, e mi spiego - in oncologia, finalmente tornata al madre Teresa, gli esami ai pazienti ammalati di cancro, perciò in condizioni di fragilità,venivano effettuati il mattino prima della terapia, ma ora sono costretti a farli esternamente, il che mi sembra ulteriormente penalizzante per questo tipo di pazienti. Per prenotarli ho fatto i salti mortali e ieri mattina ho accompagnato Gemma al Madre Teresa per fare gli esami del sangue  prenotati per le ore 9.57 (orario indecente), ma pazienza. Arrivati alle 9.45 abbiamo trovato un centinaio di persone ammassate davanti all'entrata dell'Ospedale, per ragioni che non sono riuscito a capire (credo un guasto ai computer). Non c'erano panchine per sedersi e per le persone anziane è un altro disagio, pian piano Gemma è riuscita ad entrare e sedersi in attesa che venisse il suo turno, l'hanno chiamata alle 11,30 circa, l'esito lo dobbiamo scaricare dal PC. Oggi con pazienza (non sono molto tecnologico e con una buona dose di teresina) sono riuscito a stamparlo. Ho scritto cosa succede nella Sanità, ma è così dappertutto  prenotazioni, code e attese infinite. Qui in Italia è così, mentre nelle altre nazioni  durante il coronavirus e ora che si è affievolito, non hanno  le restrizioni che abbiamo noi, mi sia concesso di pensare che c'è qualcosa che non va, e aggiungo che non mi va che al Governo si continui a parlare di miliardi come fossero brustolini, e anche qui mi vien da pensare - ci sono le risorse per accontentare tutti quelli che chiedono soldi o ci indebitiamo fino a soffocarci...


Venezia 
è uno dei nostri tesori,
tutta l'Italia è un gioiello
dal valore inestimabile,
ma non vorrei che
fare dei debiti 
per accontentare tutti,
ci ritroveremo a dovere
vendere le nostre meraviglie.
In questo caso penso 
che sia necessario valutare
ben bene il peso della 
parola miliardi,
e valutare il detto
la prudenza non è mai troppa.


lunedì 15 giugno 2020

Lunedì 15 giugno 2020

Carissima S.  blog. 
                                sabato abbiamo avuto la benedizione del SANTO dall'elicottero, ieri pomeriggio, uno scroscio di pioggia, seguito da uno splendido sole, ha accompagnato noi monselicensi, riuniti al Capitello di SantìAntonio posto all'angolo di via delle Mura. Don Sandro, il Monsignore del Duomo di Monselice, ha im partito la benedizione su tutti i presenti, sulle maestranze che si sono adoperate in questi mesi di coronavirus e sula città. Di seguito siamo partiti in pellegrinaggio verso la salita di via del Santuario fino all'Esesdra di San Francesco Saverio, dove è stata suonato il silenzio e innalzato la nostra bandiera tricolore in ricordo a tutte le vittime del covid-19. Tutti noi presenti abbiamo vissuto un altro momento coinvolgente e commovente.  In questa occasione è stato ricordato, tra i miracoli compiuti dal SANTO, anche quello della donna di Monselice che era precipitata nel canale Bisatto, ma che era stata salvata e i suo abiti erano asciutti, come non fosse mai caduta nell'acqua. Io, e credo tutti i miei concittadini, siamo grati al SANTO per questo miracolo, ma egoisti come siamo, non ci accontentiamo, e gli chiediamo di impetrare presso DIO la guarigione delle nostre anime, del nostro corpo da questo virus letale e di pregare per le anime dei morti a causa di esso, in special modo per i 30 e altre deceduti della nostra Casa per Anziani, e all'amico Natalino rivolgo la mia preghiera e il mio ricordo.


13 GIUGNO FESTA DI SANT'ANTONIO

Caro Sant'Antonio
Fai fuggire il demonio
Che c’è in giro
Che ci tiene sulle spine
Con guerre e devastazioni
Del coronavirus
E con molte altre confusioni
Anche dentro le religioni
Di volerci bene ci siamo scordati
E a mangiarci l’un l’altro abbiamo imparato
Sant'Antonio mettici Tu una parola ( na pessa)
E al nostro Signore chiedi aiuto
Di fare scomparire tutte le brutte cose
Che ci portiamo appresso
Noi uomini rincretiniti.


domenica 14 giugno 2020

Domenica 14 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                  La vita è una sola ...amala a qualunque costo. In qualsiasi situazione ti trovi, sappi che sei vivo, e solo per questo non ti devi arrendere difronte alle difficoltà. Le preoccupazioni che hai per te stesso o per quelle dei tuoi cari, se vuoi le puoi superare con pazienza, costanza e Amore, quello con la A maiuscola, cioè a tutto campo e sempre, non solo per soddisfare i propri desideri. Facciamo  sì che Il coronavirus non sia solo l'ombra lunga della morte, ma la consapevolezza che la vita è il bene più grande che l'uomo possiede. La vita ci insegna che che quando siamo vecchi si perdono colpi sia nel fisico che nella mente, ma questo maledetto invisibile male ha messo difronte alla giovinezza e alla ricchezza la precarietà della nostra onnipotenza, mettendo giovani e vecchi tutti nello stesso piano, anche coloro che sono nel pieno della loro forza fisica. Tutto ciò che accade in questo periodo ci riporta a vivere la vita in modo nuovo e dobbiamo cogliere, nonostante la sofferenza, le motivazioni per comportarci meglio nei nostri confronti, nei confronti dei nostri cari, nel prossimo e avere la dovuta attenzione per la Natura, che sempre ci insegna che può essere MADRE ma anche MATRIGNA.


La paura e l'ombra lunga della morte
ci fanno rimanere chiusi, come
chiocciole nel nostro guscio.
L'uomo ha sempre saputo reagire,
non si è mai abbattuto e men che meno arreso.
Ha sempre trovare l'antidoto a ogni male,
e lo troverà anche contro questo morbo letale.
L'uomo, dopo l'iniziale smarrimento,
ha sempre usato la sua intelligenza
perché ama la vita.




sabato 13 giugno 2020

Sabato 13 giugno 2020

Carissima S. e blog.
                                 Da quando il coronavirus ha fatto la sua comparsa nel nostro Paese, sono trascorsi 113 giorni, e il numero 13 è il giorno dedicato al SANTO, che noi padovani da sempre chiamiamo così. Oggi sarebbe grande festa a Padova, ma le restrizioni causate dal covid-19 lanno impedito il suo svolgimento, ma il desiderio di celebrarlo, e il SANTO è partito in volo. Un elicottero dell'esercito si è alzato da Padova e ha sorvolato tutto il territorio della Provincia con le reliquie del SANTO nelle mani del Rettore della Basilica, e ha fatto tappa nel nostro Ospedale Madre Teresa che è Covid-Hospital. Non ho potuto essere presente, perché non sono permessi numerosi assembramenti, ma c'erano tanti Operatori Sanitari che hanno vissuto e vivono in prima linea questa pandemia. Ho vissuto commosso, alla Tv, tutta la cerimonia di benedizione dell'Ospedale e dei presenti. 


Sant'Antonio da noi padovani
chiamato il Santo.
Senza nome per la potenza
del suo verbo che ha annunciato
in vita e che tutt'ora è venerato
nella nostra Padova
dove è morto.

Antonio di Padova Data di nascita: 15. Agosto 1195 Data di morte: 13. Giugno 1231 Antonio di Padova, noto in Portogallo come Antonio da Lisbona , al secolo Fernando Martins de Bulhões, e chiamato in vita Antonio da Forlì,  è stato un religioso e presbitero portoghese appartenente all'Ordine francescano, proclamato santo da papa Gregorio IX nel 1232 e dichiarato dottore della Chiesa nel 1946. Da principio canonico regolare a Coimbra dal 1210, poi dal 1220 frate francescano. Viaggiò molto, vivendo prima in Portogallo quindi in Italia e in Francia. Nel 1221 si recò al Capitolo Generale ad Assisi, dove vide e ascoltò di persona san Francesco d'Assisi. Terminato il capitolo, Antonio fu inviato a Montepaolo di Dovadola, nei pressi di Forlì. Fu dotato di grande umiltà, ma anche di grande sapienza e cultura, per le sue valenti doti di predicatore, mostrate per la prima volta proprio a Forlì nel 1222. Antonio fu incaricato dell'insegnamento della teologia e inviato dallo stesso san Francesco a contrastare in Francia la diffusione del movimento dei catari, che la Chiesa di Roma giudicava eretico. Fu poi trasferito a Bologna e quindi a Padova. Morì all'età di 36 anni. Rapidamente canonizzato il suo culto è fra i più diffusi del cattolicesimo.

ILSANTO

Come le folgori si sprigionano dalle nubi, così dai santi predicatori emanano opere meravigliose. Scoccano le folgori quando dai predicatori balenano i miracoli; ritornano le folgori quando i predicatori non attribuiscono le loro forti gesta a se stessi, ma alla grazia di Dio.

***
La Vergine Maria fu sole sfolgorante nell’annunciazione dell’angelo, fu arcobaleno splendente nel concepimento del Figlio di Dio, fu rosa e giglio nella nascita di Lui.“



Venerdì 12 giugno 2020

Carissima S. e blog. 
                                 Esprimi un desiderio e non dirlo a nessuno.
Neanche a te stessa. 
I desideri si avverano quando ti dimentichi di loro.


E' un piacere ricevere questo bel pensiero, che ricalca la realtà odierna e il suo stato d'animo. Infatti  da parte mia, dimentico non solo i desideri, ma anche tante cose, tante persone, tanti volti, tanti sorrisi. Quando ero più giovane e in forze, tutto quello che desideravo me lo ripetevo di continuo e non me li dimenticavo finché non li appagavo, e ti assicuro che molti me li sono appagati. Oggi, questi fanno parte del mio album dei ricordi e mi aiutano a convivere con tutti i disagi del tempo nel quale stiamo vivendo, cercando di guardare in faccia la realtà e combatterla con le forze che ho. Attraverso questo blog-diario racconto il mio vivere quotidiano, anche se non so con chi condivido i miei pensieri, finché posso continuo a scrivere, ed è questo che desidero anche in questo tempo di covid-19. Ecco in che modo si avvera il mio attuale desiderio - Scrivo per non dimenticare di desiderare -.


I colori della Natura
richiamano i colori 
della nostra bandiera,
alla quale tutti uniti
e soggetti a questa pandemia,
l'abbiamo onorata 
mostrandola dai nostri balconi,
ma sopratutto con il lavoro
di alta qualità e professionalità
da parte di tutti gli appartenenti
alla sanità, alle forze dell'ordine,
al volontariato,  alla pubblica igiene,
alle forze armate, alla sicurezza, con 
abnegazione e spregio del pericolo
hanno assistito e aiutato in vita 
e in morte decine di migliaia 
di nostri connazionali
che sono stati colpiti da coronavirus,
questa impensabile, inimmaginabile
pandemia  partita dall'oriente e subita 
per prima dal Popolo Italiano 
ed estesa poi in tutto il mondo,
ma la stiamo combattendo
e la vinceremo.