giovedì 28 febbraio 2019

Giovedì 28 febbraio 2019

Carissima S. e blog. 
                                 siamo alla fine di febbraio e sono a casa. Le giornate sono lunghe e ancora di più le notti, che sono un continuo rigirarmi sul letto, senza dormire il giusto, ma ripeto sono a casa. Gemma è brava, mi aiuta meglio che può, perché anche lei ha degli acciacchi data la sua età (80 anni a Aprile), le sono molto grato e le voglio bene, nonostante alcuni episodi di incomprensione, ma che lei li annulla dicendo che è fatta così. Ieri è andata perfino in posta, non era mai andata e ha fatto quello che doveva fare come fosse sempre stata abituata a farlo. Nel mio ricovero a Ferrara ho ricevuto tanti sms da parte dei Volontari dell'AVO e anche tante belle fotografie del Carneval-Avo al CSA. Altra solidarietà mi è arrivata dagli amici del Gruppo di Lettura, da Orlando e Donatella e da tutte le mie nipoti. I miei figli Giovanni e Fabio con Elena e Cristina sono venuti a trovarmi, anche Lisa, che ha il ragazzo che studia qui a Ferrara, è venuta a trovarmi e mi ha portato la biancheria che gli aveva data nonna Gemma e Giorgio e Sofia mi hanno inviato i loro saluti e auguri al cellulare. In questo angolo buio di questa stanza sono questi attestati di affetto , che mi fanno sentire meno solo e più vicino ai miei cari, come l'immancabile Gruppo famiglia. Da quasi 30 anni mi dedico al Volontariato Ospedaliero A.V.O., di Ospedali e Case di riposo ne ho frequentate molte, ho visto migliaia di pazienti ammalati e di loro familiari, ero però sempre accanto a questi, ma mai mi sarei aspettato di dovere esserci anche io in un letto, ed ora capisco quale beneficio si ha nel vedere o sentire ogni tanto, le persone che conosco e alle quali voglio bene.  Una sera, a Ferrara, a sopresa, mi sono venuti a trovare in treno Ilaria e Sergio, mi sono commosso. Ora che sono tornato a casa,  tutti continuano a sostenermi e ad incoraggiarmi, per telefono o venendomi a trovare, come Marina, che mi invia i quotidiani, mio compare Flavio con Anna sua moglie, Modesto, Paolo, Olindo e Luisa, Giovanna e Vittorio, con questi abbiamo pranzato assieme, qui a casa, sabato scorso.


-Febraro febrareto curto e maedeto-
quest'anno non è così
 dalle nostre parti,
ma in altre è stato davvero 
cattivo e maledetto,
ha fatto disastri e ci sono stati
feriti e morti.
Dalle finestre del lungo corridoio
di questo luogo, 
una sera di questo febbraio,
ho ammirato una bellissima 
luna piena alta nel cielo blu.
Aveva delle striature rosseggianti
di colore rosso
che rendevano dolce il contorno buio
d'un cielo scuro, come l'oscurità
nei miei pensieri,
che annichilisce le mie
voglie e i miei desideri.

mercoledì 27 febbraio 2019

Mercoledì 27 febbraio 2019 

Carissima S. e blog. 

                                  mi farebbe pacere sentirti, dopo questa mia parentesi ospedaliera vedi che ho ripreso la mia non dimenticata passione, frutto colto dal tuo rigoglioso albero di saggezza. Oggi vi voglio scrivere, che il telefono, il cellulare e quant'altro, se non ci fossero, mi avrebbero mandato in depressione, là in quel luogo di sofferenza lontano da casa.  Attraverso questo mezzo, mi è arrivato un selfie di mio cognato Orlando, che si è infortunato e ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari in quel di Schiavonia. Dopo un po' gli ho telefonato e mi ha raccontato le sue vicissitudini non positive, che ha subito al P.S., comunque dopo qualche giorno è stato operato, ed ora anche lui porta un tutore, ma si muove lo stesso. Nei giorni trascorsi nel reparto accanto alla sala operatoria ho anche incontrato Claudio, un amico con il quale qualche anno fa abbiamo fatto assieme il pellegrinaggio a Medjugorie. Anche lui è venuto qui per operarsi alla spalla, ma dopo pochi giorni di degenza è andato a casa, beato lui!  In questo reparto ho conosciuto Salvino che dopo qualche giorno è andato a fare la riabilitazione a Padova a Villa Maria; Paolo anche lui è tornato a casa nello stesso giorno di Claudio, mentre è rimasto Gabriele,  un ragazzo di Casale Scodosia, che doveva operarsi al menisco. Dunque i compagni della mia prima stanza, in breve tempo se ne sono tutti andati chi a casa e chi a fare la riabilitazione, come Salvino, in altro luogo. Il mio intervento invece, richiede una settimana di riabilitazione qui alla SALUS, che è iniziata con il cambio di reparto, cioè dal 2° piano al 1°, ma la sorpresa è stata che il mio numero di camera era il 47, cioè il contrario del 74 n. della camera precedente. Qui però ero in un letto che aveva un muro davanti e uno di dietro, cioè praticamente al buio, in fondo ad una stanza ricavata, con pareti di carton gesso, da un corridoio. Per fortuna che ogni mattina e ogni pomeriggio, i fisioterapisti mi venivano a prendere per portarmi a fare gli esercizi riabilitativi in palestra. Qui mi sono trovato assieme ad altri operati alle ginocchia e alle anche, tutti facevamo degli esercizi inerenti al nostro tipo di operazione. Così è iniziata la lunga e dolorosa settimana di riabilitazione, ma accompagnato  e accudito dalla gentile presenza dei bravi e professionali Fisioterapisti Angela e Riccardo.


                                                      Mi sento come un bocciolo di rosa,
lasciato ad appassire
sul comodino del mio compagno di stanza,
dono di di sua moglie
nel giorno di San Valentino. 
                                                       Questa mia decisione di operarmi
mi ha gettato in una sorta di apatia,
poco appetito, dormire male
e dolorini diffusi all'arto
che ora deve essere educato
a riprendere muscolatura
e funzionalità.
Ecco la sensazione che provo
guardando i petali scoloriti
di quella rosa, che mi getta
in questa mia voluta realtà.



martedì 26 febbraio 2019

Martedì 26 febbraio 2019 

Carissima S. e blog.
                                 continuo con il Rime...diario interrotto a causa del ricovero a Ferrara, ma ho continuato scrivendo appunti su d'un quadernetto che mi sono portato appresso, naturalmente quando sono stato in grado di scrivere dopo l'intervento.  Tralascio di scrivere il giorno, perché a volte non avevo voglia di scrivere, preso com'ero nell'ascoltare i numerosi dolorini.  Vi avevo raccontato della bravura e professionalità degli operatori sanitari, ma in particolare vi voglio parlare di una coppia di giovani, un ragazzo e una ragazza, che erano addetti all'igiene personale dei malati.  Una mattina essi sono venuti a cambiarmi e lavarmi da cima a fondo, e mi hanno lavato anche i capelli. Davvero questa mattina mi sono sentito veramente bene. Un'altra mattina e venuto Riccardo, i uno dei fisioterapisti,  anch'egli giovane e preparato, gentile e educato, il quale ha iniziato a fare tanti movimenti, dolorosi, ma efficaci, che mi aiutano a deambulare meglio. E' venuto a trovarmi ancora il Dott. Melan, mi ha anche medicato e mi ha detto che tutto bene. Altri giorni è venuto anche il figlio del dott. Melan, Luca, che da un paio di mesi fa il medico di reparto. Anche Luca è gentile e premuroso. A tutti queste persone sono infinitamente grato. il 14 febbraio, giorno di San Valentino, Gemma mi ha mandato, tramite mia nipote Lisa, un sacchettino con un cuoricino di cioccolato e mi sono commosso, le ho telefonato ringraziandola e ho sentito nostalgia della lontananza da lei. Guardo fuori dalla finestra della stanza n. 74 letto n. 1, e avidamente guardo il riquadro di cielo con tutte le sue sfumature di blu, giro, azzurro e qualche bel tramonto così variopinto da non riuscire a distinguere le sue tonalità rosseggianti. I giorni trascorrono così, lentamente, ma passano.


Sull'incanto variopinto
del tramonto
piano piano, come un sipario 
cala il blu notte.
Il silenzio cala su tutta la terra.
è il momento della preghiera, 
del riposo e dei sogni più o meno belli, 
per un risveglio più o meno riposati, 
pronti ad affrontare un altro dì
di mille impegni, ricco di desideri. 
che spesso rimangono solo tali
mischiati nel cocktail 
di eventi che avvolgono
tutti gli esseri mortali.




lunedì 25 febbraio 2019

Lunedi 25 febbraio 2019 

Carissima S, e blog.
                                 sono tornato acciaccato, ma spero di avere un buon risultato, con tanta pazienza ed esercizi di riabilitazione. Mi è tornata anche la voglia di scrivere e di raccontarvi come si sta dall'altra parte, mi riferisco a quando vado a trovare gli ammalati nel mio turno di servizio AVO. Ora capisco perché alcuni ammalati si girano da un'altra parte quando arriviamo noi volontari, perché quando si soffre ci si rinchiude, ed è quello che è successo anche a me, durante il soggiorno in Ospedale a Ferrara. Pero' fatto il pieno di brutti pensieri e abituandomi alla situazione, se mi veniva a trovare qualcuno, ero felice della vicinanza. (10 febbraio) Stanotte, Salvino il mio compagno di stanza, ha avuto degli incubi e due infermieri, hanno fatto fatica a calmarlo e a fargli capire che è in Ospedale, operato e sotto gli effetti dell'anestesia. Dopo un po' si è calmato ed è venuta mattina, che ho ricevuto la visita del dott. Melan, che mi ha operato, il quale è venuto a vedere se ero tranquillo e avevo superato l'intervento, mi ha detto che aprendo il ginocchi ha trovato, oltre a tutto il resto, anche la rotula distrutta, così ha dovuto intervenire in una operazione tricompartimentale, in pratica ha rifatto il ginocchio completo. La giornata è trascorsa con il solito via vai di pazienti che erano portati in sala operatoria. Questa lavora dalle 8 del mattino fino anche alle 22 di sera. Non credevo ai miei occhi, quando è venuto il fisioterapista e mi ha messo sotto un apparecchio che si chiama Finiteck (movimento), con il quale mi ha cominciato a muovere in modo lento e dolce l'arto, questo è durato circa una mezza ora. Con il via vai di persone ammalate, parenti delle stesse, infermieri e inservienti è passata anche un'altro giorno.

Buona giornata!


La  nostra vita
da tutti i nostri desideri
gioie e e dolori 
è riempita.
Non siamo però i soli
in questa terra
a vivere e percepire,
seppur in altre forme,
la vita quotidiana.
Basta guardare la Natura
con le sue piante che 
germogliano e danno frutti
per saziare insetti e pennuti, 
e le foreste e i boschi
pieni di animali che lottano
ogni giorno per cibarsi
e sopravvivere, come i pesci 
del mare che nuotano
cercando  le creature 
buone per potersi cibare.
Ecco cos'è la vita:
la ricerca di un bene-stare
per noi e per tutti gli esseri viventi,
ma siamo noi, con il nostro egoismo,
che stiamo alterando l'equilibrio
che il Creatore ci ha donato.




domenica 24 febbraio 2019

Domenica 24 febbraio 2019 

Carissima S, e blog.
                                 eccomi,... in questa splendida giornata di sole mi sento un po meglio, non avevo dubbi che a casa si sta meglio. Sì! Perché da giovedì sono tornato a casa dall'Ospedale privato Salus di Ferrara, dove sono stato operato al ginocchio sx. Il dott. Melan Francesco, venerdì 8 febbraio scorso, mi ha fatto l'intervento, mettendomi un ginocchio artificiale, perché il mio era distrutto e non  mi permetteva più di camminare. Vi racconto ora, il mio soggiorno in Ospedale...8 febbraio, è il giorno...stanotte non ho dormito molto, camera a tre letti, occupati da me, Salvino, un buon uomo di Piove di Sacco e un ragazzo di Thiene. Come ho scritto, non ho dormito a causa della mia ansia per quello che devo affrontare, ma anche per il russare di Salvino.  Poco dopo la mezzanotte, tra il 7 e  l'8 febbraio, invece di suonare il campanello, mi sono alzato e sono andato dalle infermiere, che stavano armeggiando in corridoio, attorno al carrello dei medicinali, tra parentesi c'è un personale splendido, bello, attento e molto professionale. Vado da loro perché mi sentivo avvampare, esse con il sorriso, mi hanno fatto accomodare, misurata la pressione e fatto uno stick per misurare la glicemia, tutto normale. Allora mi hanno detto di tornare a letto, di rilassarmi e che fra poco mi avrebbero portato una camomilla. Dopo un po' me l'hanno portata raccomandandomi di stare attento perché era bollente. Dopo aver bevuto l'infuso, mi sono calmato e credo di essermi addormentato, almeno per qualche ora. Alle 6, Salvino si è alzato ed è andato in bagno per vestirsi con il Kit che ci hanno dato da mettere per l'intervento. Dopo di lui sono andato io e mi sono spogliato del tutto, ho messo le mutandine e il grembiule del kit sterile di colore blu, predisposto per l'intervento. Alle 8 sono arrivate le infermiere a prendere Salvino per portarlo in sala operatoria per l'intervento al suo ginocchio dx, il suo sx l'aveva già operato 4 anni addietro. Dopo una mezzoretta è venuto al mio letto il dottor Visentini, l'amico primario di ortopedia del vecchio Ospedale di Monselice. Ci siamo salutati cordialmente e poi ha compilato le carte per l'autorizzazione all'intervento. Al termine abbiamo parlato un po'  del nostro passato, mi ha chiesto di Padre Leone, che ha conosciuto quando era a Monselice, ci siamo salutati con un  arrivederci in sala operatoria, dove lui avrebbe dato una mano al suo allievo dott. Melan divenuto primario a sua volta. Pià tardi è venuto anche il dott. Melan a salutarmi e dirmi di stare tranquillo, al che io ho risposto che sono nelle sule mani, facendo il gesto di baciargliele. Alle 11, Salvino non era ancora tornato e mi sono venuti a prendere per portarmi in sala operatoria, dove mi è stato indicato l'anestesista, che non era altro che il dott. Ambrosi con il quale ci siamo visti all'Ospedale di Schiavonia, prima che lui andasse in pensione. Così, trovandomi tra amici medici, mi sono sentito più tranquillo. L'intervento è iniziato con la mia preparazione anestetica, che non mi ha addormentato totalmente, ma solo dalla pancia in giù. Ero sotto un telo azzurro come il cielo, mezzo incuccolito , ma sveglio, così ho sentito battere, segare, tirare ...prendi questo ...l'altro...guarda la rotula e distrutta... dobbiamo metterla nuova. Non so a che ora hanno finito e quando mi hanno riportato in stanza. 

Fine dei primi due giorni al SALUS di Ferrara...Buona domenica!


Si dice, per celia:
"L'intervento è andato bene,
ma il paziente è deceduto"
Ma questo per me 
non è accaduto.
Nel pomeriggio dopo l'intervento,
sono venuti i miei cari:
Gemma, Fabio e Cristina.
E' stato un sollievo rivederli,
sentirli  per un po' vicini, perché
in questo reparto hanno orari rigidi,
come rigido è l'inverno in questa stagione, 
ma vederli e parlare e stata
una grande consolazione.







mercoledì 6 febbraio 2019


Martedì 5 febbraio 2019

Carissima S. e blog.
                                 Stamattina apro la pagina di ieri, che non ho scritto, con la notizia che come avevo annunciato, inizio un periodo particolare, ho deciso di curare le ginocchia perché se aspetto ancora, poi è più difficile fare l'intervento. Ieri dunque, sono andato a Ferrara a fare il day hospital  nella Casa di Cura Salus. Sono partito da casa, accompagnato da Fabio e Gemma, che era ancora buio e in circa cinquanta minuti siamo arrivati a destinazione. Per la strada abbiamo trovato poche auto, ma una lunga fila di camion. Non c'era nebbia e il cielo era stellato, arrivati in città, Fabio ha disposto il navigatore, che ci ha accompagnati a destinazione. Erano da poco passate le sette, in accettazione non c'era ancora nessuno, ma ho seguito le istruzioni che avevo ricevuto telefonicamente e subito trovato il corridoio e l'ambulatorio che mi era stato indicato. C'era già parecchia gente, alcuni un carrozzina, altri con le stampelle o il bastone, tutti seduti su delle sedie di ferro di colore grigio, così mi sono accomodato anche io difronte all'ambulatorio numero tre. Dopo un po è uscita un'infermiera che mi ha consegnato un post it giallo con il numero sei, dicendomi che sarò chiamato sempre con questo numero per fare vari esami e visite. Verso le otto  l'infermiera è uscita e ha chiamato il mio numero e ho fatto gli esami del sangue - alle otto e u quarto mi hanno chiamato per fare l'ECG e misurare la pressione, dopo di che ho fatto colazione alle macchinette con un cappuccino e una barretta di riso e cioccolato - alle nove circa sono stato chiamato per fare la visita cardiologica - una mezz'ora dopo i RX - verso le undici la visita anestesiologica e a mezzogiorno sono stato accompagnato al secondo piano per le pratiche burocratiche relative all'accoglienza in reparto. La caposala è stata molto gentile ed efficiente, mi ha spiegato quello che dovevo fare e le cose da portarmi da casa. Mi ha congedato dicendomi di ritornare giovedì sette febbraio alle ore 16 e il giorno otto sarei stato operato per mettere la protesi al ginocchio sx. A mezzogiorno mi ha congedato e siamo ritornati a casa. Devo dire che anche se la struttura è datata, l'organizzazione è stata molto efficiente. Con questa pagina del mio Rime...diario vi saluto e speriamo di riprendere, ristabilito, fra una ventina di giorni e confido nel PARON.

Buona giornata, buon mese di febbraio, buon San Valentino a tutti.


Sogno l'estate
Sogno un intervento
che mi faccia contento
ridonandomi la gioia 
di passeggiare sulla spiaggia
senza fastidiosi dolori
e cogliere del mare
l'aria e i suoi colori.
Sogno una degenza
senza troppe difficoltà
e che mi ridia l'opportunità
di gustare le camminate
che ho sempre adorate
e che mi ridanno il buon umore
anche quando sono 
ansioso e di malumore
Non posso sognare di ritornare
indietro negli anni
ma almeno  di continuare
a vivere senza troppi malanni.

lunedì 4 febbraio 2019

Lunedì 4 febbraio 2019 

Carissima S. e blog. 
                                seduti a tavola a pranzare con amici, è un bel modo di passare la domenica. Così è stato ieri, al mattino abbiamo preparato tutto, Gemma si è occupata di fare da mangiare e io di preparare la tavola e gli amici sono arrivati puntuali. Il menù era allettante, Gemma ha cucinato gli spaghetti alla matriciana, Vittorio ha portato i fagiani che Stefano  i aveva regalato, Olindo e Luisa hanno portato i vini e le fritelle, mentre Teresa ha comperato i galani in pasticceria.Abbiamo chiacchierato, tutto è stato mangiato,  gustato e  con un buon vino annaffiato. Verso le tre del pomeriggio satolli e contenti abbiamo sparecchiato e ci siamo salutati dandoci appuntamento al prossimo incontro eno-gastronomico a base di baccalà. Oggi la giornata è densa di cose da fare, perché domani devo andare a fare il Day Hospital a Ferrara e forse in settimana vengo operato al ginocchio sinistro. Pertanto devo fare e preparare diverse cosette, compresi gli impegni che mi sono assunto per l'Associazione A.V.O. -  per i Poeti della Rocca - per il Circolo Filatelico e per il Gruppo di Lettura, perché  tra l' operazione e la riabilitazione per circa un mese sarò assente. Ho un po' di paura, ma come si dice Via il dente via il dolore, perché non posso camminare bene e non posso continuare a tenere duro e assumere antidolorifici. Oggi questa operazione da dei buoni risultati e nonostante i miei timori sono deciso a sottopormi a questo intervento. Ecco questa è la pagina del Rime...diario di oggi, che è un po triste, ma che fa parte della vita. Il mio pensiero poetico di quest'oggi è una rivisitazione del mio passato, quando avevo la forza e i desideri  della giovinezza.

Buona giornata!


ERI E OGGI

Dalla piazza risuonavano la torre
scandivano i rintocchi delle ore
che s'udivano nelle case dentro e fuori
Tutto è ormai coperto dai rumori
dal Montericco s'udivano il fragore delle mine
rimbombava l'ululato delle sirene
Allegro e vociante era il mercato
guardava e contrattava l'uomo indaffarato
Nell'aria si diffondeva del pane l'odore
per le strade la gente salutava con calore
S'inalavano i profumi della drogheria
si sentivano solo i miasmi della pescheria
Nelle osterie i vecchi giocavano a carte
mescite di vino e pareti affumicate
Oggi nei bar giovani aitanti
bibite e specchi luccicanti
Ieri si scriveva sulla carta di formaggio
oggi treni e muri imbratta il selvaggio
Dal ponte la cava guardo
vedo lo squarcio beffardo
Nel canale non ci son più le barche
dalle valli non arrivano più
con la frutta sulle spalle 
le vecchie  ingobbite e stanche
Simboli di un affaticato passato
ma che oggi scopriamo d'averlo amato.






domenica 3 febbraio 2019

Domenica 3 febbraio 2019 

Carissima S. e blog. 
                                 giorni e notti, come le stagioni  si susseguono anno dopo anno, noi ne siamo testimoni, viviamo e vediamo la luce che illumina i nostri passi e il buio che ci fa riposare. Ma tutto ciò accade così velocemente da darci la sensazione che ieri sia uguale a oggi e  sarà così domani, rendendoci incapaci di vivere sereni il susseguirsi del tempo, che rimane tale e quale a dispetto delle nostre voglie e desideri. Perché allora, non ci sforziamo di leggere tutti gli accadimenti che sono accaduti e prendiamo le decisioni su quello che è accaduto di buono o meno buono. Abbiamo visto, no mi è sembrato, che quel provvedimento sia stato buono, bene facciamolo, altrimenti andiamo cauti prima di metterlo in atto. Faccio un esempio sul provvedimento Quota 100, perché non hanno pensato  di sostituire  quelli che se ne andranno, con un altro provvedimento concomitante, al fine di non lasciare scoperti i posti che vengono a mancare e così per tutto il resto. Se si sono iniziati dei lavori bisogna portarli a termine, magari con degli aggiustamenti, ma non abbandonarti e farli diventare INCOMPIUTE, perché di queste ne abbiamo già abbastanza. Potrei proseguire, ma so che ci sono degli esperti che sono capaci di prevedere e analizzare. Ricordo solo, che basta rileggere la storia di ciò che nel tempo è stato fatto di buono e di meno buono, credo che ci potrebbe aiutare....

Buona giornata!


LA CANDELORA

Se dize che a la candelora
De l’inverno semo fora
Ma se piove o tira vento
Ne l’inverno semo dentro
Un co’ xe un dì
Cossì cossì
Nebioina e fredo can
Se sta ben col pastran
Anca fra Casimiro quando ch’el predicava
In giro el ne ciapava
Lu ch’el vegneva dal Trentin
Tira su a pan e vin
Fredo n’ol gavea
A piè scalsi e coa flanea
D’inverno e d’istà
El corea de qua e de eà
El jera un omo bon
Dedicà ae mission
Ai toseti el ghe dava i francoboi
Par farli stare manco soi
Bravo a predicare
De manega earga nel confessare
Mario Teresa me gà contà
Che a ‘na sagra dei frati de ani fa
I ga fato ‘na gara de pugiato
Mario Teresa gera un rosso magnapreti
E fra Casimiro bianco tra i poareti
“Mosca contro Vaticano” gera intitoà
L’avenimento de chea sagra eà
I ga fato ridare anche i sassi
Omani de core no paiassi
Fra Casimiro coa tonega maron
Mario Teresa col bandieron
Sto frateseo un co’ n’ol ghe xe pì
Lo ritrovaremo un dì
Lassù nei cei
A zugare insieme coi putei.







sabato 2 febbraio 2019





sabato 2 febbraio 2019

Carissima S. e blog.
                                 
Tieni stretto ciò che è buono, anche se è un pugno di terra. Tieni stretto ciò in cui credi, anche se è un albero solitario. Tieni stretto ciò che devi fare, anche se è molto, lontano da qui. Tieni stretta la vita, anche se è più facile lasciarsi andare. Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sono allontanato da te -.

                                                            Poesia indiana

Con questa poesia apro la pagina del Rime...diario in questo inizio di febbraio e ne evidenzio il versetto  - tieni stretta la vita, anche se è più facile lasciarsi andare - 
perché quando si soffre, si ha paura e spesso ci si lascia andare, invece questa poesia indiana, che ho trovato in internet, mi aiuta a prendere una decisione, perché in questi giorni mi hanno chiamato dalla Casa di Cura Salus di Ferrara, ci sarebbe il posto libero per eseguire l'operazione al mio ginocchio sinistro. Per paura vorrei lasciar perdere questa occasione, ma poi penso che dovevo fare questo intervento ancora quindici anni fa a Cortina, dove un amico mi aveva portato da un chirurgo ortopedico che esegue questo tipo di operazioni, ma per paura non non ho fatto nulla e ho continuato a fare le mie passeggiate, anche se non potevo correre come mi piaceva fare all'epoca. Ora la Risonanza magnetica ha evidenziato la totale mancanza di cartilagine che ha prodotto un buco sul ginocchio sinistro. Inoltre, ha cominciato a farmi male anche quello destro. Così a malincuore ho deciso di affidarmi a un medico che stimo e conosco, ma che opera a Ferrara. Dunque, la settimana prossima andrò in quella città e per una ventina di giorni non avrò la possibilità di stare qui seduto a scrivere il Rime...diario, però spero di riuscire su un libretto che mi porterò appresso e quando sarò ristabilito riscriverò e descriverò le pagine che qui mancheranno per un po' di giorni Termino con l'ultimo versetto della Poesia indiana - Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sono allontanato da te -.

Buona giornata!

Non ci sei tu a proteggermi,
non mi tieni per mano,
ma sono certo che da lassù
stai chiedendo al Paron
di aiutarmi in questo passo
che sto poter fare
anche se con paura
lo devo affrontare.
 Paron!
Grande Onnipotente Misericordioso
so che non sei lontano.
Ti prego
tienimi per mano.


venerdì 1 febbraio 2019

Venerdì 1 febbraio 2019 

Carissima S. e blog.
                                 in questi giorni sento tra gli alberi il frullare di ali e il cinguettio dei merli, è il segnale che l'inverno sta lentamente portando il suo gelo e freddo silenzio, verso la dolce stagione primaverile. Nella nostra zona, fino ad ora, siamo stati graziati dalle intemperie che hanno imperversato in altre parti d'Italia. Il mese di febbraio è il più corto degli altri mesi, ma è  il mese che riserva sempre delle sorprese. Pertanto, non culliamoci troppo su questo stato di grazia, ma stiamo accorti, perché il cambiamento climatico potrebbe riservarci davvero delle sorprese. Nel mese di febbraio mi ricordo anche, che in certe giornate di sole, mi levavo le sgalmarette e correvo a piedi nudi verso la passerella di legno che attraversava il Bisatto, per andare incontro a mamma Sandrina che stava tornando dall'Ospedale con un piccolo fagotto in braccio dove c'era, avvolto in un asciugamano di grossa spugna, mio fratello Franco (Marino). Da quel febbraio sono passati settantaquattro anni, ma il ricordo è rimasto impresso nella mia mente come fosse ieri. Di questo mese ricordo, la notte in cui Pippo ha bombardato il Cinema Roma, uccidendo i giovani militari tedeschi che stavano assistendo alla proiezione di un film. Termino questa pagina con una tiritera in dialetto - Febraro febrareto curto e maedeto - tanto per ricordarci che a Febbraio il clima può riportarci nel clima rigido del generale invernale.

Buona giornata!

Il freddo  la neve il ghiaccio
non mi fermavano
anzi mi richiamavano
a correre e salire su su
fino in cima attento 
a non scivolare
Nulla poteva fermare
il mio desiderio di correre
abbandonavo altri desideri
che non potevo soddisfare
e correre mi faceva
dimenticare.