Sabato 1 dicembre 2018
Carissima S. e blog.
In città c'erano macerie un po dappertutto, ma quelle più vistose e atroci erano quelle del Cinema Roma, che era stato bombardato da 'Pippo' e aveva provocato la morte di molti giovani soldati tedeschi, i quali vengono ricordati da bianche croci sulla muretta di mattoni del nostro camposanto.
Mentre fervevano i lavori per la ricostruzione e in attesa di un assetto definitivo della politica-amministrativa della città, nell'arco di un anno si sono avvicendati in rapida successione, tre Sindaci: come abbiamo scritto sopra, il primo fu Goffredo Pagliani - succeduto a questo fu Sindaco Ziron Giovanni dal 19 ottobre 1945 al 22 marzo 1946 - Masiero Antonio dal 23 marzo 1946 al 20 settembre 1946 e Bovo Giuseppe che divenne Sindaco dal 21 settembre 1946 al 9 gennaio 1948. Ricordo tutti i sindaci da quell'epoca fino ad oggi e ne descrivo un breve profilo. I Ziron erano una famiglia di commercianti, con una bottega di frutta e verdura in Via 28 Aprile e una rinomata pasticceria in Via Roma, che aveva però mantenuto il nome dei primi industriali dolciari locali che appartenevano alla Famiglia Dal Din. Il sindaco Masiero Antonio era un funzionario municipale che abitava in un palazzetto di XI Febbraio e uno dei suoi figlioli Giuseppe (Beppino per gli amici) era anche divenuto sacerdote. Giuseppe Bovo è il Sindaco che ha amministrato la città più a lungo dei suoi predecessori, mi ricordo che mia sorella Noris faceva le pulizie nella sua casa. Non scrivo nulla a riguardo delle vicende politiche di quel periodo, perché ero piccolo e la mia educazione era solo detta dalla povertà, ma improntata ad un''onesta dignità, ma sapevo che la lotta per la carica di Sindaco era tra Democristiani e Comunisti, i primi erano legati alla Chiesa e ai Preti e i secondi erano considerati dei 'Mangiapreti'.
Buona giornata e buon inizio del mese di dicembre!
Le luci natalizie
illuminano una piazza deserta,
oggi vuota, perché la città
verso la periferia si è aperta.
Altre luci sfavillano
da quelle parti,
le luci dell'abbondanza,
mentre negli anni del dopoguerra
avere la luce era già
un segno di speranza.
Lo sfavillio odierno era una chimera,
ma a quel tempo ,,, povero...
c'era solidarietà vera.
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