giovedì 6 dicembre 2018

Giovedì 6 dicembre 2018  

Carissima S. e blog.
                                 ricordare il passato  è rimettere a posto le tessere di un mosaico che si sta sgretolando corroso dal tempo. Questo è quello che cerco di fare con l'elenco dei Sindaci che si sono succeduti dalla mia nascita in poi. Ci sono molti buchi nella mia memoria, perché questo Rime...diario, l'ho iniziato da pochi anni, colgo l'occasione per ringraziare  S. che mi ha aiutato. Comunque provo a descrivere il centro della nostra città, che non è molto cambiata nei suoi tratti originali, ma sono cambiate le attività commerciali, artigianali, i luoghi di divertimento e le abitudini dei suoi abitanti. Dall' 8 agosto 1968 al 26 luglio 1975, il Sindaco di Monselice è stato Mario Balbo. Come ho scritto ieri, il 68 fu un periodo turbolento a causa delle rivendicazioni del popolo. Il sindaco Balbo, uno dei pochi Sindaci che è nato e ha vissuto a Monselice, conosceva molto bene  le esigenze dei suoi abitanti, in modo particolare di quelli legati alla terra. Infatti, egli proveniva da una famiglia contadina ed era a capo  della Federazioni degli Agricoltori. Ricordo che la Sede era nella vecchia canonica della Chiesa di San Paolo, rimasta ancora pochi pochi anni, anche dopo l'abbattimento del vecchio Municipio, allora dislocato a palazzo Tortorini, dove prima c'era l'Asilo infantile. Con l'abbattimento del Palazzo Comunale, sono state abbattute le botteghe che c'erano sotto, tra le due scalinate che ci sono ancora oggi , assieme all'entrata originale della Chiesa di san Paolo, ora divenuta Museo. Mentre sto scrivendo questi ricordi, mi viene in mente la figura di  Don Ernesto, un prete che per tutto il suo mandato a Monselice,  ha abitato a Monselice. Assieme al ricordo di questo sacerdote, mi vengono in mente altri preti che ho conosciuto quando facevo il chierichetto, come don Martino, don Angelo il Moro e don Angelo il Biondo, don Giovanni Prosdocimi, conosciuto come don Joanon, perché era grande e grosso, si racconta, ma non lo so con precisione, che avesse fatto anche il pugile, però lo ricordo che quando facevamo, con i miei compagni di allora, i chierichetti,  e combinavamo qualche marachella, egli ci dava delle leggere botte in testa con le nocche della mano destra (crognoi), ci dava dei confettini colorati (fasoeti) e ci aveva fatto fare le vesti viola che portavamo nelle Feste grandi e durante i Pontificali  nel Duomo Vecchio. 


Doni della vecchiaia
sono i ricordi.
Belli o brutti che siano,
essi fanno parte del nostro vissuto. 
I ricordi ci ritornano di frequente in mente,
ogni volta che guardiamo 
una fotografia o un oggetto
che ci è stato regalato nell'infanzia, 
oppure quando incontriamo persone 
che non vedevamo da lungo tempo,
ma in modo particolare 
quando ci rechiamo al cimitero
a trovare i nostri cari. e...
 passando   tra le tombe, vediamo la fotografia
di tante persone che abbiamo conosciuto
ed esclamiamo: 
- Ecco perché non le vediamo più in giro -


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