giovedì 13 dicembre 2018


Giovedì 13 dicembre 2018 

Carissima S. e blog.
                                 ....nella mia via Moraro, nel dopoguerra, la gente si è rimboccata subito le maniche e si è messa a fare i mestieri che sapevano fare. C’era un meccanico di biciclette, un barbiere, un sarto un calzolaio, dei pescatori, un rivenditore di cose usate, una venditrice di granatine d’estate e di castagne secche (stracaganasse) d’inverno due macelli delle due famiglie di macellai Ruzzante e Soloni, mi sovviene  quella volta che mentre portavano al macello un torello, questo è fuggito e tutti si sono nascosti in casa e guardavano dalla finestra gli uomini che lo rincorrevano con un bastone e sono riusciti a prenderlo alla passerella di legno che attraversava il Bisatto all’altezza della Villa Contarini....tutte queste persone esercitavano i loro mestieri dentro la propria abitazione.  Da una  parte la via terminava al ponticello di legno e l’argine che portava verso Marendole, dall’altra  con il Cinema Roma e i gradini che salivano  all’Albergo Stella d’Italia, che si trovava alla destra, mentre alla sinistra  iniziava la Riviera Belzoni con la tipografia Burchiellaro, la bottega di Arrotino di Arcangelo Franzolin e del figlio Gianni detto Fumeto, qui a chiamata, lavorava anche mio padre Aurelio, davanti all'arrotino c'era lo staccivendolo Gastaldello (el strassaro), il quale acquistava dalla gente stracci, ossa di animali, ferro vecchio, mi sembra ancora di vedermi; accucciato con uno stecchetto in mano che frugavo sui mucchi di rifiuti dell'Indelve, in cerca di qualche pezzo di alluminio, di ferro e di filo di rame, che anche io vendevo al strassaro, oppure tra i banchi del mercato, in particolare sotto a quello di Manubrio il salumieri, dove cercavo il piombo attacatto allo spago che reggeva i salami....a questa latezza la riviera  si interrompeva, perché incrociava la strada delle Valli, poi continuava con l’Albergo Cavallino e la sala da Ballo Novalba – Dancing; dopo l’albergo c’era una fila di case addossate, in una delle quali c’era Anna (una bella mora) della quale molti di noi ragazzi eravamo innamorati, nella sua casa, che aveva una sala abbastanza grande e noi non potevamo entrare al dancing, ci riunivamo per ballare il Twuist e il Roch and roll, le belle musiche che ci avevano importate gli americani che si erano accampati in Piazzetta Ossicella. Dopo la casa dei Ghirotti, così si chiamava la famiglia di Anna, c'era il magazzino di birra, vino, liquori e bibite della Ditta Rocca (presso la quale ho lavorato anche io come aiutante di Adelchi, una persona simpatica con la quale, dopo avere caricato la merce, andavamo in tutte le osterie e botteghe a tentare di venderla; tra il magazzino e le altre case della Riviera, c'era una stretta via che si congiungeva con lo stradone che portava in Valle e ad Arquà Petrarca; dopo questa si trovava il Palazzo delle due scale, dove aveva soggiornato, di ritorno dall'Egitto, Gianbattista Belzoni, al quale era stata dedicata la Riviera stessa (oggi le due scale non ci sono più per lasciare posto alle attività commerciali e artigiani, infatti c'è una parrucchiera, una macelleria di carne equina, un laboratorio dove riparano i cellulari); proseguendo si trova Villa Pisani (uno dei tanti casini dove si fermavano i Nobili Veneziani che attraccavano al porticciolo, quando Venivano da Venezia per visitare le loro proprietà in Terraferma.....continua...

Buona giornata!


Barche e barconi lente
solcavano le acque 
di fiumi e canali,
portavano i Nobili Veneziani
a visitare le loro terre in-culte,
che si estendevano dalla laguna
ai grandi fiumi che fluivano in pianura.
Le vie d'acqua trasportavano
merci dalle campagne verso 
Venezia e stoffe e spezie viceversa.
 Erano il pane per le famiglie
dei barcari, che curavano 
fiumi e canali con amore.
Gli invasi erano puliti,
nelle loro acque si lavava e si pescava,
pesci d'acqua dolce d'ogni specie,
mentre oggi sono scomparse
e delle acque buone
si sono perse le tracce.






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