martedì 4 dicembre 2018

Martedì 4 dicembre 2018

Carissima S. e blog.
                                 
                      Salgo sull’Arca dell’Alleanza e navigo sull’infinito oceano celeste, approdo al porto sicuro dove EL PARON mi aspetta e mi conduce nella dimora che mi ha preparato, per rimanere in eterno a contemplare la sua Maestà divina. Lo ringrazio per tutto quello che mi ha donato, fatto cristiano, conservato nella fede e per avermi fatto superare gli ostacoli e mantenuto nella via giusta nella vita quaggiù...grazie GESÙ! Con questa preghiera inizio la giornata, nella quale stamattina, andrò al funerale dell’amico Roberto.Non sapevo che fosse ammalato, e quando l’ho saputo all’ospedale l’ho cercato, ma poi ho saputo che non era qui nel nostro, ma in quello di Rovigo e dove prematuramente è scomparso. Oggi pomeriggio ci sono anche le esequie di Loreggian, un altro conoscente, che qualche tempo fa mi ha investito con l’auto, senza peraltro farmi molto male, ma non so se ci andrò. Anche oggi, come da diverse settimane, vado ad assistere una o due volte al giorno, a cerimonie funebri, come ieri pomeriggio, che sono andato alle esequie di Fabio, il giovane (soli 48 anni) nostro concittadino, campione del mondo di fisarmonica. Ieri  mattina dovevo partecipare al funerale di una cara signora che abitava nella mia vecchia via Tintoretto, ma che non ho potuto, perché  ero in servizio A.V.O. all’ospedale di Schiavonia. Ecco queste sono le mie giornate da vecchio pensionato, principalmente assistere alle cerimonie funebri di parenti, amici e conoscenti, alle quali sento, come un dovere (se posso), partecipare. Scusate se vi scrivo queste tristezze, ma sono frutto dei pensieri di questa notte.

Buona giortnata!


Stiamo avvicinandoci a Natale...la Festa della nostra nascita, del nostro compleanno di Cristiani. 

GESU’ GIUSEPE E MARIA

No ghe iera posto par lori
nel’albergo del paese,
aeora i se ga riparà
in te ‘na staa,
e i se ga destirà su a paia,
scaldà da un bò e da un musseto.
In te sto poro posto
se ga roto e aque
sigo de vita e GESU’ xe nato.
Che teneresa, che contentesa.,
i se eo sognava za
vedarlo corare sui prà,
feise e contento,
vedarlo cresare
forte e inteiente,
farse strada nel mondo
e darghe ‘na peada
a ea so miseria,
ma invese Iù
el iera sta mandà
par scanceare co tanto mae,
el nostro pì  inbesìe  pecà.







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