martedì 1 settembre 2015

i bo xé scanpà


Martedì 1 settembre 2015 

 

Carissima S. e blog, l’esodo è inarrestabile, solo ora i grandi pensano di fare qualcosa per arginare questa terribile emigrazione, che in particolare proviene dall’Africa. Questa povera gente vien qui in occidente sperando di avere una vita migliore. Essi abbandonano le lor famiglie, i loro usi e costumi, abbandonano le tradizioni che in Africa hanno le radici, ma che qui devono abbandonare se vogliono sopravvivere. Noi ora pensiamo di chiudere le porte delle stalle dopo che i buoi sono scappati,è una metafora per dire che forse è troppo tardi. Ormai i popoli sono a conoscenza di tutto quello che di buono c’è in occidente, e anche se sanno che devono affrontare tante difficoltà, vogliono lo stesso tentare la fortuna, come quelli che salgono sui barconi e affrontano il mare, pur sapendo che possono morire. Io non so più cosa pensare, perché tutti quei poveri cristi, devono mangiare, vestire, vivere meglio possibile, ma fino quando noi possiamo aiutarli? Per questo motivo faccio un salto alle mie radici e rivivo un passato non lontano…Buona giornata!

 

CANTI IN DIAETO
A ROCA
 
Cossì i te ciama
Da tanti ani
Piassaroti e vilani
E tuti queli che te ama
Te si l’ultima colina
E anca la pì picolina
Dei Coli Euganei maraviliosi
Pieni de loghi delisiosi
Dove scritori e poeti
Insieme a eremiti e pitori
Gaveva casa e là li viveva
E sula Roca ghe jera
Zente de bela maniera
E i morosi se perdeva
Ne le sere d’istà
Quando li ‘ndava a passejare
Pian pianeo inbrassà
Su la Roca xe belo ‘ndare
In ogni stajon
Parchè ghe xe bele costrusion
E se se lassa ncantare
Da le storie de batalie
Da le vecie legende
Da le feste dei conti
E dai tesori
Sul torion sconti
E tra corpi dei martiri santi
Ne la cesa de san Giorgio
Ghe xe san Valentin
Fra i tanti protetore
Dei malani e del’amore.

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