sabato 10 agosto 2019

Sabato 10 agosto 2019

Carissima S, e blog.
                                 Ieri sera, mi ha fatto piacere andare con Gemma, Fabio e Cristina, a Capocastro, dove gli amici di San Gaetano, preparano i buoni bisatei fritti. Abbiamo terminato la serata andando a Cartura  a mangiare il gelato nella gelateria dove lavora Lisa . Strada facendo, abbiamo trovato  mio nipote Marco e l'abbiamo portato con noi. Nella notte però, i bisatei e il nuon vino bianco, non mi hanno fatto dormire bene. Stamattina ho fatto la passeggiata in bici. Sono andato in Via Valli  - Via Cementeria -  ho proseguito per la canaletta fino a Marendole. Si stava bene, era fresco. Ho visto un bellissimo airone cinerino e molte anatre selvatiche. Ho incontrato tre amici a piedi, due amiche in bicicletta. Nel ritorno, in un tratto d'argine, ho incontrato un altro amico, che era da tempo che non lo vedevo. Ci siamo salutati volentieri, entrambi ci ha fatto piacere rivederci Abbiamo camminato e ci siamo raccontati. Alla passerella ci siamo salutati. Sono tornato a casa rilassato, ma come sono entrato in casa, ho trovato Gemma avvilita e triste.Termino allora, questa pagina del Diario,  riportando una  parte di pagina  del libro che sto leggendo > In tutto c'è stata bellezza <  di Manuel Vilas, edito da Guanda. Il romanzo - autobiografico, mi riporta alla  mia realtà, nella quale l'Intruso è l'attore principale > So che la medicina del futuro consentirà ai moribondi lunghe e complesse conversazioni con i tumori che li uccideranno, quando la medicina farà un passo fondamentale che oggi è quasi inimmaginabile, quando la medicina si accorgerà che il corpo è un tempio, una costruzione spirituale delle origini del cosmo ( io aggiungo del Creatore, perché l'autore mi sembra un non credente) - quando alla fine la medicina sarà intelligente. La medicina non è ancora intelligente, è ancora semplice pratica, semplice constatazione dei fatti. Deve scoprire la bellezza e l'eterogeneità immateriale di un tumore maligno, perché anche in un tumore maligno c'è la volontà di vita del corpo dell'uomo che lo porta dentro. <

Buona giornata!


Nel tempo povero
non si aveva la percezione
della malattia e della morte.
Nel tempo povero
l'unica percezione era la fame.
Nel tempo povero 
si nasceva e moriva,
come ineluttabile
fatto che doveva venire.

Oggi viviamo un altro tempo
dove il pane si spreca.
Oggi viviamo il tempo
del possesso, tutto è a portata di mano.
Oggi viviamo anche il tempo
in cui la morte fa paura,
e si cerca di evitarla,
attraverso veleni
che allungano il tempo,
ma anche con una lunga sofferenza, 
che solo morte cancella.



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