martedì 5 novembre 2019

Martedì 5 novembre 2019 

Carissima S. e blog.
                                oggi non so da dove cominciare questa pagina del Rime...diario, perché mi sono alzato presto per accompagnare Gemma a fare la chemioterapia. Tra il prelievo del sangue, l'arrivo dell'esito, la visita del medico e la terapia, siamo stati in ospedale circa 7 ore. Per fortuna Gemma è stata messa in una stanza  a due letti, così ha potuto riposare meglio, anche se lei preferisce  fare la terapia in poltrona. Comunque, anche questa lunga giornata è passata, siamo tornati alle 3 del pomeriggio. Siamo pazienti e lo siamo realmente, Gemma per il suo male, io per assisterla. Ma come ho già scritto altre volte, siamo in tanti, pazienti e accompagnatori, che frequentiamo questo luogo di speranza. Guardavo i volti di coloro che erano seduti sulle belle poltroncine rosse , o sui divanetti blu, e mi sono chiesto chissà, durante questa estenuante attesa, cosa passerà per la testa di quelle persone. Ma  anche se mi è difficile saperlo, penso che tutte le cose che stanno nei nostri pensieri, magari con sfumature diverse, siano le stesse. In primis c'è il pensiero speranzoso della guarigione, poi quello per la famiglia, e quello del tempo che ci vorrà per arrivare ad un esito positivo, e via di questo passo, i pensieri si accavallano nella mente dei malati e degli accompagnatori. L'intruso è dentro a tutti, se non in egual misura, divora l'anima, la mente e il corpo di tutti. Mentre aspettavo, sono andato nel reparto di chirurgia a trovare Gianna, un'amica che ho conosciuta nel Gruppo di lettura. Nella stessa stanza a due letti, accanto a lei c'era una signora di oltre 90 anni, la quale mi guardava e dopo un po' mi chiede se sono parente dei Donà di Battaglia Terme. Sono rimasto sorpreso, nel sentire questa anziana signora con la mente così lucida per  ricordarsi di me, perché da quando andavo a trovare mia zia Rita , sono passate decine di anni, mentre io faccio fatica a ricordare  nomi e fisionomie. Questa è stata, oserei dire una piacevole sorpresa,  di questa lunga giornata in Ospedale.

Buona giornata!


Quando che gero zovane
sognavo de viaiare,
de avere na bea fameia
co tanti fioi, di vere na casa
in mezo aia canpi,
co tanti albari intorno.
In parte sti sogni i se ga reaisà,
parché, anca se par lavorare,
in giro pal mondo so ndà,
na bea fameia, anca se sensa putei,
co Maria a go creà, e na casa,
anca se sensa albari
a go crompà.
Na volta se disea che basta avere
na ciopa de pan e un leto,
e tuto gera parfeto.
Però iun co no se sé contenta pì,
e  se fa de tuto par vere questo e queo
e senpre de pì e pì beo.
Ma el tenpo passa, se deventa 
smaniosi, rabiosi, e veci in prestessa,
e se sé trova co  tanta roba,
ma  co na vita desmessa.





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