giovedì 7 aprile 2016

ore 6 del mattino

Giovedì 7 aprile 2016 

   Carissima S. e blog, mi sveglio e fuori è ancora buio. Non so se  pioverà, il cielo è grigio, c'è una leggera foschia, comincia un'altra giornata. Ieri sera ho provato ad andare a ai Corri di Mercoledì sera, ma faceva ancora fresco, allora ho salutato i partecipanti, tra i quali c'era anche mia nipote Sandra, e sono tornato a casa. Verso le sette parto per andare ALLE TERME, ci vado due volte alla settimana, al martedì e al giovedì per sei settimane. Ho saltato una settimana, perché avevo preso la pronospera, ma poi ho ricominciato e sto continuando per altre due settimana. Oggi quando ritorno, vado con gli amici ospiti della Casa di Riposo, alla Scuola Buggiani, a raccontare i mestieri di una volta, come si facevano e quanta fatica si faceva. La giornata è così già programmata, speriamo che non ci siano imprevisti, che sono sempre dietro l'angolo.  Non analizzo i fatti del giorno, perché questi per la maggiore, sono sempre, purtroppo, tristi e non voglio pensarci, tanto la vita ci riserva sempre qualche sorpresa. Per fortuna che la Natura ci aiuta ancora, e se posso, se non piove, altrimenti mi metterò a leggere un libro di Arrigo Petacco - LA SIGNORA DELLA VANDEA -  ma preferirei farmi una bella passeggiata. Mi piacerebbe, carissimi,  sentire anche le vostre storie di ogni giorno, chissà cose che avreste da raccontarmi, magari saranno cariche di monotonia per la ripetitività che la vita vi costri8nge a fare, ma sarebbe davvero bello che questo strumento fosse capace di dialogo.
 
Buona giornata!
 
 
BEE TRADISION
Ne a vita ghe xé de e robe
che no se desmentega mai,
una de queste  xé el
Fioreto del mese de majio.
A cesa se inpènise de putei
che prega cantienando,
e pian pianin ciacoando
e decine dell’Ave Maria.
Co a canson del’Ora che pia,
a vose a va tanto alta
che a riva
fin al’alto dei céi.
Quanto beo che jera,
finio el Fioreto,
vedare ‘sta sgnarà
de’ diaonsei,
corarse  drìo e coionarse
davanti al piasaé
de a cesa.
A sera del trentun de majio
a jera on spetacoo vedare
i toséti de a prima comonion,
tuti in fia in procesion
Co’ i sestèi  pieni
de petai de rose
che i semenava par a via
al passajo
de a Vergine Maria.
I balconi de e case
jera spaancà co sora i davansai,
 nisòi bianchi e  pitari  infiorà,
da soto rivàva
el profumo de ’incenso
e i canti de a coràe,
co do onghe fie de omani,
done e toseti inamorà,
che i ociàva e putèe
de qua e de à.
Bee tradision,
 che ‘ncora al dì de on cò
e vien recordà.
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento