sabato 1 agosto 2015


Carissima S. e blog, la luce inonda il creato, ma nuvole cariche di pioggia, s’avviano ad offuscare la sua luminosità. Cammino svelto, guardo il cielo e prendo la via del ritorno verso casa. Mi fermo a cogliere l’ultima prugna dell’albero ormai senza frutti, colti dai camminanti che di qui passano ogni dì. Mi fermo a salutare un amico che mi offre il caffè. Prima di andarmene colgo dall’albero spinoso il suo frutto che sta maturando e che noi chiamiamo nel nostro dialetto ‘ pometi azzarini’ . Raggiungo il ponticello e sto per attraversarlo, quando da dietro le spalle mi sento chiamare, non mi ero accorto di chi avevo dietro di me, è un signore con lo zaino sulle spalle che mi chiede dove si trova l’Ostello di San Giacomo. È un pellegrino e mi racconta che è partito da Treviso e fa il ‘Cammino di Sant’Antonio’. Con un sorriso d’invidia gli indico il campanile della Chiesa e gli dico che l’ostello si trova lì vicino. Scambiamo qualche parola, gli dico che anche io sono stato pellegrino  come lui e che ora i  miei acciacchi non mi permettono più di affrontare i pellegrinaggi con lo zaino sulle spalle. Dopo qualche altra battuta lo saluto e gli auguro ‘Buon Cammino’. Buona giornata!

 


Ieri camminavo

 Lontano andavo

Il carico sulle spalle sopportavo

A fare tanta strada

Non indugiavo

Delle vesciche, della fame, del freddo

Non mi importava

Oggi cammino più lento

Ho paura della pioggia

Del freddo del vento

Ho raggiunto la curva della vita

E anche se sono in discesa

Mi sembra una salita.

 

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