Carissima
S. e blog, la luce inonda il creato, ma nuvole cariche di pioggia, s’avviano ad
offuscare la sua luminosità. Cammino svelto, guardo il cielo e prendo la via
del ritorno verso casa. Mi fermo a cogliere l’ultima prugna dell’albero ormai
senza frutti, colti dai camminanti che di qui passano ogni dì. Mi fermo a
salutare un amico che mi offre il caffè. Prima di andarmene colgo dall’albero
spinoso il suo frutto che sta maturando e che noi chiamiamo nel nostro dialetto
‘ pometi azzarini’ . Raggiungo il ponticello e sto per attraversarlo, quando da
dietro le spalle mi sento chiamare, non mi ero accorto di chi avevo dietro di
me, è un signore con lo zaino sulle spalle che mi chiede dove si trova
l’Ostello di San Giacomo. È un pellegrino e mi racconta che è partito da
Treviso e fa il ‘Cammino di Sant’Antonio’. Con un sorriso d’invidia gli indico
il campanile della Chiesa e gli dico che l’ostello si trova lì vicino.
Scambiamo qualche parola, gli dico che anche io sono stato pellegrino come lui e che ora i miei acciacchi non mi permettono più di
affrontare i pellegrinaggi con lo zaino sulle spalle. Dopo qualche altra
battuta lo saluto e gli auguro ‘Buon Cammino’. Buona giornata!
Ieri
camminavo
Lontano andavo
Il carico
sulle spalle sopportavo
A fare
tanta strada
Non
indugiavo
Delle
vesciche, della fame, del freddo
Non mi
importava
Oggi
cammino più lento
Ho paura
della pioggia
Del
freddo del vento
Ho
raggiunto la curva della vita
E anche
se sono in discesa
Mi sembra
una salita.
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