domenica 19 luglio 2015

ilario

Carissima S. e blog, consentitemi di scrivere qualcosa a ricordo del mio intimo amico e compare Ilario. Domani ci sarà il suo funerale e andrà a raggiungere sua moglie Giuliana, il figlio Mario, la sorella Gina, la mia cara Maria e i tanti amici con i quali egli ha tenuto sempre una buona relazione e li ha accolti nella sua casa come tanti fratelli. Infatti, la sua casa era sempre aperta a tutti, a tutte le ore del giorno. Io l'ho conosciuto negli anni sessanta, quando sono stato inviato dalle P.T. a sostituire le ferie all'Ufficio Postale di Cartura. Ricordo che quando sono arrivato nell'Ufficio, il direttore mi ha detto di prendere la corrispondenza che dovevo consegnare e di andare da Ilario, il quale mi aspettava per 'instradarmela'. Arrivato a casa sua, una piccola casa sperduta nella campagna di Cartura, nella via che è tutta un programma 'Via Cà Brusà', egli mi ha accolto con un sorriso appena accennato, che nel tempo ho imparato che non è mai stato sguaiato, ma aperto e sincero. Ci sono voluti solo due giorni e siamo diventati amici. Sua mamma mi ha detto che durante il giro di consegna lettere, passando vicino a casa, verso mezzogiorno, dovevo fermarmi a mangiare un boccone con loro. Ilario e la mamma erano abituati ad avere gente per casa, perché tutti quelli che passavano si fermavano a salutare e a bere un bicchiere. Per tanto tempo, essi hanno avuto nella loro modesta abitazione, un angolo dove c'era un lettuccio, nel quale alla sera arrivava un vecchio signore che dormiva presso di loro, una volta questa persona lo chiamavamo 'famejo'. Sono passati alcuni anni e io ero mandato dalle P.T. a sostituire i portalettere nella Provincia di Padova, da Saletto di Montagnana a Saletto di Vigodarzere, ho sostituito tutti i portalettere dei paesi dove c'erano le succursali delle P.T. fino al 1968, ma con Ilario ci vedevamo tutti le settimane, al saboto o alla domenica e tutte le volte mangiavo con loro. Passano ancora degli anni e un bel giorno Ilario mi dice che partiva per Firenze e andava a trovare un suo parente. Ilario è partito con la sua topolino e dopo cinque giorni è tornato con sua moglie Giuliana. Questa è la prima sorpresa che mi ha fatto, perché con Ilario parlavamo di tutto, ma non delle sue cose personali. Con Giuliana ho subito simpatizzato e anche lei mi preparava dei buoni manicaretti. La nostra amicizia non è mai scemata, mai avuto uno screzio, ho co0nosciuto tutti i suoi amici e familiari, e a loro ho fatto conoscere tutti i miei. Ad ogni occasione nella mia bocca c'era sempre il nome di questa famiglia che è diventata la mia seconda famiglia. Qualche anno dopo anche io mi sono sposato con Maria e con lei ci siamo sempre frequentati, Maria e Giuliana erano amiche e confidenti, pensate che in inverno, quando la nebbia era fitta, noi rimanevamo a casa loro a dormire fino al giorno dopo. Abbiamo visto nascere i loro figli e ne siamo divenuti i padrini. Abbiamo fatto tantissimi viaggi assieme e io con Ilario siamo andati in giro per l'Italia e l'Europa, mentre Giuliana e Maria rimanevano volentieri a casa a Cartura a  raccontarsela. I figli ci chiamavano zii e io e Maria eravamo più a casa loro che a casa nostra di Monselice, nella quale abitavamo con mio padre e mia madre. Il tempo passa e muoiono sua madre, i miei genitori  tanti e tanti amici e parenti. Noi non abbiamo figli e i suoi figli sono come  nostri, crescono,  studiano, uno si laurea e l'altro va presto a lavorare. Ogni tanto parlavamo della vecchiaia e l ' intenzione mia era di fare altre due camerette e di trasferirci a Cartura, perla gioia di Maria e Giuliana. La vita è continuata, ma con risvolti diversi da quelli che ci aspettavamo. Ilario ha cominciato a convivere ben presto con diverse patologie, ma aveva una forza da fare invidia a qualsiasi sano. Non sto a raccontarvi i tanti bei e tristi momenti che abbiamo passato assieme, ora è il momento delle lacrime per un amico che mi ha lasciato. Spero che mi perdonerete per questo mio sfogo, vi auguro una Buona, calda Domenica !
 
 

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