martedì 2 aprile 2019

Martedì 2 aprile 2019 

Carissima S. e blog. 
                                 durante il ricovero a Ferrara ho visto dei simpatici contenitori di rifiuti, ed ora nella mia ricerca  di belle notizie ne ho trovata un'altra bellissima, che mi da speranza per lasciare ai posteri una terra migliore. La ricerca diventa una scoperta continua, l'uomo riesce, basta che lo voglia, a trovare l'antidoto ad ogni veleno, come in questi tempi la plastica è diventata un pericoloso  veleno. Pertanto, vi riporto con piacere questa bella notizia che ho trovato
Un piatto con qualcosa in più
oltre ad essere biodegradabile e compostabile ha al suo interno semi di fiori che dopo l’utilizzo possono essere piantati e far nascere piantine colorate
Ecco l’idea della società Life Pack, una start-up colombiana che si occupa di stoviglie ecosostenibili e che tra i suoi prodotti ha creato Papelyco,
le stoviglie che si possono piantare: realizzate con semi di mais e bucce di banana, che sono sottoprodotti di rifiuti agricoli, oltre al fare bene proprio perché sono fatte di scarti, possono a loro volta diventare piante e fiori, trovando magari un piccolo spazio nella nostra fioriera del balcone,
una bella idea per sostituire la plastica monouso, magari facendo un regalo speciale a qualcuno, non inquinano e “prendono vita” infatti il motto della compagnia è proprio “Trasforma il tuo piatto in una bella pianta.”
Gli inventori sono Claudia Isabel Barona e Andres Benavides e oltre ai piatti hanno pensato anche a posate e vassoi, tutti con la stessa peculiarità, sostituire la plastica monouso con delle stoviglie… con qualcosa in più!
dalla pagina facebook del progetto si trovano le istruzioni per piantare il proprio piatto ed è davvero un gioco da ragazzi:
Una volta finito con il piatto, ecco cosa fare:
Riempi un vaso con un primo strato di terra;
Rimuovere il primo strato dal piatto
Piantalo e aggiungi della terra (non più di 3 mm)
Annaffia frequentemente ma con poca acqua, ed esponi alla luce e all’aria
E voilà in una-tre settimana avrai una pianta!

un’altra bella caratteristica di questo progetto non è solo l’aspetto ecologico, ma anche l’aspetto sociale dell’iniziativa, infatti le stoviglie sono realizzate da persone in difficoltà, madri single a rischio, ex tossicodipendenti, persone povere, appoggiandosi ad associazioni benefiche che lavorano sul territorio colombiano,
Sicuramente avete già sentito parlare di altri prodotti in cui sono inseriti dei semi che si possono piantare, dalle matite che hanno un semino nella parte finale, a biglietti d’auguri, fino a libri per bambini, con delle pagine create apposta per poter essere piantate, ma è la prima volta che si parla di stoviglie…
Più che pensare di fare un utilizzo quotidiano dei piatti da piantare… possiamo vedere al progetto come ad un buon modo per conciliare l’ecologia con l’amore per i fiori e la natura e vederlo come una bella idea per un regalo speciale a qualche appassionato, o una bomboniera speciale per qualche ricorrenza…
ovviamente per chi non ha il pollice verde e non le vuole piantare, le stoviglie possono tranquillamente essere gettate nell’umido essendo 100 biodegradabili ed in 3 settimane si decompongono completamente,
il progetto che per raccogliere i fondi necessari a crescere ha utilizzato e sta utilizzando delle piattaforme di crowdfunding al momento non sembra essere stato esportato nel resto del mondo, ad oggi infatti resta una realtà locale colombiana,
ma ovviamente non possiamo che augurarci che questa idea abbia successo e che la possano esportare in tutto il mondo, e rendere accessibile a tutti magari attraverso un acquisto online, per chiunque voglia fare un regalo diverso o abbia voglia di provare a piantare i propri piatti sul balcone.


Se dise che del porsèo
no se buta via gnente.
Xe cossì, o meio gera cossì
na volta, parché me ricordo
che no se butava via gnente,
tuto serviva par fare calcossa.
Carta, tocheti de legno, stofa,
vegneva doparà....
Me popà Orelio,
co ste robe el ne faséa
i zogatoi....Nialtri se divertivimo
anca co ste pore robe, parché
i zogatoi veri i vardivimo
soo nee vetrine, dove col naso schiccià 
assavimo e peche de
e nostre manine.


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