giovedì 25 giugno 2015

sangiovanni

Carissima S. e blog, il temporale dell'altra notte ha riportato ieri,  il cielo sereno, terso e d'un azzurro stupendo. Ieri sera eravamo in tanti alla passeggiata del mercoledì in località della contrada  Monticelli. Sono salito in camion con Silvano e Gabriella, mentre il loro figlio Stefano, infortunato, è rimasto a casa. Alle 20 eravamo sul piazzale della Chiesa di san Carlo e ho visto e salutato con piacere il mio amico don Lorenzo. Alle 20,30 con una precisione da orologio svizzero, siamo partiti attraverso il Borgo di Monticelli. Era parecchio tempo che non venivo da queste parti e ho visto che hanno costruito molte abitazioni, tra le tante case a schiera, c'è n'è  qualcuna di bella fattura. Superata una breve salitella ci siamo inoltrati nella campagna. Lungo un sentiero sterrato siamo giunti nel viale dell'odoroso bosso che conduce a Villa Italia. A mezzo, c'era il cancello aperto tra la muretta che separa il viale dal vigneto, nel quale ci siamo inoltrati, siamo saliti al piccolo pendio tra filari di viti accurate così bene che già mostravano i loro frutti, fin che abbiamo trovato il piccolo colle selvatico, abbiamo proseguito e  aggirato  il monticello, ci siamo trovati nei pressi del laghetto d'acqua calda e dai preziosi fanghi medicamentosi. Sotto il chiaro del quarto lunare, tra le cannelle abbiamo fatto la sosta. Il nostro bravissimo anfitrione  Silvano che ci ha raccontato la leggenda della sirenetta e del suo innamorato. Il giovane era bello, ma  deformato da una grave malattia che lo aveva reso storpio, per questo egli si rifugiava spesso in questo silenziosi luoghi. Un giorno incontrò uno strano personaggio, mezzo uomo e mezzo cavallo che gli disse di immergersi nel fango del lago e  il suo calore sarebbe guarito. Il ragazzo fece come gli aveva il fauno e giorno dopo giorno vide che la cura benefica gli ridava forza e vigore. In una di queste immersioni, vide uscire dal lago una sirenetta, una bellissima ragazza, mezza donna e mezzo pesce, della quale si innamorò subito e perdutamente,  ricambiato da questa meravigliosa creatura. Passano i giorni e la sirenetta non potendo seguire il suo innamorato sulla terra perché non era donna completa, chiese al fauno che cosa doveva fare, questi le disse che  poteva indicarle la via, ma che c'era il pericolo che una volta divenuta donna era soggetta  anche a morire come qualsiasi mortale. Essa gli disse che non  le importava nulla e c he pur di  rimanere accanto al suo amore era disposta a tutto. Il fauno le disse che nella notte di San Giovanni doveva  pregare intensamente il santo e questi, con l'aiuto di Dio, l'avrebbe esaudita. La sirenetta fece come le era stato detto e divenne una bellissima donna. Non vedeva l'ora di mostrarsi al suo innamorato, ma passarono, giorni  e mesi, egli non tornò al lago, perché guarito era stato mandato in guerra dove aveva trovato la morte in battaglia. Nel fra tempo la sirenetta si era costruita una capanna vicina al lago e aspettava il suo ritorno, ma invano, perché un giorno il fauno le venne a dire che era morto. La sirenetta presa dallo sconforto si gettò nel lago, ma essendo divenuta donna, affogò. Buona giornata!
 

MONTICELLI

 

Immerso in “groppe” ondulate

Con piccole bianche case assolate
Tra boschi d'uccelli
è la contrada "Monticelli"
Era antico eremo Benedettino
E rifugio del "Re soldatino"
Che nella prima guerra mondiale
aveva il  suo quartier generale
"Villa Italia" gioiello nascosto
sotto un monticello riposto
Tra boschi e vigneti
fuori da sguardi indiscreti
 
In questo luogo c'è un lago
 
dove la leggenda racconta
 
la storia di due innamorati
Più a ponente"Villa Foscolo" immersa giace
nella soavità e nella pace
Al lago "Della Costa"
l'airone nel passare fa sosta
Al rinnovarsi della stagione
al tempo della migrazione
Monticelli è un angolo pieno di serenità
Che conserva un'a lieta comunità.
 

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