sabato 21 marzo 2015

V lettura



Carissima  S. e blog, questo autore ho avuto il piacere di ascoltarlo non molto tempo fa presso l'Aula Magna dell'Istituto Kennedy. E' un personaggio molto originale, ma che ha fatto della montagna la sua ragione di vita. E' un attento osservatore della Natura e degli uomini e la sua filosofia è un toccasana per una vita migliore. Buona giornata!
 
 
La fine del mondo storto di Mauro Corona.

In questa sua opera, l’autore descrive in modo semplice e concreto quello che ci può capitare in un futuro senza energia. È un po’ ripetitivo, ma è molto incisivo. Il suo linguaggio crudo, rispecchia il suo autore che ho avuto modo di conoscere e ascoltare, di recente all’auditorium del Kennedy, è un personaggio che denuncia le malefatte dell’uomo nei riguardi della natura. La nostra autodistruzione è dovuta principalmente alla cementificazione e all’uso indiscriminato delle risorse naturali. Attraverso il libro  ci si riappropria dell’importanza dei quattro elementi: aria-fuoco-acqua e terra. L’uomo, pur di arricchirsi, non si accorge di quanto egli sia stolto. Poi però si accorge anche degli altri, di chi gli sta accanto e riacquista la solidarietà, anche se sotto sotto è egoista per resistere tutti hanno capito che occorre andare d’accordo, stare uniti, tenersi uniti come i ciottoli delle vie, o i sampietrini delle pi9azze, o i sassi degli acciottolati di montagna che, se ne cavi uno, si disfa l’intera strada. E ancora, un altro bel passaggio. L’uomo non cambia, fa delle pause , ma rimane quello che è. L’autore è un appassionato della natura, descrive la montagna, la campagna, la città, i mestieri, gli arnesi e fa dei bellissimi paragoni: “Il giorno strappato con i denti per tenerlo fino a sera” – “ Come i boscaioli che trascinano il tronco verso casa” – “ Il canto e il volo degli uccelli annunciano la primavera”.

Mi è piaciuto ascoltare la lettura di alcune righe del testo.

“Bisogna non avere più nulla, essere ridotti alla fame, con l’ombra della morte accanto per illuminarsi quando arriva un tozzo di pane, un raggio di sole, una parola di conforto.”

 

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