martedì 28 marzo 2017

martedì 28 marzo 2017

Carissimi,
                 strani sogni mi hanno accompagnato tutta la notte, uno in particolare ho dinanzi agli occhi, un cane barboncino di taglia media, nero, che mi si avvicina, si alza sulle zampe e mi bacia sulla bocca, non so cosa pensare.... è solo un sogno.  Oggi comincio ad andare a fare il fango termale e a fare una nuotata nella piscina termale con l'acqua tiepida che mi piace, perché nella piscina con l'acqua normale, ci vado solo d'estate quando fa molto caldo. Oggi è anche una splendida giornata  primaverile con il sole che splende in tutta la sua magnificenza in un cielo particolarmente azzurro, che ammiro dalla scalinata dell'Esedra, dove mi sono recato a passeggio dopo essere tornato dalle terme. Di martedì, Monselice è deserta, perché 'le botteghe' sono chiuse per il giorno di riposo. Ci sono pochi passanti in giro, ma non mancano i mendicanti di colore, che sempre si turnano davanti alle chiese e dei negozi di fornaio. Le giornate di luce, con l'orario legale sono più lunghe e il buio della notte scompare più in fretta, per sei-sette mesi la luce solare illumina la nostra Italia. Tutta  questa luminosità ci dovrebbe riempire di gioia, invece le tragedie di questi giorni, ci riempiono di tristezza, come quel ragazzo ucciso da un gruppo di ragazzi scatenati, o come quel genitore che ha voluto fare il passo più della gamba e non ha più potuto onorare i suoi impegni, ha scatenato la sua follia che ha ucciso i suoi due figli e poi si è gettato da un dirupo. Agli omicidi e suicidi, si aggiungono gli annegamenti in mare dei migranti, povera gente che rischia la vita e sa di rischiarla, per fuggire dalla NON VITA che c'è nella loro terra. Vorrei non pensare e  non vedere, solo vorrei raccontarvi delle belle cose che si possono vedere in questa meravigliosa stagione che la NATURA ci dona.
 
Buona giornata!
 
 
VERSO SERA
 Il meriggio declina,
di rosso il sole
tinge la collina,
calcano i miei passi
una stradina di sassi.
Ho già fatto molta strada,
vien veloce la sera
e si affievolisce il silvano
odore di primavera.
Mi fermo e odoro
il fiore del calicantus,
dal tenue colore giallo
e gentilmente  profumato.
Già il crepuscolo mi avvolge
e prendo la scorciatoia
dell’argine sul canale,
guardo l’acqua
increspata dal maestrale,
che accarezza col suo respiro
le piume del papiro,
volgo lo sguardo
e vengo attratto
dal mastio sulla Rocca,
che lo illumina una luce
bianca opacizzata
che si diffonde
sulle antiche mura
avvolte dalla sua
lussureggiante
Natura.
 
 
 
 
 
 

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