giovedì 11 dicembre 2014

il campanello




Carissima S. e blogs, stanotte è caduta la brina (brosema), le foglie si sono accartociate e l'erba,  sotto il peso dell'argentea coltre, è china. Il sole illumina il cielo e la mia ombra s'allunga sui campi. Due gazze di bianco e  nero vestite, mi saltellano davanti e poi veloci s'involano. E' freddo, ma asciutto, senza l'umidità che ti penetra le ossa. Buona giornata!



IL CAMPANELLO

E' un simpatico suono
argentino il suo tono
La fanciullezza mi ricorda
Quello che non si scorda
Alle cinque del mattino
sgattaiolavo come un gattino
Le scarpe slacciate avevo
il latte non bevevo
La tavola era  vuota
solo duri pezzi di pagnotta
Correvo verso San Paolo
Odoravo il profumo di Aulo
Del suo forno sulla piazza
Un odore di pane che  impazza
Con un certo languorino
facevo un bell'inchino
Nell'entrare nella chiesa
con la mano tesa
Le scarpe m'allacciavo
e in sacrestia aiutavo
a vestire il prete
 celebrava per poche vecchiette
Ogni dì alle sei
"introibo ad altare Dei"
Al suono del campanello
le braccia al cielo
Gli occhi all'insù
Mi sembrava vedere il nostro Gesù
Ricordo il vecchio Abate Mitrato
che si chiamava Gatto
Al momento dell'Elevazione
scampanellavo lesto in continuazione
La Messa mezza era
Gatto dall'aria severa
Andava alla fine veloce
Con un  fil di voce
"Ite Missa est" diceva
finalmente il latte si beveva
in canonica preparato dalla perpetua
Ero un bravo chierichetto
e il campanello era il mio diletto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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