domenica 14 dicembre 2014

13 dicembre 2014 santa Lucia



Carissima S. e blogs, velocemnete si sta avvicinando il Natale dell'Uomo che ci aiuta a trascorrere un tempo felice per tutta l'eternità, o per meglio dire per Eternità, perché non ha bisogno di altri  elememnti rafforzativi. Chissà perché stamattina mi addentro in queste disquisizioni intellettualoidi, mah! Ieri non mi sentivo bene, ero in ansia. e come si dice in dialetto: gavevo el core in goa, mi sono recato al Pronto Soccorso del nuovo Ospedale madre Teresa di Calcutta, per farmi un Elettrocardiogramma su suggerimento di un medico di Guardia, il quale mi confessa che nel loro punto di servizio di G:M: non c'è un elettrocardiografo, ne garze, cerotti e quant'altro, essi si devono aggrappare ai loro studi e alla loro esperienza se ce l'hanno, ma spesso sono laureati alle prime armi. Penso che il sistema sanitario locale ( non mi addentro nel pensare a quelo nazinale) abbia dei veri buchi organizzativi. Ci si dice che dobbiamo rivolgerci al medico di base che non è più come lo era il medico di famiglia, con il quale il paziente aveva piena fiducia, tanto da confidargli qualsiasi cosa, perché il dotore de condota, curava  interamente il corpo, ma anche la mente e lo spirito. Oggi si crede di avere sempre lo stesso medico, ma spesso hai solo una ricetta di farmaci imposti dalle multinazionali farmaceutiche. Dopo questa divagazione, vi racconto la mia esperienza del PS del nuovo Ospedale, ci si arriva da una strada dedicata, le ambulanze entrano (poche) nell'area calda, i pazienti vengono scaricati dalla barella e entrano per una entrata che non può far passare più di una barella, e questa sfreccia davanti a tutti i pazienti e familiari in attesa dinanzi al triage (cioè lo sportello dove valutano l'urgenza dell'intervento); ci sono delle porte che si aprno automaticamente, altre che devono essere aperte dal personale che porta la barella; l'attesa come sappiamo, e lunga e naturalmente si ha bisogno del bagno, il quale è sempre sprovvisto di carta igienica e di quella per asciugarsi le mani, però le luci si accendono automaticamente. L'attesa è spasmodica, c'è molto personale e volontariato, ma tutti sono in attesa. Dopo oltre un'ora ( perché avevo un Codice Giallo) mi hanno chiamato per nome ( alla faccia della tanto decantata privacy),  una gentile infermiera mi fa entrare in una stanza dove un giovane medico non si volta nemmeno a guardarmi e comanda l'infermiera di misurarmi la pressione, di farmi l'ECG e di prelevarmi il sangue ( l'avevo avvertita che ho difficolta venosa, ma mi ha fatt almeno cinque buchi prima di riuscire a prelevarmi un po di sangue). Dopo che mi sono stati fatti questi esami, se non chiedo io al medico cosa ho (mi risponde senza guardarmi negli occhi, anche perché non mi ha visitato) su mia richiesta e mi dice che è solo ansia (come a voler dire che sono un rompi...). Al termine l'infermiera molto gentile mi fa riaccomodare in sala d'attesa (bella, colorata di viola) con le barelle che mi passano davanti, attendo circa un'ora e poi mi consegnano una carta con il referto e mi dicono che posso andare. Ringrazio Dio che non c'è nulla di grave e me ne vado rincuorato, senza groppo (perché l'infermiera mi ha somministrato delle gocce sublinguali di diazepan). Così è stata la mia prima esperienza nel 
N:H e mi auguro e vi auguro di non averne bisogno. Lungi da me a voler far critiche, ma ho semplicemente descritto la realtà che ho vissuto.
Buona giornata!
N.B. Per il parcheggio che è immenso, davanti al pronto soccorso ci sono solo pochi posti e le auto sono lungo la strada.

Ieri era Santa Lucia
a note pì onga che ghe sia...
ma anche il dì è stato davvero lungo.




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