sabato 25 giugno 2016

sabato 25 giugno 2016

   Carissima S. e blog,
                                    Occhieggia il sole tra le nuvole bige, scalda e scendo in spiaggia volentieri. La sabbia è ancora compattata dalla pioggia caduta nella notte. Io e Gemma siamo tra i primi ad aprire l'ombrellone, poi facciamo una breve passeggiata fino al porticciolo. Ritorniamo lungo il marciapiede nei pressi di Viserba e decidiamo di fare una visitina alla bella  Chiesa. Gemma è soddisfatta perché è riuscita a fare questa camminata. Ora lei ritorna in spiaggia e si sdraia sotto l'ombrellone, io invece decido di rientrare in albergo e di sedermi in piscina. Sono le 10 di questo nuvoloso venerdì mattina. Dopo una mezz'ora decido di cercare un luogo appartato e mi spingo lungo la ferrovia attraverso un viale alberato. Oltrepasso la strada ferrata sotto un ponte basso e largo, prendo il marciapiede e svolto verso una strada chiusa, perché in fondo scorgo un prato alberato circondato da pini marittimi, è il luogo ideale che cercavo. Mi siedo su d'una vecchia e sberciata panchina di legno, ammiro il cielo azzurro tra le cime degli alberi e mi metto a leggere il libro scritto da Umberto Eco: 'Il nome della rosa' -  Dopo un po' sono distratto da alcuni merli che saltellano poco distante da me sul prato, da una signora che va verso il suo orticello per annaffiarlo. E' bello rimanere così in silenzio e ringrazio EL PARON che a fatto tutte queste meraviglie e mi ha dato anche oggi la possibilità di gustarle.
 
Buona giornata!
 
 
Il sole è al tramonto,
la spiaggia è deserta,
mi siedo sul bordo di un pedalò
e guardo il mare,
non vedo anima viva attorno a me
e odo nitido lo sciabordio dei flutti
che s'abbattono sulla barriera di sassi.
Alzo gli al cielo e lo vedo
riempito nuvole,
presagio del domani senza sole.
Cominciano a cadere
delle gocce di pioggia,
mi rifugio nei pressi delle cabine,
dove scorgo uh venditore ambulante,
che furtivamente entra
in una cabina
per trascorrere la notte,
Me ne torno in albergo
pensando alla sua povertà
e alla mia impotenza
nel prestargli aiuto.
 
 


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