giovedì 15 gennaio 2015

sconcerto e lieto fine

...beltà e purezza gratuita...godiamola!



Carissima S. e blog, ieri ho letto dei documenti ufficiali che mi hanno lasciato sconcertato. Questi riguardano il mio servizio di volontariato socio-sanitario A.V.O. , iniziato 25 anni fa tra molte difficoltà, ma superate con caparbietà, impegno e dedizione gratuita al Prossimo ammalato e ricoverato in Ospedale. Ora cerco di sintetizzare come è nata la voglia di fare qualcosa di concreto per chi si trova nella sofferenza -  Nel 1989 ero ancora dipendente dell’ Ospedale.  Durante il mio servizio nei reparti di degenza per controllare e redigere il movimento delle entrate e uscite  degli ammalati dall’Ospedale, la caposala del reparto ortopedia, una buona suora, mi ha chiesto di parlare con due profughi libanesi, ricoverati dalla CRI internazionale per essere curati. Per diverse mattine ho provato a instaurare un dialogo con loro, ma ogni volta che entravo nella stanza e ci provavo, si giravano dall’altra parte. Finalmente, un mattino uno di loro mi ha chiesto un telefono per chiamare un suo amico, e così è iniziato un rapporto amichevole con Nazy  e Benoit, durato tutto il tempo della loro permanenza in ospedale. Questo fu l’episodio che mi ha fatto capire, che oltre alle cure ospedaliere, in questi luoghi c’è bisogno anche di affetto, comprensione e umanità. L’ammalato è una macchina complessa, ma soprattutto è una persona. Tornato a casa,  ne ho parlato con mia moglie Maria e abbiamo iniziato un percorso che ci ha portati ad essere responsabili dell’Associazione. Ci sono stati molti ostacoli, ma come ho detto sopra, sono stati superati con un servizio volontario, costante e gratuito accanto al malato e ai famigliari, in collaborazione con la struttura ospedaliera. Per circa 3 lustri ne sono stato il responsabile, poi ho lasciato l’incarico a forze più giovani e con idee nuove nel come fare sempre meglio questo delicato SERVIZIO AI MALATI. Dopo questa premessa vi confesso la mia tristezza nel constatare che nella nuova struttura ospedaliera di Schiavonia, l’associazione A.V.O. non è ancora stata ammessa. Pur ammettendo le difficoltà da parte dell’Amministrazione Ospedaliera a mettere in funzione e rendere efficiente una così grande struttura, non ho capito perché non ci abbiano fatto fare il nostro Servizio accanto al malato, in particolare modo durante il Natale, in cui i Volontari consegnano dei piccoli doni ai malati. Questo momento, per i malati, il personale e anche per noi, è un momento di comunione intima, piena di tenerezza e di affetto  Tutto questo ha generato nel nostro  giovane Presidente un momento di scoramento che lo ha portato a inviare una lettera ai giornali. Purtroppo il giornalista che ha redatto l’articolo ha calcato un po’ la mano, e questo ha generato il rammarico della Dirigenza Ospedaliera. Pertanto a causa di queste incomprensioni la Dirigenza Ospedaliera ha rallentato la nostra entrata in Servizio nell’Ospedale Madre Teresa di Calcutta.  Finalmente in questi giorni ci sono stati e ci sono incontri tra l'A.V.O. e l'ULSS 17, nei quali si sta definendo  in maniera definitiva la nostra entrata all’Ospedale di Schiavonia.  Sono  perciò felice che  25 anni di A.V.O. a Monselice, non siano stati vanificati dalle umanissime incomoprensioni tra il mio giovane Presidente e il Dirigente dell'ULSS  17. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a derimere la questione e auspico che in futuro i giornalisti siano più saggi nel redare le notizie , in particolar modo quando si tratta di Associazioni di Volontariato puro, responsabile e gratuito.  Con questo lieto fine auguro a tutti una BUONA GIORNATA!

C’è chi pensa che la parola Pace,
sia subordinata alla parola guerra,
ma non è proprio così su questa terra.
L’uomo, la Natura, l’Universo intero,
hanno con la Pace un contatto
 foriero di elementi, momenti ed eventi,
che annullano di per sé la Pace.
A tutto ciò dobbiamo reagire
con tutte le nostre forze,
la nostra vicinanza e tanto Amore
per vivere in
PACE:
  

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