mercoledì 23 maggio 2018

Mercoledì 23 maggio 2018

Carissima S, e blog.
                                 questa mattina mi sono seduto a scrivere con l'intenzione di raccontare il sogno che ho fatto stanotte, ma lo ricordo solo in parte, comunque mi sembra che sia stato molto ingarbugliato, avventuroso e pauroso. Ho deciso così di parlarvi del libro che ho terminato di leggere in questi giorni. Il titolo è: ' L'ultimo arrivato' di Marco Balzano. La vicenda del protagonista è molto simile alla mia che ho vissuto nel dopoguerra. Anche io, mi ha raccontato mia sorella Lina, sono andato via di casa molto piccolo con un fagotto appeso ad una bacchettella, per poi, non ancora diciottenne, sono partito davvero per la Francia, assieme a dei compaesani ai quali mio padre mi ha affidato. Noi però avevamo un contratto di lavoro, condividevamo una baracca e dopo il nostro turno di lavoro, loro si sono fatti la patente di guida, mentre io ho trovato un posto di lavapiatti in un grande albergo. Anche lo l'innamoramento e lo svezzamento da ragazzo a uomo, l'ho vissuto, come il protagonista Ninetto, ma non con l'aiuto dei miei compagni, ma da solo con Josy, una ragazza che lavorava nel Club notturno dell'albergo doveva lavoravamo. Anche io ho vissuto una avventura simile al carcere, che ha vissuto il protagonista del romanzo: - Una domenica libera dal turno di lavoro, sono andato alla Festa dei mughetti, che in Francia si tiene  in tutti i paesi nel mese do maggio. Ho bevuto un bel po di birra e i Reclutatori della Legione straniera mi hanno convinto a seguirli nella tenda per arruolarmi. Per mia fortuna, alla festa c'era anche il mio compagno di lavoro BEN, un tunisino con il quale andavo d'accordo, l quale più anziano e più esperto di me,  si è accorto della manovra dei Reclutatori. Ben ci ha seguiti e appena gli è stato possibile, con il coltello ha tagliato sul retro, la tenda dove mi avevano disteso su una brandina in attesa che mi passasse l'ubriacatura e mi ha fatto scappare. Molte altri episodi descritti dall'autore nel romanzo sono simili a quelli che ho vissuto, che mi hanno fatto rivivere il passato che non dimenticherò mai.

Buona giornata!

Josy
eri giovane e bella,
anche tu emigrante come me
alla ricerca di una vita migliore,
alla quale abbiamo dato sapore,
attraverso momenti 
indimenticabili d'amore.
Molti anni sono passati
le nostre strade si sono divise
e molti altri passi abbiamo fatti, 
ma nel mio cuore
 quei bei momenti rimarranno
per sempre ricordati.

***

Continuo con il Rime...diario che non ho pubblicato... 
sabato 27 gennaio 2018 

    Questo è un giorno infausto, che ricorda l'Olocausto degli Ebrei trucidati durante il nazismo. Pertanto, oggi lo voglio ricordare a modo mio
Buona giornata!


27 gennaio 1945: la liberazione di Auschwitz

        
   «L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». Primo Levi

 Judenrein

"Da allora, senza segni premonitori,
Questa lenta agonia di continuo ritorna:
E fino al momento in cui
Non si racconta la mia terribile storia
Il cuore imprigionato dentro di me brucia"
                                              di Sandra Bianco

Filo Spinato

Su un acceso rosso tramonto,
sotto gl'ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
ieri i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
E' il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.
                       di Peter, bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin, un  piccolo villaggio vicino a Praga, dove erano tenuti 15.000 bambini, solo pochi se ne sono salvati.

IERI E ANCORA OGGI

Una tragedia immane
quella che si celebra stamane.
Una tragedia che non
si deve dimenticare,
ma per sempre ricordare.
Però ancora oggi,
in tante parti del mondo,
succedono tragedie simili,
se non ancora peggiori.
Mi chiedo allora,
perché non ci ribelliamo
a queste odierne atrocità perpetrate,
perché non basta commuoverci solo
al ricordo di quelle passate.
Sotto i nostri occhi
di questi obbrobri ce ne sono ancora,
apriamoli allora!

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