sabato 27 settembre 2014

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Carissima S. e Blogs, vi racconto con un po di fantasia, la storia di un pellegrino al tempo di Ezzelino.Anche all'epoca c'erano delle difficoltà nei reapporti tra Stato e Chiesa, o per meglio dire tra il potere dell'Imper  - ratore e quello del Papa e della chiesa, ma comunque la Fede c'era.  Cristiani che se lo potevano permettere, inviavano a loro spese, dei pellegrini n3i luoghi sacri per inpetrare per loro l'aiuto necessario e per il perdono dei loro peccati.

Uomini pronti a tutto,
credenti e qualche farabutto,
andavano verso i luoghi sacri
a impetrare la Misericordia di Dio.
C'erano anche fedeli cristiani
che intraprendevano il cammino
sperando nel domani
promesso dal Divino.
Per mestiere o per devozione
andava a Roma, Gerusalemme, Compostella,
chi credeva in Cristo e nella su Visione.
Anche all'epoca di Ezzelino
da Monselice passava il pellegrino,
nei conventi si fermava 
e un buon pasto sempre trovava.
Lalo, partito da chi sa dove,
arrivò allle porte della città murata,
la sentinella di guardia lo fermò,
Lalo chiese di entrare, ma la guardia
non lo lascia passare.
Egli ringraziò e il suo cammino continuò.
Aggirando le mura della città,
 trovò, fuori le mura, il Senodochio di San Giacomo,
dove l'accettarono e lo rifocillarono.
Grato dell'accoglienza, disse ai fraticelli
che  per loro avrebbe pregato, 
e al ritorno da Roma si sarebbe di nuovo fermato.
Così fece Lalo, il pellegrino,
 dopo cinque mesi da Roma ritornò
e a San Giacomo per sempre si fermò.



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