venerdì 6 novembre 2015

penso ad un amico


Carissima S. e blog,  stamattina mi sono svegliato con un pensiero rivolto all’amico Piero Gattolin, mio maestro di dialetto  e vela  che  fa navigare la barca delle mie scorribande poetiche. A Piero ho dedicato e stampato in poche copie, un libretto di pensieri poetici dialettali sulla nostra città, che spero prestoi mi sia data la possibilità di presentarlo. Pertanto, sono andato a cercare tra le mie carte, delle pagine scritte con i suoi pensieri,che ogni tanto  mi regalava e che condivido in pieno.. Oggi ve ne faccio partecipi con un suo pensiero pieno di tristezza e ribellione,  ancora oggidì  molto attuale ( Le paginette sono scritte con  la sua cara  Olivetti lettera 22).
Buona giornata!

ABITARE LA TERRA

   Se posi un sasso sotto la terra, fra mille anni resterà sempre un sasso, ma se metti una semenza…diventerà una pianta, dove gli uccelli faranno il loro nido, senza domandare ad alcuno licenza edilizia. Ma allora, perché tu uomo ti arroghi il diritto di spadroneggiare tanto da distruggere a noi d’intorno, ogni cosa? In questa  nostra terra, solo luogo dove abitare? Lasciando ai nostri posteri, al dì di poi, solo miseria! Questa nostra terra, così rotonda, che naviga vorticosa, ( da sempre), dove andremo ad abitare noi? Se saremo come la pietra sepolta, chi resterà tale in sempiterno? Ma a noi cosa importa? Quando sarà troppo tardi a porvi rimedio? Per aver fatto crollare la nostra casa? Allora, a chi ci rivolgeremo! La pietra non sarà mai commestibile! Perché debbono accader queste cose? L’egoismo degli uomini non avrà mai fine? Ecco allora, finché siamo ancora in tempo, gridiamo forte tutti insieme, con ntanto calore e tantissimo rumore - dire che di  terra ne abbiamo una sola, ed è la terra di tutti noi.
   Le cose inutili, le guerre, le arroganti parole di coloro che non vogliono ascoltare la voce di coloro che hanno il coraggio di opporsi a queste nefandezze, forse allora qualcosa succederà.

   Gattolin Pietro, sono troppo vecchio per lottare, ma non domo! Ancora.

 

 

 

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