martedì 21 agosto 2018

        Martedì 14 agosto e 15-16-1-7-1-8-1-9- fino a Lunedì 20 agosto 2018 

Carissima S. e blog.
                                  la tanto attesa estate è bollente, ma ho già sentore del suo declino. Lo noto nel giorno più corto e nella notte più lunga, nella luna che indugia sul cielo di pomeriggio e nel rosso-arancio del tramonto. Tra gli appunti su vari piccoli pezzi di carta, raccolti qua e la nelle tasche, mentre mi crogiolavo al sole dal 14 agosto ad oggi: Difronte, in riva la mare, con il palmo della mano  all'orizzonte lontano, raccoglie nuvole procellose, che s'immergono nel mare. Il temporale è cessato, la sabbia è bagnata, la spiaggia è deserta. Nel cielo, come in una tela sul cavalletto del pittore, sono disegnati arabeschi con sfondi azzurri, la cui limpidezza e l'umidità scomparsa dopo il furioso temporale, a nord lo sguardo si posa sulle montagne dalle Alpi alle colline Istriane, un fenomeno naturale, che i locali chiamano "ravvedamento". Nell'incantevole momento, un sogno ingombra la mente, un viaggio in treno per andare a trovare l'amico Sergio, che ho trovato mentre giocava a calcio nel campetto dei frati del Monastero di San Michele. Tra i giocatori, Sergio l'ho individuato subito per la sua "pelata" , correva, sorrideva quando riusciva a prendere il pallone e si asciugava la testa quando lo perdeva. La partita è terminata, senza né vinti né vincitori, un bel pareggio ha messo tutti d'accordo. Lo attendo fuori degli spogliatoi e quando esce la mia sorpresa è grande, Sergio portava un saio di coloro verde alga, ancora incredulo ci abbracciamo. Subito egli inizia a raccontarmi come gli è venuta questa vocazione e mi porta verso la sua celletta nel chiostro del Convento. La cella è molto spartana, un letto, un lavandino, un inginocchiatoio e un grande Crocifisso appeso al muro, in un angolo una piccola e bella statua della Madonna sopra ad un sasso, accanto un mazzetto di fiori di campo freschi in un vasetto di vetro....è felice.... mi apre il saio e mi mostra il dipinto con l'immagine della Madonna Incoronata, vestita di bellissimi colori, dove prevaleva il color oro....Un rumore sordo, un tonfo mi riporta alla realtà, vicino a me è caduto un uomo e ha sbattuto la testa sullo sdraio, soccorso è stato portato in ospedale......

Mercoledì 15 agosto 2018

Carissima S. e blog.
                                 nell'infinito spazio del sonno nel buio della notte si accavallano i momenti, le azioni, le nuotate, le sudate del giorno solare sulla spiaggia affollata, tutto il frenetico giorno.

Giovedì 16 agosto 2018

                                      Nell'intimità del sonno si trovano i sogni che presto...troppo presto svaniscono. 

Venerdì 17 agosto 2018 
                                   
                                       dall'infinito scuro mondo notturno  assonnati come zombi s'incontrano i primi raggi di sole, i pescatori che ritornano al porto, giovani ancora addormentati sotto ii loro sacco a pelo, motte d'alghe accumulati sulla rena.

Sabato 18 agosto 2018 

                                         Sto terminando la lettura dell'ultimo tomo sulla venezianità " Nobili Meno nobili e briganti"  di Giuliano Menaldo, mi ha coinvolto la povertà estrema dei braccianti o "coperti"  come venivano chiamati all'epoca dai nobili veneziani che avevano le loro Case di Delizia nella pianura, dove venivano a soggiornare, a gozzovigliare e a controllare le l,oro proprietà. I poveri servi non avevano nemmeno da mangiare che pane, polenta e qualche erba di campo, mentre i signori facevano feste e lauti banchetti: risi e bisi, scrissioi, rampunsoi, polastro frito o in pastea, anara ripiena, bisati in tecia o friti, pessegati in umido, fasoi in tocio, polentanta e salsicioti de bosegato, polenta e oseleti scapà, polenta e bacalà e par finire zaletie ciocolata con del bon  frigoaro e malvasia. I signori avevano i loro grandi palazzi e una moltitudine di servi, mentre i poveri vivevano in misere capanne di fango e paglia, al limitare dei campi o dei boschi al suono del gracidare delle delle rane, delle filastrocche dei grilli e dei richiami di gufi e civette, che disturbavano il loro sonno, ma che dalla stanchezza dormivano lo stesso, perché alle prime luci dell'alba e fino al tramonto, dovevano lavorare sulle piantade, sui cavezzi, sulle priare, sugli argini per caricare le barche di masegne. I nobili veneziani erano i padroni dello Stato de mar e de tera, la povera gente era solo schiava e loro avevano diritto di vita e di morte. Tutto questo era stato sopportato dalla povera gente per tanti secoli, fino all'avvento dell'Illuminismo proveniente dalla Francia prima e poi dal dominio imperiale austriaco poi, che ha provocato il decadimento dei Nobili e il conseguente depauperamento dei loro beni. L'autore ha descritto e analizzato la nobiltà sotto tutti gli aspetti, L'opera mi è piaciuta e l'ho già prestata a delle mie amiche che quando ho detto loro di cosa si trattava si sono dimostrate interessate. 

Domenica 19 agosto 2018

                                          Sui colli è già cominciata la vendemmia dell'uva moscata bianca, il grano è stato tagliato, le olive si stanno ingrossando. In pianura il tabacco, la soia e il granoturco stanno ingiallendo precocemente sotto il solleone di questa estate bollente. Il cielo è azzurro, ma velato di grigio, la luna crescente è onnipresente in questi caldi meriggi agostani. Il pensiero va in Liguria dove si sono svolti i funerali delle vittime che sono state fatte dal crollo del Ponte Morandi che attraversa Genova da Levante a Ponente. Tante vite che non sono più....sgretolate come il ponte, dall'ingordigia e l'avidità, che hanno impiegato materiali scadenti e non controllata la tenuta del ponte stesso. Un ponte che solo dopo pochie decenni è crollato come un giocattolo lego, mentre i ponti costruiti dai romani sono ancora ben piantati da secoli e secoli. Un pensiero di cordogli a quei poveretti e alle loro famiglie.

Buona giornata e buone vacanze a chi le sta ancora facendo!


Nell'incanto del colle
caro al poeta triste
nelle ondulate cime marchigiane,
fermai i miei passi
nei vicoli della città antica
a leggere i suoi pensieri
che addobbano le sue mura.
Di canto in canto
si spande nell'aria
la sua poesia che mi attrae 
dolcemente e mi par d'udir
i suoi di passi
che mi conducono 
nell'infinito.

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