Domenica 2 agosto 2020
Carissima S. e blog.
agosto, tempo di vacanze, di caldo e di temporali, come quello di stanotte. Stamattina è un po' più fresco, ma sono le sette e fa già caldo. Per quanto riguarda le mie vacanze non ho molto entusiasmo, non so nemmeno se riuscirò ad andare almeno un giorno al mare o in montagna. Però ho molti appuntamenti con visite mediche con la speranza di riuscire a trovare rimedio all'anca che da oltre un mese mi fa combattere, non riesco nemmeno a raccogliere qualcosa da terra. Dunque, anche senza il coronavirus, soffro e mi abbandono a vivere alla giornata alla meno peggio. A volte mi chiedo se vivere così è vita, penso a quanti anni sono passati e a tutto quello che ho fatto, ho visto, ho vissuto e mi sembra impossibile che dopo solo 79 anni mi debba arrendere per mancanza di forze, mentre i desideri continuano a trovare strade da percorrere, cose da vedere e da fare. In questo tempo strano da vivere, nemmeno la tecnologia mi soddisfa più di tanto, mi piace vedere alla Tv qualche bel filmino d'azione e le gare ciclistiche, che hanno da ierri iniziato a farcele vedere con le Strade bianche sulle crete e i calanchi senesi, dove sono passato anche io a piedi nell'anno 2000. Ha vinto un ragazzo straniero, ma Formolo, un ragazzo veronese, è arrivato secondo. Mi sono fermato a scrivere questa pagina del mio blog-diario per andare alla S. Messa del Perdon d'Assisi. Ora ho ripreso a scrivere e sono andato a ritroso nel 1996, perché in questo giorno, io e Padre Leone eravamo proprio sul Monte del Pardon in cammino verso Santiago di Compostella, altri tempi che non ritornano più, ma è bello ricordarli e pensare ad un'altra cosa bella che ho fatto.

Gelati...gelati...gridava
il gelataio che passava
per le vie con il suo carrettino.
Da bambini lo accerchiavamo
per gustare il cono gelato
che mangiavamo, aspettandolo
tutte le estati.
Noi non andavamo
al mare e la nostra piscina
e la spiaggia era sull'argine
del canale Bisatto.
Altri tempi, altre possibilità,
nei quali ci accontentavamo
e ci bastava poco per divertirci.
Oggi abbiamo tutto di più,
ma non ci accontentiamo facilmente,
e per calmare la nostra onnipotenza
ci ha pensato il covid-19
che ci costringe a vivere una vita diversa
che non sarà mai più come prima.
11 ottobre 2007
…A SAN GIOVANNI IN DESERTO (EVEN SAPPIR)
LODI
Inno: Al sorger della luce,
ascolta, o Padre santo, la preghiera degli umili…
1 ant. Di
te si dicono cose stupende, città di Dio.
Sono le quattro e mezza
circa, dal vicino minareto, l’altoparlante diffonde la sua sacra nenia. Si
racconta, che Napoleone Bonaparte, durante la sua campagna militare in
Terrasanta, abbia soggiornato proprio qui a Ramla, in questo luogo, e al mattino quando è stato svegliato dalle
invocazioni del muezzin, abbia tirato fuori la sua pistola e lo abbia
fulminato.
Alle sei e mezza entriamo in chiesa a recitare le lodi e ad ascoltare la S. Messa, concelebrata
dai PP. Leone e Abdel, con noi c’erano sr. Barbara (polacca) e sr, Ailin
(indiana) e un signore anziano.
La chiesa è titolata a San
Nicodemo e a San Giuseppe di
Arimatea (da cui Ramla). Nella sua semplicità è molto bella, ha molte
statue e una bellissima deposizione di
Tiziano Vecellio, (donata ai frati francescani dal re di Spagna).
La parrocchia ha la chiesa, il patronato, le scuole, il convento e
un piccolo chiostro dove ci sono molte piante ben curate, tra le quali anche la
pianta di acanto, nel vederla Paolo se ne esce con una delle sue battute: “ …se
fùmea”.
Dopo una foto di gruppo, sr. Barbara ci accompagna alla stazione
degli autobus per raggiungere Latrun,
da dove inizieremo il cammino ( autobus: costo 5 sheq cr. a testa, invece per
il pernottamento e la colazione, abbiamo lasciato una offerta.)